funivia stresa mottarone 1

“LA TRAGEDIA DEL MOTTARONE FIGLIA DELL’INCURIA DI CHI HA MESSO A REPENTAGLIO VITE UMANE PER FACILI GUADAGNI” -  LA DURISSIMA OMELIA DEL VESCOVO BRAMBILLA IN OCCASIONE DELLA MESSA A UN MESE DALLA MORTE DI 14 PERSONE – “NON SI POSSONO MANDARE ALLO SBARAGLIO PERSONE IGNARE ALLA RICERCA DI UN MOMENTO DI SERENITÀ, BARATTANDO LA VITA CON OGNI ALTRO TIPO DI INTERESSE O DI SUPERFICIALITÀ PROFESSIONALE O AMMINISTRATIVA”

Da lastampa.it

 

INCIDENTE FUNIVIA STRESA MOTTARONE

Ecco il testo dell’omelia del vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla durante la messa che ha celebrato questa mattina – mercoledì 23 giugno – al Mottarone, per le 14 vittime dell'incidente della funivia, avvenuto un mese fa. La messa avrebbe dovuto essere celebrata nella piccola chiesa della Madonna della Neve, poco al di sopra della stazione in vetta della funivia del Mottarone. Le manifestazioni di volontà a  parteciparvi - da parte di autorità, soccorritori e cittadini - sono state così numerose che si è deciso per una celebrazione nel piazzale antistante all’immobile posto sotto sequestro

 

«Il grave incidente, avvenuto esattamente un mese fa, nei pressi dell’impianto della funivia del Mottarone ha toccato nel profondo tutti noi. Chi abita in questo anfi-teatro stupendo si è sentito coinvolto perché il trasporto a fune è un mezzo che appartiene al sistema di collegamenti che per molta nostra gente è lavoro e fa parte dello sviluppo turistico del nostro territorio. Quattordici morti, tra cui alcuni bambini, creano un’angoscia e un dolore indicibili.

 

omelia del vescovo brambilla

Questo momento è per chi crede un tempo di preghiera, di affidamento, di richiesta di perdono, per la troppa superficialità con cui talvolta trattiamo la vita. Anche per chi non crede è comunque un gesto per lasciar emergere i sentimenti di condivisione e poter ripartire con grande senso etico e maggior impegno nel proprio cammino.

 

i forchettoni alla funivia del mottarone nel 2014 il video della tv tedesca zdf

Affidiamo alla Madonna della Neve, venerata nella chiesetta qui vicino, questi defunti, i familiari e coloro che a vario titolo sono stati coinvolti in questa drammatica vicenda. Io stesso ho saputo del tragico evento quasi in diretta, perché ero alle 12,15 collegato con il Parroco di Stresa per il giorno di Pentecoste, e solo dopo pochi minuti alle 12,45 don Gianluca mi ha richiamato dandomi la triste notizia. Lo stesso Papa Francesco, il giorno seguente durante l’Assemblea dei Vescovi, mi ha manifestato un intenso cordoglio, che ha espresso poi nel telegramma che mi ha inviato attraverso il Segretario di Stato, card. Pietro Parolin (Lettura del Telegramma).

 

Vorrei ora solo proporvi due spunti di riflessione per sostenere la nostra pre-ghiera e la condivisione di affetto e di carità con le famiglie delle vittime, così gravemente colpite, ricordando anche la famiglia dei nostri fratelli maggiori ebrei, con il piccolo Eitan.

 

LA FUNIVIA STRESA MOTTARONE PIENA CON I FRENI DISATTIVATI

La prima lettura, tratta dal Libro di Isaia, ci presenta una scena, in cui proprio sul monte Sion, a Gerusalemme, tutti i popoli convergeranno verso il Signore. Lì sul monte, Dio preparerà un banchetto abbondante per tutti i popoli perché si affratellino, venga tolto «il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni». Il profeta aggiunge al centro della scena: «Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto». Vorrei che tutti sentissimo il balsamo della consolazione scendere su di noi in questa profezia che dischiude il nostro destino futuro.

 

luigi nerini

Il monte è il luogo dell’incontro con Dio e in ogni tempo le persone sono salite sul monte per uscire dal lavoro usato e dalla vita di ogni giorno e donarsi tempo e spazio per rigenerare se stessi e incontrare Dio. Anche il Mottarone, un monte dal quale si vedono, in uno spettacolo indimenticabile, fino a sette laghi, era la mèta di queste famiglie nel primo giorno di riapertura dopo il lungo periodo di lockdown, alla ricerca di un momento di serenità e di pace. Avevano scelto un posto in alto per guardare il mondo con l’orizzonte della speranza, per togliere il velo che da oltre un anno gravava sui nostri volti e che ci aveva costretto a vivere segregati nelle nostre case. Un giorno spensierato da passare con i legami familiari, perché sul monte tutti possono salire e la montagna attrae ogni popolo e nazione.

 

gabriele tadini

Per questo sentiamo come una grande tragedia che questa occasione di distensione e di incontro, di fraternità e di condivisione, si sia trasformata in un abisso di morte, per l’incuria e l’irresponsabilità di chi ha messo a repentaglio vite umane per facili guadagni. È un pensiero che, oltre le responsabilità penali di competenza della magistratura, ci stringe il cuore, perché ci richiama tutti alla responsabilità morale di chi sovrintende alle regole di sicurezza per i mezzi di collegamento e di ogni altro strumento che ha a che fare con la vita. Non si possono mandare allo sbaraglio persone ignare alla ricerca di un momento di serenità, barattando la vita con ogni altro tipo di interesse o di superficialità professionale o amministrativa.

 

enrico perocchio

Preghiamo, perché ritornando qui ogni anno a ricordare le vittime di questa grande tragedia, possiamo di nuovo dire: «la mano del Signore si poserà su questo monte». Signore, donaci sempre di essere responsabili del nostro lavoro, vigili sulle regole che assicurano la vita delle persone, generosi nel mettere a disposizione risorse che rispettino la sicurezza e sostengano tutto ciò che facilita la comunicazione e la fruizione dei beni della nostra terra. Il Signore ci ha donato un paesaggio incomparabile, non possiamo ferirlo con le nostre azioni improvvide, non possiamo sciuparlo, rimanendo miopi e insensibili. Mettiamo, invece, in opera le condizioni per un’ospitalità autentica, accogliente, come è nella migliore tradizione della gente della nostra terra. I molti che lavorano onestamente per rendere la città di Stresa, con il suo comprensorio, la perla del Lago Maggiore, non possono essere danneggiati da pochi senza scrupoli!

 

FUNIVIA STRESA MOTTARONE

Eppure noi sentiamo che le nostre parole chiedono uno scatto etico e non bastano a placare il nostro cuore e ad aprire un orizzonte di speranza. Neppure servono a dare consolazione alle famiglie delle vittime. Quando chiamiamo così – vittime – i morti del Mottarone, abbiamo già perso il loro volto singolare, e non possiamo dire al piccolo Eitan, perché non ci sono più il suo papà, la sua mamma e il suo fratellino. Davanti al loro volto e al loro nome la nostra parola si spegne in gola. Vorremo poter asciugare le lacrime, ma non ne siamo capaci. Sperimentiamo l’impotenza della nostra parola e dei nostri discorsi. Vorremmo almeno nel silenzio dire i nomi di coloro che sono stati strappati al nostro sguardo: Amit Biran e Tal Peleg (papà e mamma) con il piccolo Tom (fratello di Eitan); Barbara Cohen Konisky e Itshak Cohen (i nonni); Serena Cosentino e Mohammadreza Shahaisavandi (fidanzati); Silvia Malnati e Alessandro Merlo (fidanzati); Roberta Pistolato e Angelo Vito Gasparro (sposi); Vittorio Zorloni e Elisabetta Persanini (mamma e papà) con il piccolo Mattia.

 

FUNIVIA STRESA MOTTARONE

Il Vangelo di Giovanni, con il racconto della risurrezione di Lazzaro, ci indica forse uno spiraglio, perché ci presenta il gesto eloquente di Gesù di recarsi il terzo giorno a trovare il suo amico che è molto malato. «Le sorelle [Marta e Maria] manda-rono a dirgli: “Signore, ecco, colui che tu ami è malato”». Ma Gesù arrivato trova Lazzaro già morto. L’evangelista inserisce un brano emozionante, che sembra una di-gressione: Marta annuncia a Maria – ecco tornano i nomi dei parenti – che il Maestro  è arrivato, anche se in ritardo. Maria esce in fretta per andare incontro a Gesù, ma questo repentino gesto viene interpretato ancora nella direzione della tristezza delle lacrime: «Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro». Maria in realtà sta andando incontro a Gesù per fargli la domanda delle domande, che fa venire le lacrime agli occhi del lettore di ogni tempo: «Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”». Signore se tu fossi stato qui… Anche noi diciamo: Signore dov’eri? Lo diciamo spesso quando non sappiamo cosa dire, anche quando sappiamo che ne siamo in qualche modo responsabili…

 

FUNIVIA STRESA MOTTARONE

Gesù però non parla, ma fa un gesto eloquente, si fa prossimo e piange con noi e come noi: «Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: “Dove lo avete posto?”. Gli dissero: “Signore, vieni a vedere!”. Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: “Guarda come lo amava!”». Gesù guardando noi che piangiamo i nomi e i volti di questi fratelli sventurati, scoppia in pianto con noi, prende le nostre lacrime e le fa diventare le sue. Rende prezioso il pianto dei familiari, della gente buona e onesta, perché ci accorgiamo come è mortifero il nostro agire distratto, superficiale, interessato egoista, quando non ci si rende conto che a farne lo spese sono gli innocenti e i bambini, questi volti che potevano essere quelli del mio papà e della mia mamma, dei nostri nonni e dei nostri figli…

strage funivia del mottarone

 

Qui la nostra parola si ferma. Resta solo il pianto di Gesù che assume le nostre lacrime, le mette nel suo calice d’amore, e le attraversa tutte, perché nessuno mai le possa dimenticare. Poi chiama alla vita l’amico Lazzaro. Noi non ne siamo capaci: possiamo solo attendere che egli ci doni un po’ di consolazione e di speranza. Noi stiamo qui accanto a Gesù, ci stringiamo ai familiari di questi nostri fratelli che ci sono diventati cari, e ascoltiamo Gesù che dice: «Io sono la risurrezione e la vita», perché egli è il Figlio inviato dal Dio Eterno, che è il Dio dei viventi!

strage funivia del mottarone 2

 

Da qui in avanti la nostra voce si fa preghiera, silenziosa, sobria, pudica e di poche e misurate parole, perché sia semplice eco della sua Pasqua. Come dice l’angelo della risurrezione alle donne: «Non cercate tra i morti il Vivente, è risorto, non è qui!». Se le nostre lacrime rimangono, esse sono asciugate dalla sua mano pietosa, perché nessuno più dimentichi quanto dolore devastante la nostra incoscienza può provocare sulla faccia della terra. Certo anche noi, come alcuni dei Giudei, possiamo dire prote-stando: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Risposta non c’è: resta il silenzio, perché ciascuno di noi diventi un po’ più responsabile di fronte al legame che tutti ci tiene uniti. Indissolubilmente!

funivia del mottarone funivia del mottarone 3

 

 

 

il forchettone dei freni di emergenza della funivia del mottarone il forchettone dei freni di emergenza della funivia del mottarone

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI, BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...