FONTANA DI GUAI – IL PRESIDENTE DELLA LOMBARDIA È INDAGATO PER AUTORICICLAGGIO! LA PROCURA DI MILANO HA INOLTRATO LA RICHIESTA DI ROGATORIA ALLE AUTORITÀ SVIZZERE: VUOLE FAR LUCE SUI 5 MILIONI E 300MILA EURO DEPOSITATI SU UN CONTO UBS DI LUGANO E CAPIRE SE LA SOMMA SIA DAVVERO LA GENEROSA EREDITÀ DELLA MADRE – IL SOSPETTO È CHE PARTE DI QUELLA CIFRA SIA FRUTTO DI UN'EVASIONE FISCALE…

-

Condividi questo articolo


Francesca Brunati e Igor Greganti per l’ANSA

andrea dini attilio fontana andrea dini attilio fontana

 

La Procura di Milano vuole far luce sui 5 milioni e 300 mila euro depositati su un conto Ubs a Lugano, prima gestiti attraverso due trust alle Bahamas, del presidente della Lombardia Attilio Fontana e capire se davvero l'intera somma, scudata nel 2015, sia la generosa eredità lasciata dalla madre.

 

Con una rogatoria in Svizzera, trasmessa oggi, prende il via così un nuovo filone d'indagine nato da quello con al centro il cosiddetto caso 'camici' e nel quale il governatore, già indagato per frode in pubbliche forniture, risulta iscritto anche per false dichiarazioni nella voluntary disclosure e autoriciclaggio, reati contestati dai pm Luigi Furno, Carlo Scalas e Paolo Filippini e dall'aggiunto Maurizio Romanelli.

 

i movimenti del conto svizzero di fontana - fonte domani 1 i movimenti del conto svizzero di fontana - fonte domani 1

Il sospetto è che parte di quella cifra sia frutto di un'evasione fiscale, anche con rimesse portate in Svizzera in contanti, ma che risulterebbe prescritta. Sotto osservazione di inquirenti e investigatori, in particolare, ci sarebbe il 2005, anno in cui, in base agli accertamenti finora svolti e dei quali il Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf dà conto in un'informativa, il patrimonio su quel conto oltreconfine è passato da 2,5 a 4,3 milioni di euro.

 

 Un incremento al momento ritenuto anomalo, ma che per la difesa sarebbe effetto di un errore contabile. Gli inquirenti, però, vogliono far chiarezza e hanno ipotizzato i due nuovi reati per la richiesta di assistenza giudiziaria all'autorità elvetica, che si è resa necessaria in quanto ci sarebbero, in sostanza, flussi non chiari e mancherebbero alcuni documenti per avere tutte le spiegazioni possibili su alcune movimentazioni.

 

FONTANA CAMICE DI FORZA – BY BOCHICCHIO FONTANA CAMICE DI FORZA – BY BOCHICCHIO

Il falso nella voluntary verte, stando all'ipotesi, nella dichiarazione sull'origine dei soldi e l'autoriciclaggio, invece, sul reimpiego dal 2015 in poi delle somme che si sospettano frutto di evasione. Fontana, che non vuole assolutamente "lasciare ombra alcuna in ordine alla procedura della Voluntary", rivendicando la regolarità dello scudo fiscale su quella che a suo dire è veramente un'eredità, si è messo a disposizione della magistratura milanese ed è pronto a fornire i documenti che mancherebbero e eventualmente a presentarsi di persona al quarto piano del Palazzo di Giustizia.

 

Ed è proprio di questo che i suoi legali, gli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa, stamane hanno parlato con il procuratore Francesco Greco in un incontro nel quale, peraltro, hanno concordato un comunicato stampa 'congiunto', vista la delicatezza del caso che arriva in un momento difficile per la Regione Lombardia a causa dell'emergenza Covid e del piano vaccinale.

 

GUIDO BERTOLASO CON ATTILIO FONTANA E LETIZIA MORATTI GUIDO BERTOLASO CON ATTILIO FONTANA E LETIZIA MORATTI

L'inchiesta, da cui è generata la nuova tranche svizzera, riguarda l'affidamento diretto, senza gara, del 16 aprile 2020 di una fornitura di 75 mila camici e altri dpi, per far fronte alla prima ondata di Coronavirus, per oltre mezzo milione di euro a Dama spa, società di Andrea Dini, cognato del governatore, e di cui Roberta Dini, moglie di Fontana, detiene una quota. Indagati anche Andrea Dini e l'ex dg di Aria, centrale acquisti regionale, Filippo Bongiovanni (per frode in pubbliche forniture e un'ipotesi di turbativa) e una dirigente di Aria.

ATTILIO FONTANA E LA FIGLIA MARIA CRISTINA ATTILIO FONTANA E LA FIGLIA MARIA CRISTINA

 

Secondo i pm, per cercare di risarcire il cognato per i mancati introiti, dopo che, a maggio, venne a galla il conflitto di interessi e la compravendita fu trasformata in donazione, Fontana cercò di bonificargli 250mila euro provenienti dal suo conto a Lugano. Un'operazione finita, però, nel mirino dell'antiriciclaggio della Banca d'Italia come sospetta e poi segnalata alla Gdf e alla Procura milanese. Da qui gli accertamenti nella seconda e parallela tranche d'indagine, anche attraverso l'Agenzia delle Entrate, e oggi l'avvio della rogatoria.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…