FATECI VEDERE LE CARTE! – IL TAR DEL LAZIO ORDINA AL MINISTERO DELLA SALUTE DI TRASMETTERE “ENTRO 30 GIORNI” IL PIANO SEGRETO ANTI-COVID AI DUE DEPUTATI DI “FRATELLI D’ITALIA” CHE HANNO FATTO RICORSO - PICCOLA COINCIDENZA: LA SENTENZA ARRIVA A UN ANNO ESATTO DALLA DECISIONE DI SPERANZA DI DARE IL VIA ALLA TASK FORCE SUL CORONAVIRUS, DA CUI TRAE ORIGINE PROPRIO IL PIANO POI SECRETATO…

-

Condividi questo articolo


 

Giuseppe De Lorenzo per www.ilgiornale.it

giuseppe conte roberto speranza giuseppe conte roberto speranza

 

Il "piano segreto" non dovrà più essere tale. Il Tar accoglie il ricorso presentato dai deputati FdI Galeazzo Bignami e Marcello Gemmato e ordina al ministero della Salute di "consegnare entro 30 giorni" dalla sentenza "il documento da essi chiesto".

 

Cioè il "Piano anti-Covid" approvato dal Cts a marzo e ancora mai ufficialmente reso noto dal dicastero guidato da Roberto Speranza. Si tratta di una sentenza attesa, che segue un'intensa battaglia legale. E che arriva in un giorno simbolico: il 22 gennaio di un anno fa, infatti, Speranza dava il via alla task force sul coronavirus da cui trae origine proprio il "piano segreto".

 

STEFANO MERLER STEFANO MERLER

Come ricostruito nel Libro nero del coronavirus, tutto inizia attorno a quel tavolo quando gli esperti si accorgono che il piano pandemico nazionale, mai aggiornato, non basta ad affrontare l'emergenza. Si decide così di avviare alcuni studi, grazie anche alla collaborazione della Fondazione Kessler.

 

Il 12 febbraio Stefano Merler presenta i suoi calcoli al Comitato Tecnico Scientifico: all'interno ci sono scenari drammatici in caso di approdo del virus in Italia. Si ipotizzano migliaia di contagi, altrettanti morti, il rischio di saturare le terapie intensive. Il Cts, come emerge dai verbali, crea un gruppo di lavoro per mettere a punto un "Piano nazionale sanitario in risposta a un’eventuale emergenza pandemica da Covid-19".

 

GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

La prima bozza viene presentata a Speranza il 20 febbraio a mezzo slide. Mancano poche ore a Codogno. Poi il lavoro viene più volte analizzato e infine approvato dal Cts il 2 marzo, che ne dispone da riservatezza. Nessuno, soprattutto i media, deve vedere i numeri contenuti in quel "Piano".

 

Il resto è una storia fatta di silenzi, smentite e piste false. Quando il Direttore Generale della programmazione sanitaria, Andrea Urbani, ne rivela l'esistenza in una improvvida intervista, tutti vorrebbero ottenerne una copia.

 

Andrea Urbani Andrea Urbani

Nessuno però sembra averlo: il ministero e Speranza lo derubricano a studio, e a chi lo domanda viene inviato solo lo studio di Merler. Così ad agosto Bignami e Gemmato fanno un accesso agli atti, non ottengono risposta, e si rivolgono al Tar con l'aiuto dell'avvocato Silvia Marzot. È l'inizio della battaglia legale. In aula il ministero, rappresentato dall'Avvocatura dello Stato, si difende con forza. Si opone al ricorso. Fa le sue deduzioni. Ma alla fine perde.

 

 

"In nome del popolo italiano" la sezione terza quater del Tar del Lazio ha emesso la sua sentenza, smontando le tesi difensive dell'Avvocatura. Il ministero aveva provato ad affermare che il documento richiesto dai ricorrenti fosse lo studio di Merler (poi depositato al Tar) e che, in pratica, Urbani e i giornalisti avessero solo fatto un po' di confusione.

galeazzo bignami 1 galeazzo bignami 1

 

"Detto documento - aveva messo a verbale - non è un Piano pandemico approvato con atto formale", ne "un atto elaborato da una P.A., ne e detenuto dal Ministero'". Il dicastero di Speranza ne sarebbe "venuto a conoscenza" solo il 12 febbraio, ma "non era ad esso diretto né è stato acquisito, essendo in possesso di un altro organo della Pa". In pratica: noi non ne sappiamo nulla, se lo volete bussate alla Presidenza del Consiglio.

 

Peccato che lo studio Merler non sia il "piano segreto" citato da Urbani. Lo dicono le inchieste del Giornale.it e quanto contenuto nel Libro nero del coronavirus (leggi qui). Quello che i deputati vogliono è infatti il "Piano nazionale di emergenza" seguito dagli esperti nei momenti più bui dell'emergenza Covid.

 

psicosi coronavirus strade deserte a codogno psicosi coronavirus strade deserte a codogno

Per i giudici, visto che lo studio di Merler viene illustrato il 12 febbraio mentre il "piano segreto", Urbani dixit, era già pronto da metà di gennaio, il ministero non "può sostenere" che siano lo stesso documento. Deve esistere un altro "Piano", come "dichiarato in modo inequivocabile" da Urbani nell'intervista "mai smentita né dall'interessato né, tanto meno, dal ministero". Per i giudici è inoltre "irrilevante" se il "piano" non è mai "sfociato in un vero e proprio provvedimento applicativo": esiste, e va mostrato. Per questo il ministero lo dovrà trasmettere ai deputati entro 30 giorni.

 

Gaetano Manfredi e Roberto Speranza Gaetano Manfredi e Roberto Speranza

"Gli effetti di questa sentenza sono importantissimi - dice al Giornale.it Bignami - Intanto i giudici del Tar del Lazio dicono chiaro e tondo che il ministero ha di fatto mentito quando diceva che non c’era alcun piano di contrasto alla pandemia a gennaio. Il Piano c’era e risaliva a ben prima del paziente 1 e della prima zona rossa.

 

Il governo consapevolmente lo ha nascosto e taciuto". Perché? "Le conseguenze di questa scelta sono state drammatiche - continua il deputato - Ad esempio le comunità locali, non avendo notizia di quel piano, hanno organizzato iniziative come "Bergamo non si ferma", "Milano non si ferma" e così via che hanno avuto un effetto amplificatore nella diffusione. Il tutto violando la regolamentazione sanitaria internazionale che impone invece piena trasparenza, quella che il Governo non ha avuto ed ora è certificato da una Sentenza. Adesso vogliamo vedere questo documento perché siamo certi che li scopriremo molte cose e capiremo perché il governo ne negava l’esistenza".

il contagiato di codogno - coronavirus il contagiato di codogno - coronavirus

 

ospedale di codogno ospedale di codogno

 

ospedale sacco codogno ospedale sacco codogno ospedale di codogno ospedale di codogno psicosi coronavirus codogno deserta psicosi coronavirus codogno deserta

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY


ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…