1. LE DUE BABY ESCORT DEI PARIOLI NON ERANO AFFATTO DUE PECORELLE AL GUINZAGLIO 2. SI MUOVEVANO BENE, SI VENDEVANO CON MALIZIA E GESTIVANO SPESSO IN AUTONOMIA I CONTATTI CON UN MIGLIAIO DI CLIENTI, CONTRATTANDO DIRETTAMENTE I PREZZI 3. E POI C’ERANO I DUE PAPPONI, MIRKO IENI E NUNZIO PIZZACALLA, CHE IMPARTIVANO ORDINI E CONSIGLI MA ROSICAVANO SE LE RAGAZZE NON RISPETTAVANO LE “LORO” REGOLE 4. “NON ME STATE A LAVORA’. MI DATE LE CONFERME E INVECE VI FATE GLI AFFARI VOSTRI. HAI DATO BUCA A UN CLIENTE, MO’ LO CHIAMI SENNÒ CO’ ME AVETE CHIUSO…” 5. LO SBROCCO DEL PAPPONE: “NON SO SE PER TE È UN GIOCO MA OGGI TI DOVEVI FARE UNA PERSONA. PER ME È UN LAVORO. MENTRE TU STAVI A DORMIRE, LORO TI HANNO CHIAMATO ED È SALTATO TUTTO”. LA RAGAZZINA RISPONDE: “MI DISPIACE, MI VOGLIO IMPEGNARE”

Francesco Salvatore e Maria Elena Vincenzi per "la Repubblica"

Ci sono rimproveri, consigli, regole, suggerimenti. Sono un manuale su come diventare squillo le intercettazioni riportate nell'informativa finale dei carabinieri consegnata alla procura della Repubblica di Roma che coordina l'inchiesta sulle baby-squillo dei Parioli, Serena ed Emanuela (i nomi sono di fantasia), 14 e 15 anni.

Indagine che proprio stamattina arriva nell'aula del tribunale del Riesame che dovrà decidere sulle istanze di scarcerazione dei cinque arrestati per induzione e sfruttamento della prostituzione minorile, tra i quali anche la madre di una delle due.

I giudici della Libertà dovranno valutare anche la posizione più scomoda, quella della madre della più piccola delle due adolescenti. La donna, secondo gli inquirenti, sapeva bene quello che faceva la figlia e, anzi, la incoraggiava. Tanto che, spunta dagli ultimi accertamenti di queste ore, è stata lei ad accompagnare le due ragazze a prendere il traghetto per Ponza in almeno una delle occasioni in cui le due teenager hanno raggiunto l'isola "per vacanza" come hanno detto ai magistrati.

Eppure quella è stata l'unica domanda alla quale Serena, la più grande, non ha voluto rispondere, limitandosi a dire che a Ponza, lei, Manu e tre amici hanno fatto uso di cocaina. E ora anche su quei soggiorni si concentra il lavoro del procuratore aggiunto Maria Monteleone e del pm Cristiana Macchiusi che non hanno alcun dubbio sulla complicità della madre. Che secondo loro, addirittura, chiedeva soldi alla figlia: nell'informativa viene riportata una telefonata tra Emanuela e la madre in cui l'adolescente le dice di non preoccuparsi per i biglietti dello stadio. La mamma non li aveva pagati, non aveva soldi. «Non ti preoccupare, prendo sia il tuo che il mio», risponde la liceale.

"LO DEVI FARE OBBLIGATORIAMENTE"
Mirko Ieni e Nunzio Pizzacalla sono, secondo la ricostruzione dei carabinieri del nucleo investigativo, i due protettori. Quelli che gestiscono il lavoro delle ragazze. Impartiscono consigli, migliorano gli annunci, stabiliscono i tariffari e si arrabbiano se le ragazze non rispettano le regole. «Non me state a lavora' perché mi date le conferme e invece vi fate gli affari vostri». È il 9 ottobre, Ieni è furioso con Serena che ha appena dato buca a un cliente. «Siccome state in giro, mo' lo chiami (il cliente). Senno' con me avete chiuso raga'. Te lo devi fare obbligatoriamente». Ieni è quello che, appena pochi giorni prima, il 3 ottobre, ha affittato l'appartamento di viale Parioli dove le due si prostituiscono.

Un pappone che per sembrare un bravo ragazzo si finge mammone. Il 5 ottobre telefona alla padrona di casa: «Ho già detto a mia madre di volere prendere casa per due/tre mesi. Lei ha detto 750 più 50 di spese al mese, mi ha fatto la cortesia di pagare l'affitto con una quota settimanale da 200 euro». Nei giorni precedenti Ieni si era dato parecchio da fare. Sognava in grande per le due ragazzine. I Parioli o il Centro. Un'amica gli consiglia: «Paola, l'amichetta mia c'ha le case. C'ha uno dell'agenzia che c'ha un sacco di case qui al centro buone per lavora'».

"MI SERVONO FOTO SEXY"
Prima di Ieni, però, Serena è stata "gestita" da Nunzio Pizzacalla, caporalmaggiore dell'esercito.
È lui a visionare per primo l'annuncio con cui Serena si "vende" online. Il 17 maggio, lei glielo manda via whatsApp: «Alta, quasi 1.70, mora, capelli lunghi, occhi marroni, gambe lunghe, quinta di seno. Ho tre tatuaggi tutti non visibili, uno sul seno, uno sull'inguine e uno sulle costole. Piercing sulla lingua. Per il resto sono una ragazza normalissima». Pizzacalla, pochi secondi dopo, dà la sua benedizione: «Bella descrizione, mi servono foto dove si vede tutto il corpo, anche sexy. Puoi farti un video tipo provino?».

Appena due giorni dopo, il militare è entusiasta: «Preparati - scrive - ci sono un po' di clienti molto interessati ». Poi inizia a parlare di cifre. «Facciamo direttamente entro le due ore 300 euro. Superate 500 euro fino a mezza giornata. Mi raccomando se incontri qualcuno: ti presenti, fai due chiacchiere e se vuole proseguire, pagamento in anticipo».

Dopo appena 10 giorni, gli affari sembrano andare a gonfie vele, gli appuntamenti sono tanti. Ogni giorno Pizzacalla si informa: «Quanti ne hai fatti oggi?». Ma Serena non sempre risponde, a volte non si fa trovare, non è molto "disciplinata". Lui, a un certo punto, perde le staffe: «Senti, non so se per te è un gioco ma oggi ti dovevi fare una persona, forse due. Per me è un lavoro e un guadagno. Mentre tu stavi a dormire, loro ti hanno chiamato ed è saltato tutto». La ragazzina risponde: «Mi dispiace, mi voglio impegnare».

"AZZURRA E AURORA"
Le due adolescenti si muovono bene. I militari del tenente colonnello Lorenzo Sabatino sono al lavoro per ricostruire i contatti tra le ragazze e i clienti: ce ne sono più di un migliaio. Le ragazzine ci sanno fare: ricevono telefonate, contrattano i prezzi e si "vendono" con malizia. Il 12 ottobre, Serena, spacciandosi per Azzurra, prende contatti con un cliente. Lui, rimane soddisfatto. Nemmeno un'ora dopo, a incontro avvenuto, richiama: «Ciao, sono quello di prima. Ma se voglio tornare più tardi...?». La ragazzina risponde: «Ci sarà la mia amica, però. Se chiami tra un'ora, ti ci faccio parlare. Si chiama Aurora». L'uomo, puntale, telefona: «Come sei fisicamente? ». Manu, "Aurora": «Quinta di seno, bionda, occhi azzurri». Affare fatto: «Appena ho 10 minuti, lascio il lavoro e arrivo».

 

 

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