marta cartabia mario draghi

GIUSTIZIA THRILLING! PRIMO ACCORDO SUL CSM, L'IRA DEL PD SU CARROCCIO E ITALIA VIVA: RITIRINO GLI EMENDAMENTI - LA PROTESTA DEI MAGISTRATI: "COSÌ LA RIFORMA PEGGIORA" - IMMEDIATA LA REPLICA DI MATTEO SALVINI, CHE RILANCIA I REFERENDUM CON TONI DURISSIMI: "LA CASTA MINORITARIA DEI MAGISTRATI NON PUÒ CONTINUARE A CONDIZIONARE LA VITA, LA POLITICA, L'ECONOMIA DI UN INTERO PAESE"

Virginia Piccolillo per il Corriere della Sera

 

L'ultimo appello al «senso di responsabilità».

mario draghi marta cartabia 1

L'ennesimo richiamo alle parole del capo dello Stato «sulla necessità e l'urgenza della riforma» della giustizia. Infine la cauta constatazione della ministra, Marta Cartabia: «Sui contenuti c'è accordo».

 

Quasi insperata alla vigilia, ieri mattina l'intesa sulla giustizia è stata raggiunta.

 

Dopo lo stop chiesto dal M5S alle «porte girevoli» con la politica per i magistrati ordinari che, eletti, non torneranno più indietro, erano tre i punti critici dell'accordo. No alla separazione chiesta dal centrodestra, ma limiti al passaggio di funzioni: uno solo tra pm e giudice e viceversa e solo nei primi 10 anni (nel civile anche dopo).

 

No alla responsabilità diretta dei giudici chiesta anche da Azione, ma via libera alla «pagella» più analitica del magistrato: il fascicolo delle performance su quanti e quali provvedimenti ha preso in un anno, l'esito delle misure cautelari adottate. Niente sorteggio per i candidati al Csm, chiesto dal centrodestra per depotenziare le correnti, ma sì all'estrazione delle Corte d'Appello per formare i collegi elettorali.

mario draghi marta cartabia

 

Un accordo che consente alla ministra Marta Cartabia di guardare con qualche speranza in più all'ultimo miglio della riforma. E ai partiti che più l'avevano osteggiata di rivendicare ciascuno un successo. Inclusa Forza Italia, che con Zanettin parla di «traguardi storici raggiunti».

 

Mentre Silvio Berlusconi mette in guardia il governo dal porre «la fiducia su giustizia e fisco». Ipotesi già smentita dal premier Mario Draghi, nel primo caso, ma non nel secondo che Berlusconi accomuna in un solo destino.

 

 

Ma l'Associazione nazionale magistrati protesta: «L'accordo peggiora sensibilmente un impianto già denso di criticità». Con il segretario Salvatore Casciaro che accusa: «Il disegno complessivo mi pare sia quello di trasformare i magistrati in burocrati, un'impostazione figlia di un grave errore di prospettiva. Più che una riforma mi sembra una regressione culturale».

marta cartabia mario draghi.

 

E sui limiti al cambio delle funzioni aggiunge: «È una separazione delle carriere camuffata». Il fascicolo del pm poi viene definito una «schedatura». Dal ministero precisano che «è già previsto dalle circolari del Csm» e segnala solo «un andamento gravemente anomalo che sia spia per eventuali ulteriori accertamenti ferma l'insindacabilità del merito».

 

Ma il «no» dell'Anm è netto.

 

Immediata la replica di Matteo Salvini, che rilancia i referendum con toni durissimi: «La casta minoritaria dei magistrati non può continuare a condizionare la vita, la politica, l'economia di un intero Paese. L'occasione storica di cambiare gli italiani ce l'avranno domenica 12 giugno».

 

A sbloccare le ultime resistenze della Lega la rassicurazione della Cartabia che il testo definitivo non scongiurerà i quesiti referendari. Da lì «passa la strada del vero cambiamento», evidenzia Giulia Bongiorno, responsabile giustizia del Carroccio, precisando il sostegno alla ministra. Meno irto di ostacoli di prima appare dunque il ritorno in Commissione giustizia lunedì con gli emendamenti riformulati. «Ora avanti con i lavori della commissione per poter rispettare i tempi previsti», esorta il sottosegretario Francesco Paolo Sisto. Ma nulla è scontato. Anzi.

 

Salvini al processo Open Arms 3

Il thrilling ci sarà fino all'ultimo E il Pd lo evidenzia: «Italia viva e Lega, ancora non ritirano gli emendamenti sui quali c'è parere contrario del governo e resta l'ambiguità su come voteranno in commissione», dice Anna Rossomando. E Walter Verini rincara: «La riforma tutela principi costituzionali, come quelli - intoccabili - dell'indipendenza della magistratura». Sarebbe «incomprensibile che Lega e Iv non sostengano pienamente e con lealtà i contenuti dell'accordo, a partire dai voti di Commissione di lunedì». Soddisfatti invece per lo stop alle «porte girevoli» i Cinque Stelle. Ed Enrico Costa (Azione) rivendica: «Tutti i passi avanti erano contenuti anche in nostri emendamenti».

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