raffaele mincione giuseppe conte fattura fiber 4.0

FINCHÉ DURA, FA FATTURA! - FITTIPALDI SCODELLA LA PARCELLA DI CONTE PER LA CONSULENZA ALLA FIBER 4.0 DI RAFFAELE MINCIONE, CHE VOLEVA PRENDERSI “RETELIT” CON I SOLDI DEL VATICANO - IL SALDO DA 15MILA EURO È STATO INVIATO DUE GIORNI PRIMA CHE LA POCHETTE CON LE UNGHIE DIVENTASSE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. E L’INDIRIZZO DELLA FATTURA È LO STESSO DI QUELLO DELLO STUDIO DI GUIDO ALPA…

 

 

Emiliano Fittipaldi per http://espresso.repubblica.it

 

LA FATTURA DI GIUSEPPE CONTE ALLA FIBER 4.0 DI MINCIONE

La fattura firmata da Giuseppe Conte alla Fiber 4.0 di Raffaele Mincione è del 29 maggio 2018. Il professore (che sarebbe diventato premier incaricato solo due giorni dopo) due settimane prima aveva infatti consegnato un parere pro veritate scritto per la spa del finanziere che stava tentando di conquistare il controllo di Retelit, e ora spediva il conto della consulenza.

GIUSEPPE CONTE PAPALE

 

Un compenso da 15 mila euro tondi tondi, a cui aggiungere 3.436 euro di spese generali, più la quota della Cassa degli avvocati e l'Iva. L'oggetto della fattura è coerente con il parere di sette pagine inviato a Mincione il 14 maggio 2018: «Saldo dei compensi per la redazione del parere sulla valutazione dell'assunzione, da parte di Libyan Post Telecommunications information Technology Company, del controllo su Retelit Spa all'esito dell'assemblea del 27 aprile 2018 e sulla eventuale violazione degli obblighi stabiliti in materia di golden power».

RAFFAELE MINCIONE

 

L'Espresso pubblica il documento per fare chiarezza sull'entità del compenso ottenuto da Conte, dopo che la vicenda – già nota – è stata risollevata due giorni fa dal Financial Times.

 

PAPA BERGOGLIO E GIUSEPPE CONTE

La perizia di Conte a favore della Fiber 4.0 di Mincione era stata infatti già svelata da Repubblica quasi in diretta a maggio del 2018. In quei giorni delicatissimi per il Paese e per la sua carriera politica, il futuro presidente del Consiglio continuava (peccando forse sul piano dell'opportunità) a fare l'avvocato. E a incassare (seppur modeste) parcelle da clienti importanti.

RETELIT

 

Tra questi, c'è Mincione. Che da tempo stava combattendo una battaglia per il controllo della Retelit, azienda strategica che gestisce cavi in fibra ottica per 12.500 chilometri in molte città italiane. I suoi avversari sono proprio i libici di Lptic, una società statale, e quelli di Axxon, fondo teutonico gestito da Shareolder Value Management che con i libici ha stretto un accordo di ferro.

 

MONSIGNOR ANGELO BECCIU

Nell'assemblea citata da Conte, quella del 27 aprile, Mincione viene messo sotto, e non riesca a prendere il controllo del cda. Tenta così un'ultima carta: ottenere dal governo italiano, allora presieduto da Paolo Gentiloni, di considerare Retelit un'azienda strategica per gli interessi nazionali. In quel caso, l'esecutivo avrebbe potuto usare la sua golden power e fare decadere il cda appena insediato, riaprendo così la partita per il controllo.

 

IL PARERE DI GIUSEPPE CONTE SU FIBER 4.0

Come ha evidenziato Valentina Conte su Repubblica, la battaglia viene combattuta anche a colpi di consulenze tecniche. Mincione chiede aiuto a Conte, che di fatto spiega nel suo parere come i rivali del suo cliente avrebbero compiuto un'omissione grave: quella di non comunicare al governo itliano che la loro compagine – con dentro i libici – aveva ormai il controllo di Retelit.

 

L'ARTICOLO DEL FINANCIAL TIMES SULLA CONSULENZA DI GIUSEPPE CONTE A MINCIONE

Le accuse di conflitto d'interesse per Conte, di cui hanno poi parlato diffusamente quasi tutti i quotidiani italiani per mesi, scattano poi il 7 giugno, quando il governo (in una seduta in cui il neo premier Conte si astenne) decise di considerare Retelit come “azienda strategica” e di esercitare la golden power. Esattamente come aveva suggerito il parere pro veritate dell'avvocato di Volurara Appula.

giuseppe conte democristiano

 

Come mai, dunque, l'esterofila stampa italiana a rilanciato in grande stile il pezzo del Financial Times? Perché il quotidiano britannico, riprendendo altri scoop dell'Espresso in merito al fondo vaticano da 147 milioni di euro gestito da Mincione ed usato per comprare un palazzo nel centro di Londra (un business finito nel mirino della magistratura della Santa Sede), ha ricordato come Fiber 4.0 di Mincione usasse anche denaro del fondo lussemburghese della segreteria di Stato, l'Athena Capital Global Opportunities Fund.

RAFFAELE MINCIONE

 

Mischiando le due storie, e piazzando nello stesso titolo Conte, Vaticano e il fondo di Mincione, l'effetto – soprattutto in concomitanza della notte delle elezioni umbre – è così assicurato.

 

PAPA FRANCESCO INCONTRA GIUSEPPE CONTE

Il Financial Times si spinge a scrivere che il collegamento tra Conte e Mincione su Retelit (già svelato dallo stesso Mincione in un'intervista a un quotidiano) «probabilmente attirerà un ulteriore esame sull'attività finanziaria della Segreteria di Stato». In realtà se da un lato il premier, che fattura la consulenza a Fiber 4.0, poteva ovviamente non sapere nulla di Athena e dell'origine «sacra» dei suoi fondi, dall'altro i promotori di Giustizia – risulta a chi vi scrive - non hanno alcun interesse investigativo verso le consulenze fatte a professionisti dalle varie società in cui a investito il fondo lussemburghese. Tantomeno ai 15 mila euro di Conte.

carige 6

 

papa francesco domenico giani

L'intento dei pm del papa, come ha scritto l'Espresso, è quello di verificare se dietro il grande business immobiliare effettuato a Londra (con i denari dell'Obolo di San Pietro in teoria destinati alla beneficenza, ma gestiti con opacità e mancanza di etica dalla Segreteria di Stato) si nascondano reati come corruzione, abuso d'ufficio, riciclaggio e peculato.

 

GUIDO ALPA E GIUSEPPE CONTE DIVIDEVANO LO STUDIOguido alpa

Detto questo, la fattura di Conte a Mincione ripropone ancora una volta – grazie all'indicazione dell'indirizzo dello studio romano del premier, a Piazza Benedetto Cairoli 6 a Roma – la questione dei rapporti tra Conte e Guido Alpa. Cioè il giurista e avvocato maestro di Conte che ha studio nello stesso palazzo, e che ha seguito la carriera dell'amico negli ultimi lustri. Un nome, quello di Alpa, che appare direttamente o indirettamente nei concorsi universitari vinti da Conte. Senza scordare che il mentore è stato – anche lui – avvocato di Mincione. Stavolta nell'affaire di Carige, la banca genovese che il finanziere italo-londinese ha provato ha scalare nel settembre del 2018. Il legame tra Alpa, Conte e Mincione finì già un anno fa in un'interrogazione parlamentare del Pd.  «Perché ho scelto Guido Alpa per il dossier Carige? Era la persona più giusta per lavorare con noi visto che era stato consigliere della banca, da cui si era dimesso denunciando tante cose sbagliate” spiegò Mincione mesi fa. «Mi spiace leggere di questa assurda strumentalizzazione politica».

guido alpa

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...