frontiere confini giorgia meloni

AGLI ITALIANI LA GUERRA FA PIÙ PAURA DEI MIGRANTI – PER IL 58% DEGLI INTERVISTATI “I CONFINI DEL NOSTRO PAESE ANDREBBERO MAGGIORMENTE CONTROLLATI”. UN DATO CRESCIUTO NEGLI ULTIMI DUE ANNI, DALLO SCOPPIO DEL CONFLITTO IN UCRAINA – LA RICHIESTA DI “PATTUGLIARE” LE FRONTIERE È NETTAMENTE PIÙ ALTA TRA GLI ELETTORI DI FDI (85%), SEGUITI DA QUELLI DI AZIONE (74%), CHE SUPERANO ANCHE I LEGHISTI (73%) – MENTRE IL TIMORE PER I FLUSSI MIGRATORI È IN CALO…

Estratto dell’articolo di Ilvo Diamanti per “la Repubblica”

 

FRONTIERA ITALIA

I confini condizionano il “sentimento” degli italiani, come dimostra la recente indagine condotta dal LaPolis-Università di Urbino Carlo Bo. Perché de-limitano lo spazio dei Paesi. E, per questo, de-finiscono il mondo. Non solo sul piano politico. Anche “personale”. […]

 

I confini, infatti, servono a de-limitare i “movimenti”. Perché il controllo dei confini, in particolare, è un metodo di controllo. Necessario a garantire la libertà e la sicurezza personale, in base alla sovranità “nazionale”. Visto che le “nazioni” sono de-limitate, cioè, de-finite, dai confini. I

 

sondaggio su migranti e confini - lapolis e demos

n questa fase, in particolare, i motivi di in-sicurezza inter-nazionale sono diversi e crescenti. Vicino e lontano dai nostri confini. A causa delle guerre che hanno sconvolto il mondo intorno a noi. E che noi percepiamo in tempo reale.

 

[…] Il controllo e, insieme, l’apertura dei confini generano, dunque, sentimenti diversi, nella società. Fino ad alcuni anni fa, in particolare, il “controllo delle frontiere” era necessario per controllare e contrastare i movimenti migratori. Per frenare e, se possibile, fermare l’invasione degli stranieri. In arrivo, soprattutto, dall’Africa.

 

Negli ultimi anni, però, questo sentimento è cambiato. In primo luogo, perché i flussi migratori si sono ridotti sensibilmente. Mentre la domanda di persone che praticano lavori e attività soprattutto manuali, nelle aziende, è cresciuta. E sono molto pochi i giovani italiani disposti a svolgerli. I nostri giovani, semmai, e-migrano, a loro volta, in misura crescente, verso altri Paesi. In Europa. E non solo. Anche per questo gli indici demografici, in Italia, sono, da tempo in declino.

 

FRONTIERA ITALIA

Così, mentre gli “altri”, che vengono da fuori calano, i “nostri” con-cittadini, più giovani e preparati, se ne vanno “fuori”. Naturalmente, come si è detto, da qualche anno, i confini sono guardati con maggiore attenzione, per ragioni diverse. Sempre legate alla in-sicurezza. Generata dai conflitti e dalle guerre che hanno sconvolto i Paesi dell’Est.

 

Dopo l’invasione della Russia in Ucraina. E oggi non ci sono “muri” che de-limitano lo spazio in Europa. E non solo, visto quel che avviene in Medio Oriente. Intorno a Israele. Per questo motivo è interessante, ma anche inquietante osservare come, nel corso degli anni, la domanda di controllo dei confini, fra gli italiani, abbia mantenuto un’ampiezza elevata. E costante. Come emerge dal sondaggio.

 

sondaggio su migranti e confini - lapolis e demos

Questa indagine, infatti, riproduce un sentimento che procede con intensità pressoché immutata dal 2018. Lo sottolinea la quota di persone secondo le quali “i confini dell’Italia andrebbero maggiormente controllati”. Sostanzialmente stabile. Era il 56% nel 2018 e oggi è salita al 58%. È interessante, semmai, osservare come l’ampiezza di chi chiede maggiore controllo ai confini sia ri-salita dopo il 2022. Quando, come abbiamo suggerito, la paura degli altri è stata oscurata dal timore delle guerre.

 

giorgia meloni e matteo salvini alla camera

Intorno a noi. La preoccupazione di fronte al problema ha un colore politico preciso e riconoscibile, in quanto separa gli elettori di Centro Sinistra e di Centro Destra. In modo netto ed evidente. La maggiore domanda di apertura, infatti, si rileva tra chi esprime il proprio favore per il PD e per l’Alleanza Verdi Sinistra. (AVS). Un orientamento condiviso, in misura minore, dalla base del M5s.

 

Mentre a Centro Destra cresce notevolmente la richiesta di controllo delle frontiere. Che supera l’80% tra gli elettori dei FdI e oltre il 70% nella base della Lega, di FI. E di Azione.

Oltre alle ragioni politiche, comunque, contano anche altri fattori. L’età e la professione, in particolare.

 

carlo calenda foto di bacco (1)

È significativo, infatti, come l’indagine LaPolis – Università di Urbino segnali un indice di apertura più elevato fra i giovani, con meno di 30 anni. E, insieme a loro, fra gli studenti. Due categorie che coincidono largamente. […]

FRONTIERA - POLIZIA

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)