marcell jacobs

JACOBS, LA PACCHIA E' FINITA? - PER L'ITALIANO MEDAGLIA D'ORO NEI 100 METRI A TOKYO POTREBBE ESSERE SUONATO IL GONG: È RIUSCITO A INFILARSI NELL'INTERREGNO TRA IL DOMINIO DI BOLT E QUELLO DELL'AMERICANO LYLES, MA ORA? - A 29 ANNI IL VELOCISTA ITALIANO, SPESSO ACCIACCATO DAGLI INFORTUNI, QUANTA BENZINA HA ANCORA NEL MOTORE? - E SOPRATTUTTO: CON LA NUOVA E CAZZUTA GENERAZIONE DI GIOVANI ATLETI SUI 100 METRI, QUANTO PUO' ESSERE COMPETITIVO JACOBS? 

 

1 - JACOBS, QUATTRO CENTESIMI DI RABBIA LA MISSIONE DIVENTA L’ORO IN STAFFETTA

Estratto dell'articolo di Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera”

 

marcell jacobs

 

Quattro centesimi di rabbia possono essere un valido argomento. «Sono amareggiato perché c’era la possibilità di vincere una medaglia» ha detto Marcell Jacobs nella notte dei 100 metri più veloci della storia, in otto sotto i 10” alla media di 9”84 e lui a quattro centesimi dal bronzo olimpico di Fred Kerley. Il re di Olimpia è tornato.

 

Con un attimo di ritardo, ma è vivo e lotta insieme a noi. Possiamo discutere se il trasferimento in Florida poteva essere anticipato, cambiare tutto nella stagione olimpica è sempre un azzardo, però la cura Rana Reider ha funzionato.

 

Jacobs a Parigi ha corso su tempi che non frequentava da tre anni (9”85) e si è dimostrato un abile giocatore di poker, come il nuovo sovrano dello sprint Noah Lyles: il 10”05 in batteria, tredicesimo tempo di qualificazione, al pari dello specchietto per le allodole del test preolimpico a Rieti (10”08), è servito a spegnere i fari sull’azzurro e ad accenderli sugli americani già in forma olimpica ai trials, sul giamaicano new age Thompson (argento), su Tebogo (sesto) con tutta l’Africa sulle spalle.

marcell jacobs nella finale dei 100 metri 7

 

Nella finale supersonica, Jacobs ha provato ad approfittare dell’ottava corsia, e in parte gli è riuscito: Lyles non lo vedeva, era coperto da Tebogo; Thompson e Kerley erano lontanissimi. Ha fatto la corsa su se stesso, Marcell, migliorandosi di quei due decimi che speravamo avesse in tasca, senza averne alcuna certezza. Tre anni fa, a Tokyo, 9”85 sarebbe bastato per conquistare il bronzo. A Parigi non più.

 

Il mondo, mentre Jacobs si dibatteva tra infortuni e fantasmi, procrastinando il cambio tecnico di un allenatore cui era legato come a un padre putativo (Paolo Camossi) ma rimanendo leader in Europa e nel pianeta indoor (60 metri, quindi), non si è mai fermato.

marcell jacobs nella finale dei 100 metri 6

E dai blocchi, in tre stagioni densissime di eventi (c’era da recuperare il tempo perso causa Covid), sono usciti avversari più giovani (Thompson ha 23 anni) o, semplicemente, fuoriclasse: Lyles che riporta l’oro di Olimpia dei 100 negli Usa vent’anni dopo il reprobo Gatlin (Atene 2004) è la pop star che l’atletica aspettava una volta chiusa l’epopea Bolt, di cui Noah è l’erede naturale [...]

 

È nell’interregno tra il dominio del totem Bolt e l’inizio dell’era Lyles che Jacobs ha avuto l’abilità di infilarsi con la sua corsa elastica e decontratta, totalmente made in Italy, lasciandoci a bocca aperta a Tokyo, dove arrivò con una manciata di assi nella manica: la bravura nel gestire gli allenamenti in pandemia, la forma della vita, un talento finalmente maturo, rodato dalle rincorse dei salti e, ancora una volta, l’imprevedibilità. Non lo aspettavano, non lo marcavano. Il campione olimpico più sottovalutato della storia. Peggio per loro.

 

marcell jacobs nella finale dei 100 metri 5

Dal 2021, è cambiato tutto. La nuova eccellenza dello sprint si misura in 9”79, è a stelle e strisce, però il bandierone è stato ammainato con onore, a testa alta, promettendo nuove magie: «Ci sono ancora molti obiettivi da raggiungere nel prossimo quadriennio» annuncia il campione spodestato ma non spezzato, il cui futuro è sempre più americano. [...]

 

2 - NEGLI ULTIMI 20 METRI LYLES VELOCE COME BOLT MARCELL GIÙ DAL PODIO TRA I 50 E I 70 METRI

Estratto dell'articolo di Marco Bonarrigo per il “Corriere della Sera”

 

 

arrivo della finale dei 100 metri a parigi

Disegniamo su un foglio di carta un segmento di 5,8 centimetri e ci renderemo conto di quanto minuscola sia la distanza che domenica sera ha separato il petto di Noah Lyles da quello di Kishane Thompson, la più ridotta di sempre nella storia delle finali olimpiche dei 100 metri. Cinque centimetri sono cinque millesimi di secondo alla velocità di punta raggiunta dal fenomeno Lyles a 27 metri dal traguardo: 43,2 chilometri l’ora.

 

È stata una finale da record, per molti motivi. La prima nella storia in cui tutti i finalisti (otto) sono scesi sotto i 10” netti, la prima in cui il vincitore e l’ultimo arrivato sono stati distanziati da soli 12 centesimi di secondo, la più veloce delle storia per media dei tempi a pari merito con Londra 2012 (9”82, lì calcolati su sei atleti, qui su otto) dove però il lunare 9”62 di Bolt sbilanciò tutto. [...]

 

Dopo dieci metri di gara percorsi in 1”95, l’americano era ultimo e rendeva ben 8 centesimi al nostro Jacobs (secondo dopo Kerley a uscire dai blocchi ma un razzo a mettersi in moto) e 5 centesimi a Thompson. Lyles è rimasto ultimissimo fino ai 40 metri anche se sul lanciato dai 30 ai 40 è stato il più veloce di tutti: l’uomo cannone era innescato. La rimonta successiva ha del mai visto prima: 7° ai 50 metri, terzo dai 60 agli 80, secondo ai 90 metri, Noah ha fatto un miracolo negli ultimi dieci (dove la velocità già decresce per la fatica) rubando un decisivo centesimo a Thompson che già pensava di aver vinto e ritrovandosi con 5 millesimi di vantaggio.

 

FINALE DEI 100 METRI - OLIMPIADI PARIGI 2024

Il tempo negli ultimi 20 metri (1”70) è il primo ad avvicinarsi all’1”67 realizzato da Bolt a Londra (Olimpiadi) e Berlino (Mondiali) in occasione di due record del mondo che resteranno a lungo imbattuti. In una disciplina dove è normale che dei centisti di altissima qualità allunghino con successo fino ai 200 metri, Lyles ha fatto il contrario recuperando il gap.

[...]

 

Quanto hanno pesato le super scarpe con tacco e intersuola in carbonio in un risultato collettivo così importante? I tecnici parlano di margini inferiori a quelli nelle corse di fondo, compresi tra 1% e 2% ovvero tra uno e due centesimi di secondo. Quanto basta per vincere (o perdere) una medaglia d’oro. Per la cronaca Adidas (Lyles) ha battuto Nike (Thompson) e Asics, per la prima volta sul podio dello sprint puro con Fred Kerley, mentre Puma (il brand di Jacobs ma anche di Usain Bolt) scende dal podio.

marcell jacobs nella finale dei 100 metri 2

LYLES FINALE DEI 100 METRI MASCHILI OLIMPIADI GIOCHI OLIMPICI PARIGImarcell jacobs nella finale dei 100 metri 1FINALE DEI 100 METRI MASCHILI OLIMPIADI GIOCHI OLIMPICI PARIGIMARCELL JACOBS NELLE BATTERIE DEI 100M A PARIGI 2024marcell jacobs nella finale dei 100 metri 10

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")