giuliano ruffini

ESTRADATO IN FRANCIA IL 77ENNE CRITICO E COLLEZIONISTA D'ARTE GIULIANO RUFFINI - ERA STATO ARRESTATO IL 18 NOVEMBRE DOPO ESSERSI COSTITUITO A SEGUITO DI UN MANDATO DI CUSTODIA CAUTELARE PER I REATI DI TRUFFA, RICICLAGGIO E FALSO IN OPERE D'ARTE - LA PROCURA DI PARIGI DAL 2015 ACCUSA L’ITALIANO DI AVER VENDUTO COME ORIGINALI, E QUINDI PER MILIONI DI EURO CIASCUNO, OPERE TAROCCATE...

(ANSA) - REGGIO EMILIA, 17 DIC - È stato estradato ieri mattina in Francia il 77enne critico e collezionista d'arte Giuliano Ruffini. L'uomo, originario della provincia di Parma e residente a Vetto d'Enza nell'Appennino reggiano era stato arrestato il 18 novembre dopo essersi costituito ai carabinieri in virtù di un mandato di custodia cautelare emesso dalla V sezione penale della Corte d'Appello di Milano del 4 marzo 2020 divenuta definitiva il 9 luglio 2020 per i reati di truffa, riciclaggio e falso in opere d'arte - a seguito del rigetto del ricorso da parte della Cassazione - con la quale era stata disposta la consegna alle autorità francesi, dopo il mandato di arresto europeo emesso dal tribunale distrettuale di Parigi il 14 luglio 2019.

 

GIULIANO RUFFINI

Dopo l'arresto di un mese fa erano però scaduti i termini, fissati in 10 giorni, di custodia cautelare in carcere e per questo era stato liberato. Venerdì scorso, 9 dicembre è stata emessa una nuova ordinanza d'arresto e Ruffini è stato posto ai domiciliari in attesa della consegna alla Francia avvenuta ieri mattina. L'uomo è stato accompagnato dai carabinieri di Castelnovo ne' Monti all'aeroporto di Milano Malpensa.

 

GIULIANO RUFFINI, IL PRESUNTO FALSARIO RICERCATO DALLA FRANCIA (CHE VIVE A VETTO), SI È COSTITUITO

Tommaso Moretto per https://corrieredibologna.corriere.it

 

È stato arrestato. Ora è certo. Già, perché da tempo lo cercavano in Francia per processarlo come falsario, la stampa specializzata transalpina lo dava per latitante fino a qualche ora fa, mentre a Vetto, paesino in provincia di Reggio Emilia, lo vedevano entrare e uscire dai negozi o al volante di un fuoristrada nero. Il controverso personaggio è Giuliano Ruffini, un mercante d’arte di 77 anni, buona parte dei quali passati a commerciare opere d’arte, dipinti in particolare.

 

Stamattina si è costituito, accompagnato dal suo legale, ai carabinieri di Castelnovo né Monti, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il provvedimento era scaturito a seguito della sentenza della Corte d’Appello di Milano del 4 marzo 2020 divenuta definitiva il 9 luglio 2020 - a seguito del rigetto del ricorso da parte della Cassazione - con la quale è stata disposta la consegna alla Francia dopo il mandato di arresto europeo emesso dal tribunale distrettuale di Parigi il 14 luglio 2019.

GIULIANO RUFFINI

 

 Negli ultimi giorni, come riportato anche da alcuni giornali francesi, inglesi e da il Resto del Carlino di Reggio Emilia oggi, si era diffusa la notizia che Ruffini fosse irreperibile, appunto, ma “intercettato” da tanti. Stamattina la svolta, col critico che presto sarà consegnato alla Francia. Il falsario è coinvolto in un’inchiesta internazionale per truffa, frode e ricettazione coordinata dalla procura di Parigi che dal 2015 accusa l’italiano di aver venduto come originali, e quindi per milioni di euro ciascuno, dipinti firmati da artisti come Lucas Cranach il Vecchio o come El Greco, cioè Domínikos Theotokópoulos, solo per fare degli esempi.

 

I sequestri

Quando gli inquirenti se ne sono accorti, sono scattati i sequestri nei musei come nelle case dei facoltosissimi collezionisti che li avevano acquistati e che, di fronte a quella sorpresa, hanno avuto un colpo al cuore, un mix micidiale tra la vergogna per essersi fatti beffare e la rabbia per l’improvvisa trasformazione di quello che credevano un capitale artistico appeso al loro muro e che invece diventava di fronte ai loro occhi solo una voragine nel conto in banca.

 

GIULIANO RUFFINI

Una riproduzione, senza alcun valore, per quanto apparentemente perfetta. La Francia infatti aveva chiesto l’estradizione di Ruffini ma l’Italia aveva detto di no perché lui e il figlio Mathieu erano a processo a Reggio Emilia per evasione fiscale ma lo scorso aprile sono stati assolti con formula piena ed ora quell’impedimento sarebbe saltato. Ma a Parigi lo stanno ancora aspettando.

 

Il giornalista francese

Di Ruffini oltralpe parla un giornalista, Vincent Noce, che sulla vicenda ha scritto perfino un libro «L’affaire Ruffini: Enquête sur le plus grand mystère du monde de l’art», 290 pagine sull’inchiesta di quello che l’autore definisce il «più grande mistero del mondo dell’arte». Noce, fino a qualche ora prima dell’arresto, sosteneva che Ruffini fosse cercato anche dalla polizia italiana, che lui non avrebbe risposto alle convocazioni e che le questure non sapessero più dove cercarlo. Ora , però, anche Noce dovrà aggiornare il finale del suo libro.

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”