massimo melis torino via gottardo

GIALLO A TORINO - MASSIMO MELIS, IL 51ENNE GIUSTIZIATO IN AUTO A TORINO, È STATO UCCISO DA UN COLPO ALLA TEMPIA SINISTRA - AVEVA PORTATO A CASA LA FIDANZATA E SI ERA FERMATO IN MACCHINA A FUMARE UNA SIGARETTA - L’UOMO ERA INCENSURATO E IN APPARENZA NON AVEVA ALCUN NEMICO. EPPURE QUALCUNO CHE LO VOLEVA MORTO C’ERA, VISTO CHE SI È TRATTATO DI UN’ESECUZIONE IN PIENA REGOLA

Giacomo Nicola per "il Messaggero"

 

massimo melis

Un colpo di pistola alla testa. Un omicidio che fa tanto pensare a un'esecuzione in piena regola. Massimo Melis, 51 anni, dipendente della Croce Verde, è stato trovato morto ieri pomeriggio, intorno alle 16.30, nella sua auto parcheggiata in via Gottardo, nella zona di Torino Nord, tra i quartieri Regio Parco e Barriera di Milano, a pochi passi dall'ospedale San Giovanni Bosco.

 

Per lui è bastato un solo proiettile. L'assassino lo ha colto di sorpresa, forse aprendo lo sportello, mentre Melis era a bordo della sua macchina ferma e stava fumando una sigaretta. Dalle prime informazioni e dal sopralluogo eseguito dal medico legale, risulta che l'uomo sia stato ucciso da un colpo di arma da fuoco che lo ha raggiunto alla testa, più esattamente alla tempia sinistra.

omicidio di massimo melis a torino

 

Sul posto sono intervenuti gli agenti della squadra mobile della polizia di Torino. Probabilmente il cadavere si trovava all'interno dell'auto da alcune ore quando, nel tardo pomeriggio di ieri, un passante lo ha scorto riverso sul sedile della Fiat Punto blu e ha avvisato la polizia. Gli investigatori hanno già sequestrato tutti i filmati delle telecamere di zona, nella speranza che abbiano ripreso l'assassino prima o dopo l'omicidio.

 

LE INDAGINI

omicidio massimo melis

Gli agenti della mobile stanno anche esaminando il cellulare della vittima, per capire quali siano stati i suoi ultimi contatti. Ogni impronta e traccia di Dna, trovata all'interno dell'abitacolo della Punto, è stata repertata e verrà analizzata. Secondo quando ricostruito dalla Squadra Mobile di Torino, Melis era appena uscito da un bar della zona. La vittima, residente a Torino, lavorava come autista della Croce Verde.

 

Gli investigatori stanno esaminando anche i suoi conti correnti, per capire se l'uomo avesse debiti o se negli ultimi mesi ci fossero stati movimenti sospetti. La procura di Torino ha disposto l'autopsia sul corpo dell'uomo anche per stabilire l'orario della morte, il tipo di proiettile, che si è poi conficcato nel montante della portiera, potrà invece dare un'indicazione più precisa sull'arma del delitto.

 

OMICIDIO IN VIA GOTTARDO A TORINO

 Sembra che l'assassino abbia ucciso l'uomo e poi chiuso la portiera per ritardare il ritrovamento del corpo. Fino alla tarda sera di ieri gli agenti della mobile hanno sentito in qualità di testimoni, la fidanzata, l'ultima ad averlo visto vivo, alcuni passanti, i clienti del bar, nel quale la vittima era appena stata, e i residenti della zona.

 

Qualcuno avrebbe sentito un forte rumore, compatibile con lo sparo. Secondo a quanto si apprende da fonti investigative, poco prima di essere ucciso Melis aveva appena riaccompagnato a casa al sua fidanzata. Poi era tornato in via Gottardo, era stato in un bar e si era fermato in auto a fumare una sigaretta. E allora è stato sorpreso dal suo assassino, che lo ha freddato con un colpo alla tempia per poi farsi alla fuga.

OMICIDIO IN VIA GOTTARDO A TORINO 1

 

L'ALLARME

A chiamare i soccorsi, nel tardo pomeriggio di ieri, è stato un passante che si è accorto dell'uomo accasciato in auto e pensando a un malore ha avvertito il 118. I sanitari giunti sul posto hanno scoperto, invece, che l'uomo era stato raggiunto da un colpo di pistola alla testa e hanno chiamato le forze dell'ordine.

 

Probabilmente Melis era già morto da alcune ore. «Ho chiamato i soccorsi perché quell'uomo era riverso sullo sterzo e non si muoveva. Pensavo avesse avuto un infarto. Non immaginavo minimamente si trattasse di un omicidio». Melis, di origini sarde, viveva da tempo a Torino.

 

massimo melis.

Era incensurato e in apparenza non aveva alcun nemico. Gli inquirenti stanno scandagliando in queste ore tutti i suoi contatti alla ricerca di qualcuno che potesse avercela con lui. La fidanzata, informata dell'accaduto, è rimasta sotto choc. «Mi aveva appena riaccompagnato a casa, non posso crederci che sia morto - ha continuato a ripetere piangendo -. Non è possibile. Nessuno ce l'aveva con lui». Eppure qualcuno lo voleva morto.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…