ECCO LA RETE DI RELAZIONI DEL PROFESSOR PAOLO ARATA - I SUCCESSI CONTRO LE ALGHE GLI SPALANCARONO LE PORTE DI “FORZA ITALIA”, POI S'INVENTÒ CONSULENTE ALL'ESTERO FINO ALL'INCONTRO CON VITO NICASTRI, VICINO AI CLAN - LE CONVERSAZIONI CON IL CARDINALE RAYMOND BURKE, GLI INVESTIMENTI E LE JOINT VENTURE, IL RAPPORTO CON IL FRATELLO DI MARCELLO DELL’UTRI…

-

Condividi questo articolo


Salvo Palazzolo per “la Repubblica”

 

PAOLO ARATA PAOLO ARATA

«La settimana prossima sono all' estero», diceva al suo socio occulto, Vito Nicastri, il "re" dell' eolico vicino al superlatitante Matteo Messina Denaro. Il professore Paolo Arata, il consulente per l' energia di Matteo Salvini, viaggiava spesso in cerca di investimenti e capitali. Nel suo computer, oggi sotto sequestro, gli investigatori della Dia hanno trovato decine di contatti con manager di aziende straniere che si occupano di energia e ambiente.

 

E anche su questo si indaga fra Palermo e Roma: a caccia dei finanziamenti che potrebbero aver alimentato l'entourage di Messina Denaro, ma soprattutto a caccia della mazzetta che sarebbe finita al sottosegretario Armando Siri, per sistemare un emendamento.

 

Di sicuro, Paolo Francesco Arata, genovese classe 1950, è uomo di grandi relazioni, facilitate anche dalla vicinanza ad ambienti vaticani: il momento della svolta è il 1996, dopo due anni da deputato di Forza Italia (eletto in Toscana col proporzionale) l' ex commissario per la mucillagine in Adriatico (nominato dal ministro socialista Giorgio Ruffolo) si trasforma in advisor di importanti società del settore energia che operano in Sud America, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

 

Paolo Arata Paolo Arata

Una scalata improvvisa che sorprende molti, visto che fino a quel momento il biologo Arata, esperto in immersioni, aveva nel curriculum solo incarichi da ricercatore: all' Enel, per studiare l'impatto sull' ambiente delle centrali nucleari; al Consiglio nazionale delle ricerche e all'Eurocean di Montecarlo (che si occupa di sviluppo delle tecnologie). Per sedici anni, poi, Arata era stato direttore dell'Icram, istituto di ricerche marine, un incarico - in area partito socialista - che era già un indizio delle sue capacità relazionali.

 

CONTATTI IN VATICANO

Un altro indizio è negli incarichi accademici ottenuti per insegnare ecologia: non solo ad Urbino e all' Aquila, ma anche alla Pontificia Università Antonianum di Roma. I legami di Arata con esponenti del Vaticano sono una costante nella sua storia: lo raccontano alcune interrogazioni fatte da deputato, nell' ottobre 1995 chiese conto e ragione al presidente del Consiglio del perché sei miliardi delle vecchie lire destinati all' 8 per mille non erano ancora arrivati alla Conferenza episcopale italiana.

 

«Ci giunge notizia - scrisse indignato - che saranno dilazionati in quattro anni.

ARMANDO SIRI ARMANDO SIRI

Verranno pagati gli interessi?». Chi aveva suggerito la domanda al deputato che si occupava di tutt' altra materia, come componente della commissione ambiente? Qualche mese fa, Arata è stato seguito dalla Dia fino a un ingresso della Città del Vaticano. Al telefono, parlava di un cena. Mentre continuava ad incontrare il cardinale Raymond Burke, il grande oppositore di Papa Bergoglio, il padre spirituale del fronte sovranista che ha stretto la mano a Salvini.

 

GLI AFFARI

Fra il 1996 e il 2015, dunque, la nuova vita da advisor all' estero. Il figlio Federico segue le sue orme (mentre l' altro figlio, Francesco, è indagato con il padre per i rapporti con Nicastri). Paolo Arata diventa presto uno specialista nel creare joint venture fra società italiane e straniere: organizza incontri, presenta, facilita. «Sono più conosciuto all' estero», dice soddisfatto. Ma nel 2017, Matteo Salvini sembra sapere tanto di questo ex ricercatore ormai scomparso da 20 anni dalle cronache italiane.

PAOLO ARATA PAOLO ARATA

 

E Arata finisce sul palco della convention di Piacenza che prepara il programma della Lega. Già dal 2015 è in società con Vito Nicastri, si conoscono a Milano, dove il "re" dell' eolico vicino ai boss era di casa negli uffici di alcune società, una di queste era stata rilevata da Arata. Oggi, le intercettazioni raccontano che il futuro consigliere di Salvini investì subito 250 mila euro nelle iniziative dell' imprenditore siciliano che già tanti guai aveva con l' antimafia.

 

GLI INCONTRI

VITO NICASTRI VITO NICASTRI

È la nuova vita da "socio occulto" di Nicastri che porta Arata nuovamente e prepotentemente in Italia, quella che aveva lasciato uscendo dal Parlamento. La Dia lo fotografa all' Harry's bar di via Veneto in compagnia di Alberto Dell' Utri, il fratello di Marcello, il fondatore di Forza Italia condannato per concorso esterno in associazione mafiosa: sarà Dell' Utri a spalancargli le porte dell' assessorato all' Energia in Sicilia. D'altro canto, Arata è sempre rimasto affezionato ai big berlusconiani: nel 2012, telefonò a Massimo De Caro, l' ex direttore della biblioteca dei Girolamini di Napoli all' epoca indagato, proprio perché cercava un contatto con Marcello Dell' Utri.

 

francesco arata con manlio e vito nicastri francesco arata con manlio e vito nicastri

Forse, Arata cercava sostegno per un incarico all' autorità per l'energia? Un' altra passione dell' ex ricercatore, gli incarichi: nel 1994, era stato alla presidenza del Comitato parlamentare per lo sviluppo sostenibile, segretario era Valter Lavitola, un altro simpatizzante socialista poi condannato per una tentata estorsione a Berlusconi.

Nella sua ultima vita, da leghista convinto, il consulente di Salvini puntava invece all' Arera, l' Autorità per energia reti e ambienti, il Carroccio l' aveva anche designato. Adesso, invece, attende di essere ascoltato dai pm di Roma, in settimana.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...