taser

FACEVATE PRIMA A DARE UNA PISTOLA GIOCATTOLO – IL CONSIGLIO DEI MINISTRI HA DATO IL VIA LIBERA AL TASER, MA CON UNA SERIE DI RESTRIZIONE CHE NE RENDONO IMPOSSIBILE L’UTILIZZO: NON SOLO PRIMA DI SPARARE COL TASER I POLIZIOTTI DOVRANNO "CONSIDERARE I RISCHI ASSOCIATI ALLA CADUTA DELLA PERSONA”, MA VALUTARE IN UN NANOSECONDO LA "VISIBILE CONDIZIONE DI VULNERABILITÀ" – PER SCORAGGIARE I MALVIVENTI VA MOSTRATA SENZA ESSERE IMPUGNATA, MA…

Massimo Sanvito per ''Libero Quotidiano''

 

polizia taser

È un po' come avere la bicicletta ma senza i pedali. O un computer senza tastiera. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al taser, la pistola elettrica con cui la Polizia dovrebbe fermare i delinquenti immobilizzandoli con una scossa ma senza ferirli o ucciderli: ora è necessario superare il vaglio del Consiglio di Stato, poi tornare in Cdm per l' approvazione definitiva.

 

E siamo tutti contenti perché la sicurezza merita attenzione. Se però agli agenti si fissano una sfilza di paletti per l' utilizzo dell' arma in questione, tanto che pare quasi si voglia spingerli a non usarla, allora siamo punto e capo. Si vogliono combattere i criminali o si vuole complicare ancor di più la vita alle forze dell' ordine?

polizia taser

 

LA SPERIMENTAZIONE Nel decreto, proposto dal premier Conte e dal ministro Lamorgese dopo la sperimentazione andata a buon fine in dodici città d' Italia, si parla di «generale ammodernamento dell' armamento e del munizionamento in dotazione alla Polizia di Stato, in modo da adeguarlo alle attuali esigenze operative».

 

Giusto. Però nei fatti sono destinate a rimanere solo parole. Perché quando gli agenti si troveranno costretti a usare la pistola elettrica, dovranno farsi mille calcoli mentali per evitare di finire nei guai e magari affrontare un processo. Il Dipartimento della Pubblica sicurezza, infatti, ha predisposto una serie di linee guida alquanto curiose.

MATTEO SALVINI PROVA IL TASER

 

Per esempio, prima di sparare col taser i poliziotti dovranno "considerare i rischi associati alla caduta della persona". Tradotto: se un agente si trova davanti un pazzo che agita un coltello a destra e sinistra, dovrà valutare se la scossa possa provocargli dei danni e se cadendo a terra non possa farsi male. Tutto ciò in una frazione di secondo e nella concitazione di una situazione di pericolo. E se il balordo pesta la testa sul marciapiede e ci rimane secco? Potrebbe pure scattare l' accusa di omicidio preterintenzionale o addirittura colposo. Ma ci rendiamo conto?

 

taser

Visto e considerato che la responsabilità penale è personale, chi è disposto a rischiare un processo, soprattutto alla luce degli stipendi bassissimi che percepiscono le divise? «I limiti troppo stringenti per l' uso del taser rischiano di trasformare questa novità in un boomerang per le forze di polizia.

 

Visto il regolamento che disciplina l' impiego dell' arma, allora meglio che non venga data», dichiara Domenico Pianese, segretario del Coisp, il sindacato indipendente di Polizia che da almeno vent' anni si batte per l' introduzione della pistola elettrica. Ad altre condizioni, però.

 

taser

Un altro problema di non poco conto è il fatto che gli agenti, per non avere guai, dovranno tenere pure conto della "visibile condizione di vulnerabilità" dei soggetti con cui si trovano a che fare. Un' assurdità evidente che tutela di fatto i delinquenti anziché le forze dell' ordine, sempre più con le mani legate. Com' è possibile fare valutazioni del genere in tempi strettissimi? I rischi, ovviamente, sono noti.

 

taser 4

«I poliziotti verranno esposti a richieste di indennizzo da parte dei soggetti colpiti dagli impulsi elettrici per eventuali lesioni riportate nella caduta e non valutate. E questo è inaccettabile», sottolinea Pianese. Nelle linee guida, inoltre, si specifica che la distanza consigliabile per un tiro efficace va dai tre ai sette metri, e soprattutto che la pistola "va mostrata senza essere impugnata, per far desistere il soggetto dalla condotta in atto".

MATTEO SALVINI PROVA IL TASER

 

RESTRIZIONI Ma non è finita qui. Perché il taser, dal punto di vista normativo, è stato inquadrato come un' arma a tutti gli effetti, e quindi sottoposto a tutta una serie di restrizioni. Di fatto, anche se chiaramente non lo è, la pistola elettrica diventa un doppione della pistola d' ordinanza, già in dotazione agli agenti.

 

«Proprio per questo è necessaria una norma ad hoc che inquadri il taser in modo specifico come strumento di dissuasione e non come arma», spiega il segretario del Coisp. Che nei prossimi giorni chiederà alla coppia Conte-Lamorgese di farsi ricevere perché venga rimessa mano al regolamento in modo efficace.

 

taser

«Il taser deve servire a tutelare sia gli operatori delle Forze di Polizia, per evitare che siano costretti ad utilizzare la pistola, sia chi deve essere bloccato in seguito a condotte criminali che mettono a rischio l' incolumità dei cittadini».

taser 2taser 1taserPOLIZIOTTO TASERtaser 3

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…