funivia del mottarone

LA FUNIVIA DEL MOTTARONE VIAGGIAVA SENZA FRENI D'EMERGENZA DA ALMENO SETTE ANNI! - LA TV TEDESCA ZDF INVIA AGLI INQUIRENTI LE IMMAGINI RICEVUTE DA UN AMATORE CHE DOCUMENTANO COME, ANCHE 7 ANNI FA, L'IMPIANTO VIAGGIASSE COI FORCHETTONI INSERITI - PERCHÉ LA FUNE HA CEDUTO? DALL’ISPEZIONE NON E’ SEMBRATA USURATA ED ERA STATA CONTROLLATA A NOVEMBRE DEL 2020. POTREBBE C'ENTRARE QUEL PROBLEMA AI FRENI DELLA FUNIVIA?

FUNIVIA DEL MOTTARONE

Niccolò Zancan per “la Stampa”

 

Poi arriva il giorno in cui un signore svizzero, tal Michael Majer, dimostra che la funivia del Mottarone viaggiava senza freni d' emergenza da almeno sette anni. Non era un rischio recente. Non dipendeva soltanto dai noti problemi al sistema frenante della cabina numero 3. Era una scelta banale e sciagurata, una cosa che succedeva talmente spesso che il signor Majer, un appassionato di funivie, controllando nel suo gigantesco archivio di immagini, ne ha trovato ampie dimostrazioni: 2014, 2016, 2018.

FUNIVIA DEL MOTTARONE - GABRIELE TADINI CON GLI IRON MAIDEN

 

Eccoli, si vedono chiaramente: sono i forchettoni rossi inseriti. Così ha mandato quei video alla tv pubblica tedesca Zdf, la quale oltre a confezionare un programma d' inchiesta andato in onda ieri sera, ha inviato tutto il materiale alla procura di Verbania. Cosa si capisce di nuovo? La funivia del Mottarone girava senza freni, con persone a bordo, da molto tempo. Succedeva ben prima del disastro costato la vita a quattordici persone.

 

Sono tornate alla mente le parole messe a verbale dal capo servizio Gabriele Tadini, per 36 anni al lavoro su quello stesso impianto, l' unico indagato agli arresti domiciliari: «Quella di disattivare il sistema di sicurezza era diventata una prassi.

Lo sapevano tutti».

strage funivia del mottarone

 

Dopo i video forniti dal signor Majer le sue parole sembrano assumere contorni più precisi. Volevamo chiedere un commento al gestore dell' impianto, Luigi Nerini. Ma il suo telefono è scollegato dalle ore 4,17 di mercoledì, cioè dal momento in cui è entrato in cella. Non lo ha più riacceso dopo la scarcerazione di sabato notte, per decisione del gip Donatella Banci Buonamici.

 

FUNIVIA DEL MOTTARONE - LUIGI NERINI

Nemmeno ha mai detto una parola sull' uso dei forchettoni, ma per lui ha parlato l' avvocato Pasquale Pantano: «Il signor Nerini pagava un canone di 128 mila euro all' anno alla Leitner per la manutenzione dell' impianto. I problemi tecnici e di sicurezza non erano di sua competenza». Ecco l' ingegner Enrico Perocchio, dipendente della Leitner e responsabile d' esercizio della funivia del Mottarone: «Non sapevo dei forchettoni. Mai e poi mai avrei avallato una decisione del genere». Due operai che lavoravano in funivia, Fabrizio Coppi e Emanule Rossi, hanno confermato che l' uso dei forchettoni era molto frequente. Anche loro avevano ricevuto l' ordine di lasciarli inseriti.

 

La differenza fra toglierli o metterli è spiegata benissimo dalla stessa giornata della strage. Alle 12.02 si spezza la fune traente. La cabina numero 3 è quasi in cima, ma viene spinta indietro dal contraccolpo e senza freni raggiunge la velocità di 100 chilometri all' ora, prima di staccarsi dall' impianto e precipitare nel bosco. Ma giù, a valle, c' è la cabina numero 4.

Che gira con l' impianto dei freni d' emergenza in funzione. E infatti: i freni scattano. La bloccano alla fune portante. I cinque passeggeri a bordo vengono raggiunti, imbragati e messi in salvo.

strage funivia del mottarone 2

 

Ieri tre ispettori della commissione d' inchiesta voluta dal ministro ai Trasporti, Enrico Giovannini, sono saliti nel punto esatto in cui si capisce quello che è successo: dove la cabina numero 3 della funivia del Mottarone resta incastrata nelle pineta. I vigili del fuoco hanno tolto il telo che la copre: tre funi la assicurano agli abeti in modo che non possa muoversi neppure di pochi centimetri. Lì, fra il bosco e il canalone, tutti stanno cercando la risposta che manca. Perché la fune ha ceduto?

 

funivia del mottarone 3

Se ne occupa il consulente della procura, il professor Giorgio Chiandussi. Se ne occuperanno i tre ispettori del ministero, che ieri scattavano fotografie. Le attenzioni si concentrano su diversi aspetti. Lo stato della fune. Il punto in cui si è strappata. E quello della cosiddetta testa fusa, cioè l' innesto sulla cabina.

 

La fune spezzata si trova 200 metri più su nel canalone, fra rododendri e piccole betulle. Gli ispettori dicevano: «I trefoli sono in buone condizioni». Cioè la fune non sembra usurata. Era stata controllata a novembre del 2020. Perché ha ceduto? Potrebbe c' entrare quel problema ai freni? Portare via la carcassa della cabina numero 3 sarà un lavoro estremamente complicato. I cavi, in alto, rendono arduo l' uso dell' elicottero. L' alternativa è smontarla e trasportarla con mezzi agricoli.

il forchettone dei freni di emergenza della funivia del mottarone funivia del mottarone

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