guerra ucraina parolin papa francesco

“APPROVO TRISTEMENTE LA CONSEGNA DI ARMI ALL'UCRAINA” – IL SEGRETARIO DI STATO VATICANO PIETRO PAROLIN INDOSSA L’ELMETTO: “SONO FAVOREVOLE NEL CONTESTO DELLA LEGITTIMA DIFESA DELLA PROPRIA VITA, DEL PROPRIO POPOLO E PAESE, MA RIMANE PRIORITARIA LA RICERCA PRIORITARIA DI UNA SOLUZIONE NEGOZIATA CHE METTA A TACERE LE ARMI ED EVITI UNA ESCALATION NUCLEARE” – UNA SOLUZIONE CHE SEMBRA IN CONTRADDIZIONE CON LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO CHE…

papa francesco pietro parolin

Lorenzo Bertocchi per "La Verità"

 

La manovra incessante delle «divisioni» del Papa per conquistare una «riconciliazione» tra Russia e Ucraina prosegue senza sosta. Francesco bombarda la pace fin da quel 25 febbraio, in cui attraversò piazza San Pietro per andare in via della Conciliazione all'ambasciata russa. Le sue «truppe», schierate nel mondo, seguono la linea della Santa Sede per una soluzione di negoziato che porti al «cessate il fuoco». Quella del Papa non è una posizione utopica o cerchiobottista, né di qua, né di là, ma l'unica posizione possibile perché innanzitutto «tacciano le armi» di fronte alla «tragedia della guerra», come l'ha definita nel messaggio inviato per l'apertura delle Giornate sociali cattoliche europee a Bratislava in programma dal 17 al 20 marzo.

guerra in ucraina 1

 

L'apice di questa azione diplomatica, umanitaria e spirituale messa in campo dal Vaticano è stato raggiunto con due atti, l'incontro in video conferenza di mercoledì scorso del Papa con il patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill e l'annuncio che venerdì 25 marzo Francesco consacrerà all'Immacolato Cuore di Maria la Russia e l'Ucraina. Preghiera ed ecumenismo, diplomazia e politica, nulla vuole lasciare di intentato Francesco.

 

pietro parolin

Fin dal primo incontro con l'ambasciatore russo presso la Santa Sede, ha detto ieri il Segretario di stato Pietro Parolin a Vida Nueva, «siamo sicuri che quanto ha detto all'ambasciatore è stato subito riferito al presidente Putin». Il patriarca Kirill che con due interventi recenti, il 6 marzo in un sermone, e il 10 marzo con una lettera al segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, aveva di fatto trovato una sorta di «giustificazione» all'atto militare russo scaricando sull'Occidente la responsabilità di quanto sta accadendo, mercoledì si è sentito dire da Francesco che «la Chiesa non deve usare la lingua della politica, ma il linguaggio di Gesù».

 

fosse comuni in ucraina

Parole forti, soprattutto se pensiamo a quanto Francesco tenga al processo di avvicinamento con le chiese ortodosse e con la chiesa ortodossa russa in particolare. Proprio con Kirill nel 2016 ci fu lo storico incontro a l'Avana con la firma di una dichiarazione congiunta tra i due. Con Kirill mercoledì il Papa è tornato su di un tema già accennato nella sua enciclica Fratelli tutti e che in questi giorni ha più volte ribadito. «Un tempo si parlava anche nelle nostre Chiese di guerra santa o di guerra giusta.Oggi non si può parlare così», ha detto Francesco. «Non esistono le guerre giuste: non esistono!».

 

pietro parolin bergoglio

 Ma questo non ha impedito al cardinale Parolin di dichiarare al giornale spagnolo Vida Nueva che «approva tristemente la consegna di armi all'Ucraina nel contesto della legittima difesa della propria vita, del proprio popolo e Paese», aggiungendo che ciò non impedisce la ricerca prioritaria di «una soluzione negoziata che metta a tacere le armi ed eviti una escalation nucleare». Le parole di Francesco sul fatto che «non esiste una guerra giusta» e le risposte di Parolin sulle armi per la legittima difesa sono solo apparentemente in contraddizione.

 

guerra in ucraina 3

Peraltro lo stesso Francesco sull'aereo di ritorno dal suo viaggio apostolico in Corea del Sud nel 2014 diceva che «dove c'è un'aggressione ingiusta, posso soltanto dire che è lecito fermare l'aggressore ingiusto. Sottolineo il verbo: fermare. Non dico bombardare, fare la guerra, ma fermarlo. I mezzi con i quali si possono fermare, dovranno essere valutati. Fermare l'aggressore ingiusto è lecito. Ma dobbiamo anche avere memoria! Quante volte, con questa scusa di fermare l'aggressore ingiusto, le potenze si sono impadronite dei popoli e hanno fatto una vera guerra di conquista! Una sola nazione non può giudicare come si ferma un aggressore ingiusto».

 

pietro parolin 2

La priorità della Santa Sede in Ucraina è una e una soltanto: «Fermare subito le armi e aiutare la gente», come ripetono a microfoni spenti dalla sacre stanze. Il Papa disse al sociologo francese Dominique Wolton, in un libro del 2017, che non gli piace usare la parola «guerra giusta», «Si dice: "Io faccio la guerra perché non ho altra possibilità per difendermi". Ma nessuna guerra è giusta.

 

guerra in ucraina 2

L'unica cosa giusta è la pace». Il Catechismo prevede alcune condizioni perché si possa parlare appunto di «guerra giusta», ossia, in sintesi, la proporzionalità della violenza, la discriminazione fra combattenti e non combattenti, la giusta causa, la retta intenzione e la speranza di vittoria, ma già Pio XII nel 1954 di fronte ai pericoli di armi nucleari, chimiche o batteriologiche metteva in guardia dalla via strettissima di una possibile legittimità del loro utilizzo «giusto».

guerra in ucraina 2

 

Il cardinale Alfredo Ottaviani (1890-1979), grande prefetto dell'ex Sant' Ufficio, riteneva che nella guerra moderna non potessero mai verificarsi le condizioni teoriche affinché si potesse avere una proporzionalità verso il fine morale che la guerra «giusta» dovrebbe perseguire. Le «divisioni» del Papa restano impegnate chiaramente contro la guerra e «l'inaccettabile aggressione armata» della Russia, ma lo fanno consapevoli che, per usare ancora parole di Francesco pronunciate ieri, «una guerra sempre - sempre! - è la sconfitta dell'umanità, sempre».

parolinguerra in ucraina 1PIETRO PAROLINmercato di kharkiv distrutto dalle bombe russeesplosione all aeroporto di leopoli bombe su kievdonna ferita a kievbombardamenti in ucrainaUCRAINA - SOLDATI ARMATI Soldati russi in Ucraina 2UCRAINA - SOLDATI ARMATI Soldati russi in Ucrainaparolin e bergoglio

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?