roberto speranza

ITALIA SPACCATA DAL VIRUS: 4 REGIONI (VALLE D’AOSTA, CAMPANIA, PUGLIA E SARDEGNA) VERSO IL ROSSO - CONTAGI ANCORA GIÙ, UN ITALIANO SU DUE ESCE DAL LOCKDOWN - OLTRE 26 MILIONI DOVREBBERO LASCIARE LA ZONA ROSSA PER L'ARANCIONE E SEI REGIONI SPERANO NEL GIALLO DAL 20 APRILE - L’INDICE RT NAZIONALE SCENDE A 0,92

Paolo Russo per “la Stampa”

 

controlli in zona rossa

Quasi un italiano su due martedì uscirà dalla morsa del lockdown. E i numeri in discesa dei contagi ridanno forza al partito «aperturista» che il 20 aprile potrebbe spuntare il ripristino della fascia gialla, dove già con i numeri attuali andrebbero a collocarsi metà delle regioni.

 

Il monitoraggio settimanale di oggi a cura dell' Iss emetterà la sentenza definitiva, ma dai numeri in nostro possesso su Rt e incidenza dei contagi ben sei regioni usciranno martedì dalla zona rossa, dove salvo quelli essenziali i negozi sono chiusi e si esce di casa solo per motivi di stretta necessità, per entrare in quella arancione, dove almeno dentro il proprio comune ci si muove liberamente e solo ristoranti e bar restano chiusi tutto il giorno.

 

LA MADDALENA ZONA ROSSA

Un purgatorio nel quale finiranno, per aver ridotto il numero di contagi settimanali per 100 mila abitanti sotto la soglia di sicurezza dei 250, quasi sicuramente Emilia Romagna (207), Friuli Venezia Giulia (188), Lombardia (183), Piemonte (238) e Toscana (230). A questo gruppo si aggiunge la Calabria, che per due settimane consecutive ha un Rt sotto la soglia di allarme di 1,25 che manda in rosso diretto (è a 0,93). In tutto fanno 25 milioni e mezzo di italiani che riconquisteranno un po' più di libertà a partire da martedì prossimo, quando entreranno in vigore le ordinanze che il ministro Speranza emetterà dopo aver letto il monitoraggio.

 

LAZIO ZONA ARANCIONE

Se quasi mezza Italia ride, 11,4 milioni di connazionali piangono. Sono quelli che abitano in Valle d' Aosta e Campania che restano in rosso, anche se quest' ultima con un Rt sotto l' 1,20 potrà tornare in zona arancione il 20 aprile. Bocciatura in arrivo invece per Puglia e Sardegna, entrambe seriamente candidate a entrare in lockdown da lunedì. La prima per l' incidenza a quota 258, un pelo sopra quella di allarme, mentre la Sardegna per una serie di focolai concentrati in alcuni comuni avrebbe visto schizzare il suo Rt ben sopra il valore di 1,25 che manda in rosso per due settimane.

 

Mentre l' altro indicatore, quello dell' incidenza dei contagi, in caso di valore sotto la soglia di allarme consente di tornare in arancione dopo soli sette giorni. Colorata di arancione resta anche la Liguria, che ha 179 casi settimanali per 100 mila abitanti e un Rt a 1,14.

 

 

ROBERTO SPERANZA - ZONE ROSSE - MEME BY SARX88

Ma oggi il governatore Toti, dopo aver valutato gli ultimi dati sull' epidemia in regione, deciderà se prorogare o meno il lockdown nella riviera di ponente e riportare in presenza le lezioni di licei, istituti tecnici e professionali, ancora tutti in dad nelle aree arancioni.

 

Questo nell' immediato, ma il bollettino di ieri, confermando un ripiegamento verso il basso della curva dei contagi, lascia ben sperare circa il ritorno alle aree gialle per il 20, dopo il «tagliando» previsto dallo stesso decreto di aprile.

 

Perché i contagi sono passati sì da 13.708 a 17.221, ma con più tamponi. E il confronto che conta è quello con i numeri della settimana scorsa, quando di nuovi positivi se ne contavano quasi 22 mila. E i ricoverati nelle terapie intensive sia pur di poco continuano a diminuire: ieri altri 20 in meno dopo i 60 letti che si sono liberati mercoledì. Certo i morti sono sempre tanti, ancora 487. Ma la colonna dei decessi, si sa, è l' ultima a invertire la tendenza.

 

ROBERTO SPERANZA MARIO DRAGHI

Ed è con i numeri del trend in discesa che Salvini si è presentato da Draghi dicendo che «è possibile riaprire in almeno sei regioni» e che «non si può vivere in rosso a vita». Numeri alla mano le «magnifiche sei» sarebbero Abruzzo, Basilicata, Molise, Piemonte, Alto Adige e Umbria. Ma pur con dati un po' più ballerini già oggi avrebbero un profilo di rischio da giallo anche Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche e Trentino. In tutto più di mezza Italia che potrebbe ritornare a riveder le stelle.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO