maxi operazione antimafia a foggia

FUGGI DA FOGGIA! - MAXI OPERAZIONE ANTIMAFIA, ARRESTATE 38 PERSONE. IN MANETTE ANCHE UN DIPENDENTE COMUNALE CHE SEGNALAVA I DECESSI AI CLAN CHE POI CHIEDEVANO IL PIZZO ALLE AGENZIE FUNEBRI - USURA, AFFARI, BOMBE: DAL 1978 AD OGGI, TRECENTO FATTI DI SANGUE, AL PUNTO CHE IL PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA CAFIERO DE RAHO PARLA DELLA MAFIA FOGGIANA COME “NEMICO NUMERO UNO DELLO STATO”

Valeria D'Autilia per “la Stampa”

 

maxi operazione antimafia a foggia

Per uno sconto sul pizzo o per un problema personale, si chiede aiuto alla mafia. La stessa «Società foggiana» che conserva due libri paga: uno per le vittime di estorsione, l' altro per gli stipendi degli affiliati. Maggiore è il loro apporto criminale, più guadagnano.

Ma nell' ultimo periodo le entrate della quarta organizzazione più spietata d' Italia sono diminuite: troppa gente in carcere e meno persone a riscuotere le tangenti. E allora si intensificano gli attentati.

 

Minacce, violenze, bombe, in particolare contro esercizi commerciali. Perché i clan che hanno il controllo del territorio devono «rilanciare il loro brand» per usare le parole degli investigatori che, nelle ultime ore, hanno arrestato 38 persone affiliate alle storiche «batterie» di Foggia. Dal 1978 ad oggi, trecento fatti di sangue, al punto che il procuratore nazionale Antimafia Cafiero De Raho parla di «nemico numero uno dello Stato».

maxi operazione antimafia a foggia

 

Il primo duro colpo arriva due anni fa con «Decima azione» e i 30 arresti per estorsioni e infiltrazioni nel tessuto socio- economico. Da quel momento, una crisi di immagine ed economica. «Non appariva più invincibile e la cassa comune era in rosso». I proventi delle attività illecite servivano anche per mantenere i detenuti e le loro famiglie. Adesso sempre più numerosi.

 

E, ieri, un' altra maxi operazione, «Decimabis», che ha toccato vertici e sodali delle storiche batterie che compongono la «Società»: Moretti-Pellegrino-Lanza, Sinesi-Francavilla e Trisciuoglio-Tolonese-Prencipe. Sino a poco tempo fa, famiglie rivali, ma ora verso un controllo egemone del territorio. Viene elaborato il cosiddetto «sistema Foggia»: un codice di adesione a un modello consortile.

 

Nelle intercettazioni in mano agli inquirenti ripetono: «Siamo tutti una cosa sola», a testimoniare la scelta di abbandonare la guerra interna e consociarsi, seguendo lo stesso percorso fatto dalla 'Ndrangheta.

 

maxi operazione antimafia a foggia

Si intensificano le indagini di direzione nazionale Antimafia, Dda di Bari e procura di Foggia con polizia, carabinieri e reparti speciali. Un' associazione «camaleontica», dove è forte la tradizione del familismo mafioso. «Nella batteria Moretti allarmante successione nella gestione del sodalizio da parte di un padre che coinvolge il figlio e poi il nipote poco più che ventenne» raccontano i magistrati. A questo si aggiunge la modernità degli affari, con interessi nella pubblica amministrazione e commercio. Una zona grigia diventata terreno fertile per l' illegalità: appalti nell' edilizia, scommesse ippiche truccate, racket dei funerali con la complicità di un dipendente dell' anagrafe ora arrestato, sino agli esami di guida. «Infiltrazioni a tappeto mentre assume connotati imprenditoriali». I clan vengono anche a conoscenza di un presunto sistema illecito ideato da alcune guardie giurate all' interno della Motorizzazione per il superamento degli esami. «Avete già un lavoro- dicono in tono di rimprovero nelle intercettazioni- e non potete prendere anche i soldi dei delitti. Perché sono i soldi della strada. E sono i nostri».

ASSALTO BLINDATO A FOGGIA - AUTO IN FIAMME

 

E se negli ultimi anni i cittadini hanno iniziato a denunciare e sono ricomparsi i collaboratori di giustizia, i segnali sono deboli. «Resta tanta omertà - dice Giuseppe Gatti della direzione nazionale Antimafia - che si sta trasformando da soggiacente a compiacente. C' è chi, dopo essere stato assoggettato, si rivolge direttamente ai mafiosi per risolvere un problema, come recuperare all' asta un bene pignorato. L' estorsione è vissuta come un' assicurazione, che si deve pagare con un canone periodico». Il procuratore di Foggia Vaccaro lancia l' appello: «Coraggio, con le vostre denunce ci aiutare a liberare questo territorio».

 

LA MAFIA A FOGGIA

Dal 2017 ad oggi, 60 operazioni che hanno interessato oltre 400 persone e 67 interdittive antimafia per quella che è considerata «un' emergenza nazionale». Spartiacque simbolico il quadruplice omicidio di San Marco in Lamis, tre anni fa: da un commando vennero uccisi due boss e i fratelli Luciani, testimoni involontari dell' esecuzione. «Con la mafia foggiana- confida il procuratore di Bari Roberto Rossi - abbiamo avuto spesso la sensazione che fosse impossibile riuscire a scalfire la sua forza. Eppure il senso di impunità è terminato».

cafiero de raho foto di baccoCAFIERO DE RAHO1il procuratore federico cafiero de raho intervistato foto di baccoLA MAFIA A FOGGIA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…