gabriel zuchtriegel carandini

LARGO AI GIOVANI SOLO A CHIACCHIERE - L’ACCADEMICO 83ENNE ANDREA CARANDINI METTE ALLA BERLINA FRANCESCHINI PER LA NOMINA DEL 39ENNE GABRIEL ZUCHTRIEGEL A DIRETTORE DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI: “IL MINISTERO HA SCARTATO I MIGLIORI E POI HA SCELTO UNA PERSONA CHE GIUDICO NON ALL'ALTEZZA, CON IDEE DI VALORIZZAZIONE PIÙ COMMERCIALI E SPETTACOLARI CHE CULTURALI. VEDO ORA CHE DUE MEMBRI DEL CONSIGLIO SCIENTIFICO HANNO DATO LE DIMISSIONI A CAUSA DI UNA TALE NOMINA. AVREI DATO QUELLE DIMISSIONI ANCHE IO!”

Andrea Carandini per il “Corriere della sera”

 

GABRIEL ZUCHTRIEGEL

Pompei - pare incredibile - è quasi tutta inedita: non studiata e non pubblicata; le sue 1.500 case sono ignote da sempre al mondo. Bisognerebbe coinvolgere le migliori università in una grande impresa di studio, imponendo un metodo serio e unitario; ma per poter far ciò occorrerebbe saper analizzare un edificio in rovina, cioè bisognerebbe essere capaci archeologi sul campo. Inoltre, pare che manchi un rilievo tridimensionale a nuvole di punti dell' intera città, che ora invece abbiamo per Villa Adriana, fatto da un solo giovane e attuato in sei mesi!

andrea carandini foto di bacco

 

Insomma, se si scatena un terremoto a Pompei, che è in zona sismica, tutto potrebbe perdersi. Inoltre da dieci anni è stata proposta dal Consiglio superiore del ministero una manutenzione programmata dell' intero abitato, che però mai il ministero ha voluto attuare, spendendo altrimenti un cospicuo fondo europeo. Al posto si è avuto il restauro costoso di poche case, qualche manutenzione straordinaria e anche qualche scavo.

 

Ma un po' tutto non giunge a delineare un piano strategico, che impone invece scelte; «questo e quello» rappresenta semmai un cumulo sparpagliato di buone azioni, mai però risolutive. Da ultimo è stato scavato un termopolio con pitture fresche, dimenticando l'ottantina di analoghi servizi, ormai degradati dalla manutenzione episodica, insufficiente e non sistematica. Bell' effetto illusionistico! Fino agli anni 30 è stato aggiornato il plastico ottocentesco della città, voluto dal grande Fiorelli, che riportava architetture e pitture felicemente unite insieme, ma poi nessuno lo ha ripreso.

GABRIEL ZUCHTRIEGEL E DARIO FRANCESCHINI

 

L'unico lavoro serio fatto è quello sulle pitture edite dall' Enciclopedia Treccani, staccate tuttavia dalle strutture: un derma senza muscoli, visceri e ossa. L'ultima speranza stava nella nomina di un nuovo direttore a Pompei.

 

Il ministero prima ha voluto una commissione che è riuscita a scartare i migliori - con un programma come quello sopra delineato -, che sempre scomodi sono, e poi il ministro ha scelto non il migliore della finale terna - un funzionario del medesimo ministero - ma una persona che giudico non all' altezza, già direttore a Paestum, con idee di valorizzazione più commerciali e spettacolari che intrinsecamente culturali: dedito alla mera immagine, alla vaga bellezza... Vedo ora che due membri del Consiglio scientifico di Pompei - un ex direttore generale e direttore dell' Iccrom e una seria docente universitaria - hanno dato le dimissioni a causa di una tale nomina, dettando un giusto scalpore. Avrei dato quelle dimissioni anche io!

ANDREA CARANDINI

 

Il problema è che il ministro Franceschini, occupatissimo per il secondo mandato nella politica più generale e di emergenza - dove a mio avviso bene ha fatto - si è affidato a persone che non hanno eccelso nell' amministrazione: capaci in un attivismo a volte estrinseco, non sempre opportuno e comunque non risolutivo.

 

Nel primo suo mandato il ministro aveva avuto coraggio, come quando ha affrontato una riforma organica del ministero, che in linea di massima ho tra pochi approvato. Ma questa riforma non doveva tralasciare la tutela e andava poi monitorata e corretta alla luce dell' esperienza fatta, ma ciò non è avvenuto (per cui i critici malevoli di quella riforma qualche ragione oggettiva hanno finito per trovarsela tra le mani).

 

GABRIEL ZUCHTRIEGEL

Poi sono venute le creazioni di una Scuola del patrimonio, di un Centro per l' archeologia che non entreranno nella storia. Invece di aiutare le migliori università italiane a eccellere nel mondo, si creano nuove istituzioni, che generalmente fanno una fine poco felice (come quella già alloggiata a Firenze in Palazzo Strozzi e la Soprintendenza del mare, che non potrà esercitare la tutela lungo la costa). Per non parlare da ultimo delle nomine, che giudico inadeguate, come un esperto di protostoria della Lucania al Museo Nazionale Romano, culminate nel caso Pompei.

andrea carandini foto di bacco

 

Spero che il ministro Franceschini, che tanti meriti ha avuto, si rimetta al lavoro seriamente nel ministero, riassumendo lo spirito riformistico e l' apertura del primo mandato e facendo scelte in conseguenza. Anche una persona non all' altezza potrebbe al limite fare del bene, ma se opportunamente guidata.

 

Ma soprattutto a Pompei serve una visione, che non è far di tutto un poco, per moltiplicare le inaugurazioni e compiacere alla burocrazia centrale, ma attuare quel lavoro paziente e lungimirante di conoscenza, tutela e valorizzazione culturale, che attui finalmente un programma serio e non di mera immagine all' acqua fresca, magari anche con bei concerti, di cui abbiamo schiere d' impreparati ma zelantissimi propugnatori.

 

gabriel zuchtriegel

Una valorizzazione da parte d' insipienti, che non hanno i titoli specifici - come l' attuazione e l' edizione di scavi e di analisi di monumenti metodologicamente soddisfacenti - è un danno recato al patrimonio. Come se la valorizzazione non fosse l' ultimo e decisivo fiore, che deve sorgere da un humus culturale serio e civile e non solo mediaticamente sensazionalista.

 

Non scrivo ciò per mettere in difficoltà un ministro tra i migliori che abbiamo avuto, ma devo ammettere che da ultimo mi ha fortemente deluso. La mia è una critica severa, ma che faccio con spirito esclusivamente costruttivo. Il populismo è la grande tentazione del momento, che seduce non solamente i populisti dichiarati e che rischia d' insinuarsi anche nella politica più tradizionale. L' Italia di fronte al Globo merita ben altro: la competenza severa e la comunicazione calda di qualcosa di nuovo da dire. Nulla a Pompei di tutto ciò!

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”