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HOUSTON, ABBIAMO UN NUOVO BIOPIC – ARRIVA AL CINEMA “WHITNEY UNA VOCE DIVENTATA LEGGENDA”, FILM SULL’UGOLA D’ORO D’AMERICA, TROVATA MORTA A 48 ANNI IN UNA VASCA DA BAGNO DI BEVERLY HILLS, NEL 2012: UN’ASCESA COSTELLATA DI SUCCESSI, IL DECLINO, L’ABUSO DI DROGHE E I DANNI ALLA VOCE. IL MATRIMONIO DISTRUTTIVO CON BOBBY BROWN E L’AMORE LESBO MAI RIVELATO PER PAURA DEL GIUDIZIO – LA REGISTA KASI LEMMONS: “NON ERA UNA VITTIMA, MA…” - VIDEO

 

Estratto dell'articolo di Arianna Finos per “la Repubblica”

 

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(…) arriva al cinema un'altra icona della musica, una vita al ritmo della pop dance, un vissuto non meno drammatico.

 

Whitney Houston voleva ballare con qualcuno che l'amava ed è morta sola nella vasca da bagno del Beverly Hilton Hotel dieci anni fa, a 48 anni. Il titolo italiano di I wanna dance with somebody, film di Kasi Lemmons in sala il 22 dicembre (targato Sony, distribuito da Warner) è Whitney una voce diventata leggenda. Ad incarnare la cantante è la britannica Naomi Ackie, attrice e cantante anche se - a differenza di Andra Day e Jennifer Hudson - nel film ci sono le esibizioni originali della Houston.

(…)

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L'ascesa e le tappe più importanti della carriera sono scandite dai successi, da The greatest love of all, a I wanna dance with somebody, dall'inno americano cantato a Super Bowl del 1991 a I will always love you, colonna sonora di Guardia del corpo, il film con Kevin Costner. L'amicizia con Rubyn, che diverrà sua assistente, l'incontro con il marito Bobby Brown, la nascita dell'amata figlia Bobbi Kristina (che sarebbe morta nel 2015 in circostanze simili a quelle della madre), il declino, l'abuso di droga, i danni alla voce.

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(…) Impossibile non ripensare al doc di Kevin Macdonald del 2018, che affrontava il passato oscuro di Whitney, le molestie subite dalla zia Dee Dee Warwick: «Penso di averlo interiorizzato, quel lato - spiega Naomi - Whitney, consapevole o meno, adattava la sua immagine, era al servizio di chi le era intorno e del pubblico globale. Cercava di affrontare le proprie difficoltà, stando attenta alle reazioni dei suoi cari».

 

Per la regista, questo «è un film celebrativo del talento di Whitney. Volevamo, senza essere irrispettosi, raccontare la storia dell'essere umano dietro l'icona. Una donna con difficoltà profonde in cui ci si può identificare».

 

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Una donna padrona delle proprie scelte: dalle canzoni che esprimessero il sentimento del momento, alla svolta R&B per disinnescare il pregiudizio "troppo bianca", dal rapporto distruttivo con Bobby Brown all'uso di droga (in una scena dice a Davis che alcune delle performance che lui ama di più sono state aiutati della droga, «per cantare con gli dei hai bisogno di una scala»).

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«Ho parlato con molti che la conoscevano e nessuno la ricordava vittima. Era una donna forte, ha saputo controllare la sua carriera e il tipo di musica che faceva è diventata negli anni sempre più autentica: c'è bellezza e trionfo in questo». Il film dedica spazio al rapporto con l'amica e innamorata Rubyn: «Chissà cosa sarebbe successo se Whitney non fosse stata messa sotto pressione dall'esterno, dall'immagine da fidanzata d'America che sentiva di dover mantenere. Robyn era dalla sua parte, teneva a lei. Ma volevamo anche ritrarre la forza e la bellezza della loro amicizia, lunga una vita».

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