manuela repetti umberto rapetto

ERA MEGLIO UN ATTACCO HACKER! – UMBERTO RAPETTO GIRA IL COLTELLO SULLA PIAGA DI “LEONARDO”: “IL FATTO CHE IL PROTAGONISTA DEL ‘SABOTAGGIO’ SIA UN EX COLLABORATORE E NON UN HACKER NON ALLEGGERISCE L’INDECOROSA POSIZIONE DELL’INDUSTRIA CHE HA SUBITO IL FURTO DI DATI E CHE NE PAGHERÀ LE CONSEGUENZE SUL MERCATO” – “LE ATTIVITÀ INVESTIGATIVE PORTERANNO A RICOSTRUIRE L’ACCADUTO, MA POTREBBE RESTARE INSOLUTO IL QUESITO DI MAGGIOR PESO: IN CHE MANI SONO FINITE LE INFORMAZIONI SOTTRATTE?”

UMBERTO RAPETTO 1

Umberto Rapetto per www.infosec.news

 

Secondo loro dovremmo stare tranquilli. Non ci sarebbe stata nessuna incursione virtual-corsara sul vascello digitale di Leonardo.

 

Il mondo è davvero curioso. Ricordo il Presidente Tridico che insisteva nell’addebitare i guai informatici dell’INPS a fantomatici pirati. E adesso mi ritrovo con una top manager del colosso industriale nazionale che esclude qualsivoglia penetrabilità dei propri server da parte di criminali e malfattori.

IL POST DI MANUELA REPETTI SUL SABOTAGGIO A LEONARDO

 

In un post sul social network professionale Linkedin, infatti, si legge una strabiliante dichiarazione secondo la quale l’apocalittico furto di 100mila file per complessivi 10 gigabite sia un semplice “sabotaggio di un ex-collaboratore”.

 

Nessuno ha intenzione di ruotare il coltello nella purulenta piaga, ma certe dichiarazioni impongono dolorose precisazioni che spieghino – per quel che è dato sapere dall’esterno – un evento che difficilmente può annoverarsi “albo signanda lapillo” (come dicevano gli antichi romani, soliti marcare con gessetto bianco gli avvenimenti fausti).

 

MANUELA REPETTI

E’ bene chiarire che il soggetto in questione non era un passante o un occasionale prestatore d’opera, ma si trattava di persona regolarmente selezionata e contrattualizzata cui erano stati affidati incarichi di responsabilità. Il prefisso “ex” va riferito ad oggi ma certo non all’epoca dei fatti, periodo durante il quale l’interessato aveva ampia libertà di azione e di movimento concessagli dalla stessa Leonardo.

 

Il fatto che il protagonista attivo di questa incredibile operazione non sia un hacker non alleggerisce certo l’indecorosa posizione dell’industria che ha subito il furto di dati e che ne pagherà le conseguenze sul mercato internazionale che difficilmente farà finta di nulla dopo l’avvilita e l’avvilente comunicazione della vicenda.

LEONARDO POMIGLIANO

 

La circostanza che l’atto criminale (difficile definirlo altrimenti) sia da addebitarsi ad un insider spaventa ancor più di un qualunque episodico blitz di un bandito che ha “bucato” le misure di sicurezza.

 

La fattispecie costringe a porsi domande e a maturare dubbi sulle dinamiche di “recruiting” di quella che forse è la più gigantesca realtà imprenditoriale italiana. Viene da chiedersi come vengano selezionate le risorse umane, soprattutto quelle destinate a lavorare nei contesti di maggiore criticità, a trattare informazioni riservate, a gestire il tessuto connettivo e il sistema nervoso aziendale, ad assicurare l’invulnerabilità di quel patrimonio di conoscenze tecnologiche e di progetti da cui dipende il futuro industriale e la sicurezza di chi si affida ai prodotti o ai servizi targati Leonardo.

GIUSEPPE CONTE ALLO STABILIMENTO LEONARDO DI POMIGLIANO

 

Il pensiero corre poi ai sempre attentissimi segugi dell’ “audit interno” ed a quella loro collaudata abilità che anni fa aveva portato ad evidenziare le condotte non eccessivamente virtuose a perno dell’allontanamento del “capo” della Divisione Cyber.

 

manuela repetti 1

Il comunicato stampa redatto per l’occasione dalla Polizia di Stato che ha svolto le indagini è delicatamente impietoso. I dati farebbero saltare dalla sedia anche chi è digiuno di computer security e si mostra disinteressato ai “noir” a connotazione digitale. Infatti si legge testualmente “Le informazioni sottratte, oltre 100mila file, riguardano, oltre i dati personali dei dipendenti, la progettazione di componenti di aeromobili civili e di velivoli militari destinati al mercato interno e internazionale”.

LEONARDO POMIGLIANO

 

La razzia non avrebbe riguardato soltanto le postazioni informatiche dello stabilimento Leonardo in quel di Pomigliano d’Arco, ma avrebbe comportato anche l’infezione e il presumibile saccheggio di “13 postazioni di una società del gruppo Alcatel e 48 di privati e aziende operanti nel settore della produzione aerospaziale”.

 

UMBERTO RAPETTO

Sperando di non fraintendere, Leonardo sembrerebbe una sorta di portaerei da cui un “caccia” (quello che adesso si fa presto a chiamare “un ex dipendente”) è decollato per andare a colpire gli “alleati”, ovvero imprese del settore che magari collaboravano in qualche attività.

 

Non ho idea di quanto siano felici a “casa Alcatel”, ma dubito abbiano deciso di stappare una bottiglia “di quello buono” per brindare alla constatazione di esser stati “cucinati” da qualcuno appartenente ad un partner in affari. Non credo nemmeno abbiano pensato – dopo un simile tradimento – di convolare comunque a nozze oppure di proseguire un fidanzamento dopo simili manifestazioni di inaffidabilità.

ARTURO D'ELIA

 

La top manager di Leonardo (forte di una solida esperienza politica che certamente sublima il non essere del settore) dice due cose giuste: il misfatto risale al 2015 ed è stata proprio la “Sicurezza interna” dell’azienda a segnalare in Procura. La ex senatrice, però, è imprecisa quando specifica che Leonardo “ha immediatamente fatto denuncia”. Quell’istantaneità è durata – ad onor del vero – due anni, arco temporale in cui i comportamenti illeciti non hanno incontrato ostacoli di sorta.

 

Nonostante l’entusiastica affermazione secondo la quale “Leonardo Cyber & Security è un’eccellenza e una garanzia senza paragoni”, speculare rispetto al giudizio dell’oste interrogato a proposito del vino che sta mescendo, la Polizia avrebbe da ridire sul “CERT (Cyber Emergency Readiness Team) di Leonardo, organismo deputato alla gestione degli attacchi informatici subiti dall’azienda”.

 

sandro bondi manuela repetti

Il ridimensionare quanto accaduto probabilmente rientra nelle policy di Leonardo. Se ora ci si ritrova semplicemente ad ascoltare una riedizione del “Tout va très bien, Madame la Marquise”, in precedenza un atteggiamento forse similare non è piaciuto al pubblico ministero e alla PG delegata ed ha portato all’applicazione – nei confronti del dirigente del CERT – della “misura cautelare della custodia domiciliare in quanto responsabile di aver falsato e minimizzato la natura e gli effetti dell’attacco informatico e, quindi, di aver ostacolato le indagini”.

Umberto Rapetto

 

Le attività investigative porteranno a ricostruire l’accaduto, a riconoscere le eventuali responsabilità, a far emergere possibili ulteriori implicazioni. Ma potrebbe restare insoluto il quesito di maggior peso: in che mani sono finite le informazioni sottratte?

 

Mentre il mistero permane, cosa pensa di fare Leonardo? Qualche altro “post” o “tweet”, oppure un forte segnale di cambiamento di rotta? Aspetterà l’input dei partiti oppure penserà ai tanti bravissimi dipendenti – meritevoli e non raccomandati – il cui destino potrebbe essere stato già compromesso?

Ultimi Dagoreport

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT