yahya sinwar

HAMAS HA SCELTO IL NUOVO “CAPO DEI CAPI” – YAHYA SINWAR È STATO NOMINATO ALLA GUIDA DEL MOVIMENTO TERRORISTICO PALESTINESE AL POSTO DI ISMAIL HANIYEH, UCCISO DA ISRAELE A TEHERAN – SI UNIFICA COSÌ LA LEADERSHIP MILITARE E POLITICA DI HAMAS: SINWAR È L’UOMO CHE GESTISCE LE OPERAZIONI NELLA STRISCIA DI GAZA E HA ORGANIZZATO LA STRAGE DEL 7 OTTOBRE. HA AVUTO L’ULTIMA PAROLA SUI NEGOZIATI PER LA LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI ISRAELIANI E IL CESSATE IL FUOCO. E FINORA HA DETTO SEMPRE “NO” 

1. SINWAR PIGLIA TUTTO

Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “Il Foglio”

 

Yahya Sinwar

Yahya Sinwar è stato nominato al posto di Ismail Haniyeh, in questo modo cade del tutto la maschera della divisione tra leadership militare e politica di Hamas. Sinwar è l’uomo che gestisce le operazioni dentro alla Striscia di Gaza, ha organizzato il 7 ottobre in ogni dettaglio assieme a Mohammed Deif, eliminato dall’esercito israeliano a luglio.

 

Sinwar è il leader del tunnel, l’uomo che finora ha avuto l’ultima parola sui negoziati sulla liberazione degli ostaggi israeliani e il cessate il fuoco a Gaza, e ha risposto sempre “no”.

 

IL FUNERALE DI ISMAEL HANIYEH

[…]  Haniyeh viaggiava, faceva gli affari e Sinwar faceva la guerra: ora nelle sue mani ha tutto. E’ una rivoluzione dentro a Hamas, ma il leader del tunnel è sempre stato anche l’ideologo, colui che ha teorizzato che la lotta contro Israele dovesse essere condotta fino alla fine.

 

[…] Il presidente americano Joe Biden in una recente conversazione telefonica con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi e il ministro degli Esteri del Qatar Al Thani ha detto che i negoziati devono andare avanti a ogni costo, perché sono nelle fasi finali. I colloqui sono bloccati da settimane e l’uccisione di Haniyeh non ha cambiato la situazione di stallo.

 

ismail haniyeh yaya sinwar

Non è una brutta notizia soltanto per Biden che voleva che l’accordo a Gaza fosse parte dell’eredità della sua Amministrazione, ma anche per l’Egitto e il Qatar che volevano affermare la loro capacità politica concludendo l’accordo.

 

La nomina di Sinwar però mette Hamas anche più lontano dal Qatar, finora Doha era diventata la casa dei leader del gruppo all’estero, la vita di Haniyeh e di Khaled Meshal negli alberghi di lusso era leggendaria. Il Qatar è sempre stato il più grande finanziatore di Hamas, ma non era il solo: anche l’Iran negli ultimi anni ha contribuito a rafforzare le casse del gruppo di Gaza e Sinwar è l’uomo che ha avvicinato la Striscia a Teheran.

Yahya Sinwar

 

[…]

 

Adesso il gruppo è un elemento ancora più fedele dell’“anello di fuoco”, il sistema che l’Iran ha escogitato per stringere Israele in una morsa di nemici, tutti coordinati tra loro. Se, al posto di Haniyeh, Hamas avesse nominato Meshal ci sarebbe stata una continuità nei rapporti con il Qatar, una consuetudine collaudata, spendibile anche per tenere aperto un canale negoziale. Sinwar con il Qatar dialoga meno, ha capito che è l’Iran l’alleato ideologico su cui fare affidamento.

 

2. HAMAS HA SCELTO LA MENTE DEL 7 OTTOBRE: «MESSAGGIO A ISRAELE»

Estratto dell’articolo di Marta Serafini per il “Corriere della Sera”

 

Yahya Sinwar

Quando parlano di lui, gli analisti israeliani ricordano sempre una sua frase «Abbatteremo il confine con Israele e strapperemo il cuore dai loro corpi». È Yahya Sinwar il nuovo leader di Hamas dopo la morte di Ismail Haniyeh, ucciso a Teheran da un omicidio mirato […]

 

Una nomina che piove come un ulteriore macigno sulla possibilità di un cessate il fuoco per la Striscia e sulla stabilità di tutta della regione togliendo speranza a chi ancora prova a vedere spiragli di luce nel buio della guerra.

 

Il «macellaio» del 7 ottobre, l’uomo che al suo predecessore in lutto per i figli uccisi in un raid israeliano rispondeva che il loro sangue e quello dei palestinesi tutti era necessario per la causa, il fautore dell’alleanza strategica con Teheran, il capo militare che direttamente dai tunnel di Gaza e dal campo diventa il capo politico e si fa guida.

 

yaya sinwar ismail haniyeh

E dimostra come Hamas provi a serrare i ranghi e a dare un segnale di forza nel suo momento più difficile oltre che a rafforzare il suo legame con gli sciiti. Ma anche un messaggio chiaro a Benjamin Netanyahu che lo ha definito «un morto che cammina»: ora la sopravvivenza di Sinwar diventa la sopravvivenza del gruppo mentre tramonta l’ipotesi che la sua testa possa essere moneta di scambio sul tavolo delle trattative. E non importa che l’Idf reagisca alla sua nomina dicendo che «per lui c’è un solo posto ed è accanto a Mohammad Deif», ucciso a Gaza il 13 luglio.

 

Niente più negoziati al Cairo e Doha? Ovunque si trovi Sinwar — alcuni analisti si spingono a dire che possa essere passato in Egitto attraverso i tunnel— il capo dei capi invisibile dal 7 ottobre non potrà palesarsi da nessuna parte senza temere una vendetta ancora più brutale di quella riservata ad Haniyeh.

 

ismail haniyeh a teheran

Per Sinwar, ritenuto da Israele il responsabile numero uno dell’attacco del 7 ottobre, sono stati usati tanti aggettivi: crudele, carismatico, manipolatore, influente, resiliente, perfino uno psicopatico dal grande carisma. Sia quel che sia, questo 61enne è stato rinchiuso in un carcere israeliano per 22 anni dopo una condanna a diversi ergastoli per l’omicidio di tre soldati dell’Idf e 12 palestinesi sospettati di collaborare con lo Stato ebraico.

 

Di lui si ricordano bene gli agenti dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interno israeliano che lo interrogò verso la fine degli anni ‘80: «Ha confessato senza battere ciglio di aver punito un presunto informatore chiedendo al fratello dell’uomo di seppellirlo vivo con un cucchiaio invece che con una vanga. Questo è Yahya Sinwar».

 

Yahya Sinwar in fuga nei tunnel di hamas

Nel 2006 esce dal carcere con altri mille detenuti palestinesi in cambio del rilascio del soldato israeliano Gilad Shalit, prigioniero di Hamas a Gaza per oltre 5 anni. In cella non perde tempo studia il nemico. Impara l’ebraico e legge tutti i libri a disposizione sui padri di Israele, da Vladimir Jabotinsky a Menachem Begin, a Yitzhak Rabin. […]

Yahya Sinwar ismail haniyeh ismail haniyeh yaya sinwar ALI KHAMENEI AI FUNERALI DI ISMAIL HANIYEH

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…