striscione montorio al vomano contro il sindaco

“SUI BAMBINI, LE DISCRIMINAZIONI SONO ANCHE PIÙ RIPUGNANTI. ALTITONANTE LURIDO RAZZISTA!” - BUFERA SUL SINDACO DI MONTORIO AL VOMANO, IN PROVINCIA DI TERAMO, PER AVER ANNUNCIATO CHE IL SERVIZIO MENSA E SCUOLABUS SARÀ “GRATUITO PER I FIGLI DELLE FAMIGLIE RESIDENTI, IN CUI ALMENO UNO DEI GENITORI ABBIA LA CITTADINANZA ITALIANA O DI UN PAESE DELL'UNIONE EUROPEA” – LA DELIBERA HA SCATENATO ANCHE IN UNA PICCOLA MANIFESTAZIONE E UNO STRISCIONE, COMPARSO SUL PALAZZO DI CITTÀ...

Monica Serra per “la Stampa”

 

STRISCIONE MONTORIO AL VOMANO CONTRO IL SINDACO

L'amministrazione comunale di centrodestra lo ha annunciato, senza giri di parole, con un comunicato: «A Montorio al Vomano, dopo la mensa e l'asilo nido, anche il trasporto scolastico è gratuito per i figli delle famiglie residenti, in regola con il pagamento dei tributi comunali, in cui almeno uno dei genitori abbia la cittadinanza italiana o di un Paese dell'Unione europea».

 

Il requisito garantisce il servizio gratis ai figli delle famiglie benestanti senza limiti di reddito ed esclude i figli di quelle in difficoltà che da anni vivono nel comune solo per via della nazionalità. Negli stessi termini è formulato anche nella delibera di giunta voluta dal sindaco Fabio Altitonante, storico consigliere di Forza Italia in Regione Lombardia, imputato nel processo milanese «Mensa dei poveri», che dal 2020 amministra il Comune dove è nato: ottomila anime in provincia di Teramo.

SCUOLABUS

 

«Una vergogna illegittima e illegale», va dritto al punto l'avvocato Alberto Guariso dell'Asgi, l'associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione che, con i colleghi dell'Arci, ha già presentato un ricorso alla sezione civile del Tribunale di Pescara: il processo si aprirà il 2 dicembre davanti al giudice Marco Bortone. 

 

SCUOLABUS

«Una discriminazione nei confronti dei bambini sulla base della nazionalità dei genitori, che non può avere alcuna ragione d'essere, se non ideologica» sottolinea il legale. Ed è contraria - si legge nel ricorso - alla convenzione Onu sui diritti del fanciullo, e al testo unico sull'immigrazione «che impongono per tutti i minori l'accesso alla scuola dell'obbligo e ai servizi a parità di condizione dei cittadini italiani».

 

I precedenti sono diversi, a Brescia come a Lodi, dove - sempre a causa di una delibera di giunta della sindaca leghista Sara Casanova - nel 2018 si era arrivati a escludere i bambini figli di stranieri dalla mensa scolastica, costringendoli a mangiare in un'altra stanza un panino portato da casa, lontano dai compagni di classe italiani. Anche allora si finì in Tribunale e fu dato torto al Comune in ogni grado di giudizio. 

SCUOLABUS

 

A Montorio, racconta Il Centro, la delibera ha scatenato molte polemiche politiche, culminate anche in una piccola manifestazione e in uno striscione, comparso sul palazzo di città, con la scritta «Sui bambini, le discriminazioni sono anche più ripugnanti» che accusa Altitonante di razzismo. 

scuolabus 2

 

«Mai discriminato qualcuno per il colore della pelle - si difende il sindaco -. Avevamo già adottato il requisito lo scorso anno per le mense, la questione ora è stata strumentalizzata dal centrosinistra perché siamo in campagna elettorale. Ci siamo semplicemente adeguati ai criteri nazionali usati dalla carta giovani e, fino a qualche mese fa, dalla carta famiglia». Peccato che anche quelli siano stati dichiarati illegittimi dalla Corte di giustizia dell'Unione europea il 28 ottobre 2021, sempre su ricorso dell'Asgi.

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