sesso a pagamento

ESISTE UN SETTORE DOVE LE REGOLE ANTICONTAGIO SONO BANDITE? IL SESSO A PAGAMENTO – A BARI IL COVID NON FRENA I PATITI DEL SESSO: NÉ MASCHERINA NÉ PRESERVATIVI. RAGAZZE GIOVANISSIME PROVENIENTI SOPRATTUTTO DALL’EUROPA DELL’EST E DALLA NIGERIA AL LAVORO IN CITTÀ FIN DAL POMERIGGIO MA QUI I CONTROLLI NON LI FA NESSUNO. CI SONO DONNE, UOMINI E TRANS CHE SI PROSTITUISCONO ANCHE PER 5 EURO..

CARMELA FORMICOLA per https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/

 

sesso a pagamento

Mascherina? Macché! Il preservativo? Dipende, senza preservativo si guadagna di più. Esiste dunque un terreno dove le regole igieniche e anti contagio sono completamente bandite: le strade del sesso a pagamento. La zona grigia tra illegalità e squallore, tra schiavitù e libera scelta.

 

Le prostitute non hanno cambiato abitudini, tanto meno i loro clienti. Hanno solo cambiato orari e, in parte, luoghi. L’emergenza sanitaria, questo mostro che si è preso le nostre esistenze e in alcuni casi i nostri affetti più cari, ha investito anche il dark universe del sesso mercenario, mutandone geografia e rituali. Si comincia alle 17.30, in modo che per le 22 clienti e ragazze scompaiano, ma non certo per il rispetto delle norme piuttosto per evitare di inciampare in controlli da parte delle forze di polizia, preoccupazione che agita clienti e sfruttatori, più che le stesse donne.

 

sesso a pagamento

Gli orari sono cambiati, sì. Prima della pandemia il «mercato» apriva i battenti all’imbrunire, si lavorava intensamente in serata, alla chiusura di uffici e negozi, e il venerdì e soprattutto il sabato, si andava avanti fino a notte fonda. E se qualche tempo fa lo zoo si apriva in periferia, adesso la merce è esposta in piena città.

 

Alla luce del giorno Adesso le ragazze che a piedi, dal quartiere Libertà, raggiungono via Buozzi, Strada Glomerelli, via San Giorgio Martire, le puoi incontrare dopo le 17, in piena luce del giorno. Si muovono a piedi, con le gambe sottili avvolte nei leggins e i tacchi alti. In questa zona sono giovanissime, belle, qualcuna minorenne. Vengono dall’Europa dell’Est, cambiano città al massimo ogni due mesi. Sfruttate, ovvio, dalle «solite» organizzazioni, solo che a differenza di un tempo conoscono la vita che le aspetta in Italia, sanno in anticipo che qualcuna potrà anche provare a fare la badante o la cameriera, ma che la prostituzione è comunque un passaggio obbligato.

 

sesso a pagamento

(…)  Un’altra è sola, dinanzi all’ingresso dell’ex centrale Enel: una cancellata semi aperta, un piccolo slargo, facile fermarsi, farla salire, e ripartire senza dar tanto nell’occhio. A quest’ora, oltre tutto, tanti uomini sono a caccia, si annusano, si riconoscono, ci sono macchine e furgoncini noti, sia alle prostitute sia ai loro «invisibili» controllori, quelli che il lessico maschile del secolo scorso chiamava protettori, nel peggiore dei casi papponi, quelli che oggi chiamiamo sfruttatori o aguzzini.

 

Certo, la vita di strada non cambia, qualunque sia il nome che scegli di dare alle persone o alle cose. Un tempo erano lucciole, oggi sono spesso vittime della tratta. Di fatto sono lì, vestite in maniera inequivocabile, con il loro mestiere infame e soldi da dover spartire sempre con qualcun altro, che sia l’accompagnatore, il padrone di casa, il connazionale, il fratello, il fidanzato...

 

Tra Santa Fara e la Peroni Il mercato dunque apre che è ancora giorno. Da strada Glomerelli andiamo verso Santa Fara, anche qui ce ne sono tante, dall’incrocio di Strada Massimi Losacco, poi sotto il cavalcavia, al distributore di benzina, all’ampio e buio slargo con la fabbrica della Peroni. Ragazze dell’Est. Sono quelle che più «tirano» in questo periodo. Quelle che possono chiedere tariffe più alte, fra 35 e 50 euro per mezzora e rapporti completi (senza preservativo, come già detto). Nessuna delle giovani che incontriamo nel pomeriggio fin verso la sera (sono decine e decine) indossa la mascherina.

sesso a pagamento

 

lo squallore del san nicola Dallo stabilimento della birra è impossibile non sconfinare nel rodeo San Nicola , tra gli enormi parcheggi vuoti, le stradine, le complanari, i tratti di sterrato dove il leggendario mercato del sesso all’ombra dello stadio continua senza sosta. A prescindere da qualsiasi emergenza possibile. L’atmosfera, da queste parti, non cambia mai: febbrile, inquieta e lurida.

 

Qui le tariffe precipitano. Ci sono donne, uomini e trans che si prostituiscono anche per 5 euro. Ci sono le nigeriane, con le loro postazioni ben delimitate e l’evidente regia criminale dei clan che le governano. Fuochi accesi e fari che nella penombra delle 19 saettano impazziti in un carosello già visto, in quello zoo fatto di voyeuristi, clienti e prostitute/i . Chi vende chi compra chi guarda chi controlla chi insegue. Lo stadio San Nicola è ciò che è sempre stato: motori accesi, disperazione, violenza, abusi.

 

trans

Nessun controllo La geografia urbana del sesso a pagamento è ben chiara. Le zone, le fasce orarie, le etnie, le tariffe, tutto è noto, anche alle forze di polizia che per la gran parte le evita, per altre transita da qui distrattamente. E poi, cosa ci sarebbe da fare? Se non trovi gli aguzzini cosa potresti volere da queste ragazze?

 

Però ti domandi come sia possibile che nei sacrosanti controlli quotidiani per il rispetto delle leggi anti Covid, nei blitz fatti tra gli adolescenti dell’Umbertino e i balordi dei vari circoli della birra, questo capitolo di bassa umanità non venga per niente passato al setaccio, piuttosto ignorato come una prassi inevitabile. Qui il virus non alligna? Qui non ci si contagia? Nelle scuole sì, nei ristoranti sè e negli abitacoli delle automobili no?

 

Il mattino dopo Dalle 22, invece, tutto si placa. Tranquilli: qualora qualche maschio si svegliasse pieno di voglia, c’è il turno mattutino. Le complanari della tangenziale a Sud, il perimetro intorno al Majesty, il reticolo di strade provinciali intorno alle statali 96, 98 e 100. Nigeriane e donne dell’Est, meno giovani di quelle che lavorano in piena città. Il prezzo per rapporto varia tra 15 e 30 euro. I clienti? Un fiume in piena.

trans 2

 

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)