gas italia russia

ITALIA ALLA CANNA DEL GAS – SE PUTIN CHIUDE IL RUBINETTO COME RITORSIONE PER LE SANZIONI, IL NOSTRO PAESE RISCHIA GROSSO: SI PUÒ SOLO SPERARE CHE IL PROSSIMO INVERNO SIA MITE – LE SCORTE ATTUALI BASTANO SOLO FINO ALL’AUTUNNO, E INTANTO IL GOVERNO CERCA ALTERNATIVE AI RUSSI: BISOGNA MANDARE A PIENO REGIME I GASDOTTI DEL SUD. E POI C’È LA POSSIBILITÀ DI UTILIZZARE LE CENTRALI A CARBONE (ALLA FACCIA DEI GRETINI)

Paolo Baroni per “La Stampa”

 

putin gas

Arrivare a primavera non sarà un problema, mancano appena una ventina di giorni alla fine dell'inverno e le scorte italiane di gas sono ancora ad un livello soddisfacente, con gli stoccaggi di poco sotto il 40%.

 

In più abbiamo diverse fonti di approvvigionamento alternative alla Russia da poter sfruttare. Il problema è il prossimo inverno. Senza le forniture di Gazprom che ci arrivano a Tarvisio via Austria, per noi sarebbe infatti un vero guaio affrontare la stagione più fredda dell'anno.

 

Per questo la possibilità che Mosca venga espulsa da Swift, impedendo all'Eni di pagare le forniture di gas naturale, rappresenta un pericolo serio. Se e come avverrà il blocco da e verso la Russia del sistema che governa i pagamenti internazionali non è ancora chiaro. Non è da escludere ad esempio che venga lasciata aperta una corsia per le forniture di gas, ma di certo occorre prepararsi al peggio.

COME ARRIVA IL GAS IN ITALIA

 

Il prossimo inverno oggi ci sembra lontano ma in realtà è vicinissimo e per questo occorre predisporre per tempo tutte le contromisure. Tant' è che da ieri il Ministero della Transizione ecologica (Mite) ha dichiarato ufficialmente lo stato di preallarme, come nel 2017 quando l'Italia si trovo ad affrontare una eccezionale ondata di freddo.

 

Ma a parte la questione Swift, restare senza gas russo si può? «Dipende dalla durata della guerra in Ucraina e dalle temperature che avremo da ottobre in poi», rispondono gli operatori del settore. Ovviamente non si può sperare solo nel clima mite. Il governo, prima che scoppiasse il conflitto Russia-Ucraina, una prima decisione l'aveva già presa portando al 90% il riempimento degli stoccaggi in vista della prossima stagione invernale.

roberto cingolani

 

Poi c'è la possibilità di utilizzare a piena potenza le centrali a carbone, evocata venerdì da Draghi, e non sarebbe nemmeno un problema aumentare tutte le forniture che ci arrivano da Sud (Algeria, Libia e Azerbaigian). Oggi gli stoccaggi italiani che valgono quasi 20 miliardi di metri cubi di gas (a fronte di un consumo nazionale che lo scorso anno è stato poco sopra i 76 miliardi di mc) sono ancora pieni quasi al 40%, contro una media europea del 30%.

 

 Complice il clima mite, i consumi in questi giorni viaggiano a circa la metà rispetto ai picchi dei giorni più freddi: 250 milioni di metri cubi al giorno (220 ieri per effetto del fine settimana) rispetto ad oltre 400 milioni.

 

le vie del gas russo

Prima che scoppiasse la guerra, di questi 250 milioni di mc di gas appena il 10% era garantito dalla Russia, perché a Tarvisio ne arrivavano appena 26 milioni al giorno (poi risaliti a sorpresa a 60-65-70 milioni) a fronte di una capacità massima di 120 milioni. Secondo i conteggi della Snam, la società che gestisce la nostra rete di gasdotti, nello stesso periodo ne è arrivato di più dall'Azerbaigian via «Tap» (cosa mai successa prima) tanto che nella classifica dei nostri fornitori la Russia (che nell'ultimo anno ci ha garantito il 38% delle forniture) è stata superata dall'Algeria che di norma è al secondo posto.

 

centrale carbone di portoscuso

Sulla scorta dell'indicazione data dal governo di massimizzare le scorte, il sistema Italia sta ricominciando in questi giorni a riempire gli stoccaggi facendo in modo che calino meno del previsto. Questo è certamente un punto fermo.

 

Che tra l'altro ci distingue sia dalla Germania, in questa fase il Paese europeo più in difficoltà perché totalmente dipendente dal gas russo, che da Regno Unito (che non dispone di stoccaggi) e Spagna, che invece vive solo di rigassificatori e non è connessa con la Francia e la rete europea. La nostra vera carta di riserva passa dal Mediterraneo. Attraverso il «Trans Adriatic Pipeline» noi oggi in media a Melendugno riceviamo 27 milioni di metri cubi al giorno di gas azero.

 

IL RITORNO DELLE TRIVELLE CONTRO IL CARO BOLLETTE - LA NUOVA MAPPA DEL GOVERNO PER RADDOPPIARE IL GAS ITALIANO

Nel 2021 il «Tap» ci ha assicurato 6,8 miliardi di metri cubi di gas, quest' anno si andrà a regime e toccherà quota 8 miliardi. Ma potrebbe attivarne anche di più: dal punto di vista tecnico nulla impedisce infatti di raddoppiare la capacità del Tap, e per questo scopo da alcune settimane è stato avviato il cosiddetto «market test» per chiedere agli shipper, ovvero ai vari operatori di mercato, di comunicare entro settembre il loro eventuale interesse ad assorbire quote aggiuntive di metano, posto che l'Azerbaigian non avrebbe alcun problema a fornircene di più. Tecnicamente infatti i tubi della rete italiana di Snam sono perfettamente in grado di reggere il raddoppio.

 

centrale carbone di monfalcone

Col «Transmed» che fa arrivare in Sicilia il gas algerino garantendoci in questa fase 62-65 milioni di metri cubi al giorno si potrebbe fare la stessa cosa. E poi possiamo sempre contare sui nostri tre rigassificatori (Panigaglia, Livorno e Rovigo) che già oggi garantiscono poco più del 13% del fabbisogno nazionale ricevendo gas naturale liquido da Qatar e Algeria, Usa e Centro Africa.

 

Ad oggi «la situazione delle forniture è adeguata a coprire la domanda interna», ha fatto sapere ieri sera il ministero della Transizione, che in Italia ricopre il ruolo di autorità competente per la sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale.

centrale carbone di fusina

 

Nonostante questo, il Ministero ha deciso di far scattare lo stato di preallarme, «considerato l'attuale stato di guerra presente tra la Federazione Russa e l'Ucraina» e «che tale situazione insiste sul territorio attraverso cui passa gran parte delle forniture di gas naturale che approvvigionano il sistema italiano», visto poi che «il livello di pericolosità della minaccia alle forniture è sensibilmente maggiore rispetto a quanto previsto nelle analisi di rischio svolte in passato».

 

L'obiettivo è innanzitutto «sensibilizzare gli utenti del sistema gas nazionale della situazione di incertezza» e «predisporre eccezionali misure preventive per incentivare un riempimento dello stoccaggio anticipato rispetto alle procedure adottate in condizioni normali». Che il gas sia russo o meno non fa differenza, l'importante ora è ricostituire rapidamente le nostre scorte. Poi si vedrà. -

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO