luigi di maio luciano benetton

GUERRA AL CASELLO - FUORI I BENETTON, CHI GESTIRA' LA RETE AUTOSTRADALE? CHI PUO' E' L'ANAS MA NON SOLO NON VUOLE FARLO MA NON PUO' FARLO DA UN GIORNO ALTRO - ATLANTIA (AZIONISTA DI ASPI CON L'88%) AFFILA LE ARMI PER OTTENERE L’INDENNIZZO DI 23 MILIARDI PREVISTO IN CASO DI REVOCA DELLA CONCESSIONE (E NON I 7 MILIARDI INDICATI ALL'ART. 35 DEL DECRETO MILLEPROROGHE)

1 - LO SCONFORTO DELLA PROPRIETÀ "LA PARTITA È TUTTA POLITICA"

Paolo Possamai per “la Stampa”

 

luciano benetton

La trattativa è appesa a un filo, estremamente esile. Da casa Benetton nessuna illusione sull'esito del confronto con il governo sulla partita Autostrade per l'Italia (Aspi). Nessuna illusione, perché la partita viene intesa «tutta politica». E la netta impressione è che, in presenza di una impuntatura da parte dell'ala dura in seno al governo del Movimento 5 Stelle per la revoca della concessione, il premier Giuseppe Conte darebbe il placet pur di non rischiare di finire gambe all'aria. In vista di tale finale della partita, Atlantia (azionista di Aspi con l'88%) affila le armi per chiedere giustizia in sede Ue contro lo Stato italiano.

 

Uno scontro frontale tra il governo di Roma e il gotha dei fondi di investimento mondiali, azionisti di Atlantia assieme ai Benetton e risolutamente determinati a ottenere l'indennizzo di 23 miliardi previsto in caso di revoca della concessione. Non i 7 miliardi indicati all'articolo 35 del decreto Milleproroghe, ma i 23 contemplati nella convenzione tra Stato italiano e Aspi. Gianni Mion, presidente di Edizione, cassaforte dei Benetton, sostiene che da parte di Aspi e Atlantia è arrivata al governo «una proposta seria».

ATLANTIA INVESTITORI

 

«Non sono ottimista» aggiunge lo storico manager della famiglia trevigiana. Eufemismi. Chi ha lavorato al dossier sostiene che i parametri finanziari sono stati tirati al massimo e che di più non era e non è possibile mettere sul piatto in termini di indennizzi per la caduta del ponte Morandi, per nuovi investimenti, per la riduzione delle tariffe al casello. Il punto chiave sta nella tesi di fondo marchiata M5S: i Benetton devono uscire da Aspi.

 

La semplificazione consiste nella equivalenza Atlantia = Benetton, mentre i secondi possiedono appena il 30% della holding, leader a livello internazionale nella gestione di autostrade e aeroporti. Il resto appartiene al «mercato», ossia a investitori come Lazard, Hsbc e Fondazione Crt, fondi come Gic, Tci, Fidelity, Black Rock, Generali. I capitali di Atlantia sono al 23% con bandiera Usa, al 20% inglese.

 

GIANNI MION 1

Pacchetto di mischia pesante per la partita che andrà in scena a Bruxelles, dove peraltro il fondo sovrano cinese "Silk road" e la compagnia tedesca Allianz - entrambi azionisti diretti di Aspi - avevano inviato formale lettera di protesta un anno fa. Atlantia ha già da tempo dichiarato la disponibilità a scendere in minoranza in Aspi, consentendo l'ingresso al 51% di un azionista di controllo gradito al governo italiano (Cdp). Ne deriverebbe che Atlantia scenderebbe al 37% e gli altri due soci Silk Road e Allianz sommerebbero il 12% rimanente.

ATLANTIA

 

La diluizione avverrebbe con aumento di capitale, senza alcun incasso da parte di Atlantia, per garantire un rafforzamento patrimoniale sempre più urgente per Aspi. Ma il passo indietro potrebbe non bastare a chi nel governo vuole che i Benetton siano messi alla porta e magari la concessione affidata all'Anas (che solo poche stagioni fa era tra gli emblemi dell'inefficienza cronica dello Stato).

 

E allora la revoca resterebbe l'unica via, con annesso scontro in sede comunitaria. Atlantia e Aspi, dice ancora Gianni Mion, «hanno fatto un grande sforzo, anche professionale», per cui ora «non resta che aspettare». E conclude così: «Le due aziende hanno fatto una proposta seria. Hanno fatto ciò che dovevano e potevano fare. Anche se io sono pessimista. Ora ognuno deve fare ciò che ritiene giusto, non è tempo di spendere parole. So che è stato fatto un lavoro molto vasto e spero che venga letto e meditato senza pregiudiziali».

 

2 - PER LA SOCIETÀ NON CI SONO PIÙ MARGINI: «ACCOLTE TUTTE LE RICHIESTE DEI MINISTERI»

Andrea Bassi per “il Messaggero”

 

GIANNI MION

Autostrade e Atlantia attendono una risposta alla proposta inviata al governo per chiudere il contenzioso sul rinnovo della concessione sorto dopo il crollo del Ponte Morandi. Ma, come ha spiegato Gianni Mion, il presidente di Edizione, la holding della famiglia Benetton che controlla il gruppo autostradale, c'è ormai la convinzione che il governo voglia andare alla revoca. Quella di Autostrade, ha detto Mion, «è una proposta seria» ma, ha aggiunto, «non sono ottimista».

 

Eppure, di fatto, il gruppo ha accettato in toto le proposte fatte direttamente dal governo. Autostrade lo ha scritto nero su bianco nella lettera inviata a Palazzo Chigi, al Tesoro e al ministero delle infrastrutture. L'ultimo incontro tra Autostrade e il governo c'è stato il 9 luglio. In quell'occasione, spiega la società, sono stati rappresentati dal governo «i contenuti di un accordo per la positiva conclusione condivisa della procedura di contestazione».

Gualtieri Conte

 

Per il governo, insomma, i 3,4 miliardi di risarcimento, l'abbassamento delle tariffe e l'accettazione del nuovo metodo di calcolo delle tariffe, avrebbero messo fine al contenzioso. Proprio per chiudere la controversia, e nonostante le incertezze su diversi aspetti dell'accordo, Autostrade ha deciso di accettare totalmente l'impostazione del governo «a fronte della positiva conclusione concordata del procedimento in oggetto». Il patto insomma era chiaro.

 

Se la società avesse firmato la resa incondizionata, il procedimento di revoca sarebbe venuto meno. Anche perché il gruppo controllato da Benetton, ritiene ormai di aver cambiato pelle rispetto a quello di un anno e mezzo fa. È stato oggetto di una profonda trasformazione, che ha portato a cambiare il 30% del management e a introdurre strumenti più stringenti di controllo.

PAOLA DE MICHELI GIUSEPPE CONTE

 

I MECCANISMI

Eppure, come teme Mion, tutto questo potrebbe non bastare a evitare la revoca. I grillini hanno dato una sorta di ultimatum a Palazzo Chigi su Autostrade: o i Benetton escono dal capitale completamente, oppure c'è la revoca. Nella lettera inviata, Aspi si è detta disponibile a proporre alla controllante Atlantia un aumento di capitale per favorire l'ingresso di nuovi soci. E la stessa Atlantia, sin dal 6 febbraio scorso, si è resa disponibile all'ingresso di nuovi soci pubblici e privati.

 

Ma Atlantia non ha nessuna intenzione di uscire completamente dal capitale di Autostrade. La discesa massima possibile, al momento, sarebbe dall'attuale 88% al 37%, in modo che congiuntamente con gli altri due soci di minoranza, i cinesi di Silk Road e Appia Investments, i vecchi soci siano comunque sotto il 50% della società. A entrare dovrebbe essere una cordata di nuovi soci pubblici e privati: la Cdp, alcune Casse di previdenza, Poste Vita.

CDP – CASSA DEPOSITI E PRESTITI

 

L'investimento, una volta definita la concessione, è comunque interessante. L'ingresso avverrebbe con un aumento di capitale, in modo da permettere la diluizione di Atlantia e degli altri soci senza passaggi di denaro. Ma ci sarebbe anche un'altra ipotesi che starebbe prendendo piede nelle ultime ore.

 

Lo Stato potrebbe entrare con una quota minoritaria, in modo da contenere di molto l'esborso per l'ingresso nella società, ma avere poteri di governance o aderire a patti para sociali che consentano allo Stato di dettare la linea nella società. In questo caso l'ingresso potrebbe essere anche direttamente del Tesoro. Cdp del resto, prima di intervenire ha bisogno della certezza che l'investimento in Autotrade, con il nuovo piano tariffario, non solo sia sostenibile, ma che sia anche profittevole, considerando che i soldi investiti nel gruppo sarebbero quelli dei risparmiatori postali.

Ultimi Dagoreport

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO