vladimir putin zaporizhzhia ucraina

IL DOPPIO GIOCO DI PUTIN: TENDE UNA MANO E NASCONDE L'ALTRA – AL TELEFONO CON MACRON, "MAD VLAD" SI È DETTO DISPOSTO AD ACCETTARE CHE I COMMISSARI DELLA AGENZIA INTERNAZIONALE PER L'ENERGIA ATOMICA VISITINO LA CENTRALE NUCLEARE DI ZAPORIZHZHIA, I CUI REATTORI SONO MINACCIATI DALLA BOMBE  – MA MOSCA VUOLE STACCARE I COLLEGAMENTI DELLE LINEE UCRAINE ALLA CENTRALE E CONVOGLIARE L'ELETTRICITÀ SOLO NEI TERRITORI OCCUPATI DALL'ESERCITO RUSSO...

Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

Lo scoppio arriva senza preavviso alle cinque della mattina in pieno centro città. Uno sconquasso, irrompe con la velocità del lampo, fa tremare pavimenti e finestre. Dopo pochi secondi, giunge il secondo, sembra vicino, forse mezzo chilometro in linea d'aria. Te ne stai a letto come tanti, attendi, senza sapere, ascolti i rumori dal piano di sopra: uno dei rari appartamenti ancora abitati, dove qualcuno si alza, controlla che corrente elettrica e acqua funzionino.

 

Scopriremo che i missili russi S-300 hanno centrato alcuni edifici universitari. Segnalano un paio di feriti civili (le vittime militari sono top secret): l'evacuazione di massa degli ultimi mesi previene bilanci di sangue ben peggiori. E appureremo poi che nel quartiere colpito ci sono rimesse di mezzi dei soldati ucraini e depositi militari. L'intelligence cerca adesso di capire se qualche informatore locale abbia fornito le coordinate Gps ai comandi russi.

 

FUMO DALLA CENTRALE NUCLEARE DI ZAPORIZHZHIA

Accadeva ieri a Kramatorsk, la capitale della resistenza ucraina nel Donbass, e sino alla città di Kharkiv. Su tutta la linea del fronte i bombardamenti russi colpiscono ogni giorno. Le città si svuotano e i quartieri diventano militarizzati. Chi resta gioca a mosca cieca con la sorte, nulla e nessuno è esente dal rischio.

 

Per un attimo le cronache della guerra vissuta in diretta fanno dimenticare i temi forti del momento. Ma è solo per poco. Su tutti continua a dominare comunque il pericoloso braccio di ferro tra Mosca e Kiev per il controllo della centrale atomica nella regione di Zaporizhzhia, mentre i due eserciti si accusano a vicenda di sparare sui reattori e addirittura «provocare un incidente maggiore» per denigrare l'altro.

 

mezzi militari russi nella centrale nucleare di zaporizhzhia 2

Ieri è stato lo stesso Vladimir Putin a dire al suo omologo francese Emmanuel Macron che esiste il rischio concreto di «una catastrofe di dimensioni immense». I due presidenti si sono parlati al telefono dopo il lungo silenzio seguito ai fallimentari tentativi di Macron tra marzo e aprile per mediare il cessate il fuoco. E pare vi sia qualche spiraglio.

 

Putin per la prima volta si è detto disposto ad accettare che una missione di commissari della Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica visiti la centrale transitando dalle zone controllate dal governo ucraino, cosa che sino a ieri rifiutava in modo categorico, esigendo che la missione fosse interamente gestita dall'agenzia atomica russa Rosatom.

 

carro armato russo alla centrale nucleare di zaporizhzhia

Uno sviluppo positivo che segue l'incontro trilaterale giovedì a Leopoli tra il presidente turco Erdogan, quello ucraino Zelensky e il segretario generale dell'Onu Guterres. Ma a complicare la situazione si aggiunge adesso la volontà russa di staccare i collegamenti delle linee elettriche ucraine alla centrale e convogliare l'elettricità soltanto nei territori occupati dall'esercito russo. Eventualità questa che ha raccolto la condanna unanime di Guterres (che ieri era in visita a Odessa), Erdogan e Macron. Mosca, in ogni caso, rifiuta l'appello alla demilitarizzazione della centrale lanciato da Guterres col consenso di Zelensky.

centrale nucleare di zaporizhzhia6

 

Le rigidità russe potrebbero crescere con l'incontro previsto a metà settembre tra Putin e il leader cinese Xi Jinping in Asia Centrale: la recente visita a Taiwan della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, ha contributo a rafforzare l'asse Mosca-Pechino. Intanto, si allargano i blitz ucraini contro le basi russe in Crimea e attorno alla città di Belgorod, in pieno territorio russo.

 

centrale nucleare di zaporizhzhia5

Un colpo duro per Mosca: viene messo in dubbio il suo controllo sulle regioni conquistate dal 2014. Secondo gli osservatori militari della Nato, la flotta russa del Mar Nero potrebbe essere gravemente danneggiata e pare abbia perso almeno il cinquanta per cento delle sue capacità offensive. Non è neppure da escludere che gli ucraini possano cercare di colpire il lungo ponte di Kerch, che collega direttamente la Crimea alla Russia

centrale nucleare di zaporizhzhia nel 2019centrale nucleare di zaporizhzhia 4centrale nucleare di zaporizhzhia 1centrale nucleare di Zaporizhzhia 2centrale nucleare di zaporizhzhia2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…