vladimir putin joe biden

“BIDEN SI RENDERÀ CONTO CHE NON C'È NESSUNA POSSIBILITÀ CHE LA RUSSIA PERDA, O CHE CAMBI IL REGIME A MOSCA” – LO STORICO NIALL FERGUSON: “OGGI IL PIÙ GRANDE PROBLEMA DELL'AMERICA È L'INFLAZIONE, NON L'UCRAINA. E FINCHÉ WASHINGTON NON SI IMPEGNERÀ A PORRE FINE ALLE OSTILITÀ, MI SEMBRA PROBABILE CHE QUESTE PROSEGUANO OLTRE IL 2022, PERCHÉ È DIVENTATA UNA GUERRA DI LOGORAMENTO. È UN CONFLITTO CHE MOSCA PUÒ VINCERE O ALMENO CONTINUARE A COMBATTERE PER MOLTI MESI – E NON CREDO SIA NELL'INTERESSE DELL'UCRAINA AVERE OBIETTIVI DI GUERRA IRREALISTICI: PIÙ DURA LA GUERRA PIÙ SARÀ DIFFICILE RICOSTRUIRE L'UCRAINA - KISSINGER HA RAGIONE, L'OBIETTIVO DEVE ESSERE TORNARE AI CONFINI DI PRIMA DEL 24 FEBBRAIO”

Marilisa Palumbo per il “Corriere della Sera”

 

Niall Ferguson

Niall Ferguson, tra i più brillanti storici della sua generazione, interverrà oggi al Global Policy Forum ospitato dall'Ispi subito dopo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Alla fine di marzo, a un mese circa dall'inizio della guerra, parlando con il Corriere il docente di Stanford aveva «accusato» gli Stati Uniti di essersi imbarcati in una strategia che porta al prolungamento della guerra, nella convinzione di poter arrivare a un cambio di regime a Mosca. Su Bloomberg ha scritto che «l'amministrazione è più un arsenale della democrazia ucraina che un mediatore della pace».

PUTIN BIDEN

 

Resta convinto che non ci sia un dibattito a Washington su come far finire la guerra?

«Non lo so, ma sono sicuro che ci sia un certo disaccordo, perché, da un punto di vista di politica interna, questa guerra non sta aiutando Joe Biden. Oggi il più grande problema dell'America è l'inflazione, non l'Ucraina. E il conflitto non aiuta, visto l'impatto che sta avendo sui prezzi dell'energia e dei generi alimentari in tutto il mondo. E finché Washington non si impegnerà a porre fine alle ostilità, mi sembra probabile che queste proseguano oltre il 2022, perché è diventata una guerra di logoramento, di artiglieria, e i russi hanno molta artiglieria e molti uomini da impegnare. È un conflitto che Mosca può vincere o almeno continuare a combattere per molti mesi».

putin zelensky biden

 

L'ex segretario di Stato Henry Kissinger ha fatto infuriare molti commentatori e anche lo stesso Zelensky facendo delle dichiarazioni che sono suonate come una sorta di appeasement nei confronti di Putin.

«Ma Kissinger è stato travisato. Ho studiato la trascrizione, e lui ha detto, in primo luogo, che all'Occidente manca la definizione di un obiettivo finale e quell'obiettivo deve essere il ritorno ai confini di prima del 24 febbraio di quest' anno. In secondo luogo, ha ribadito l'idea che non è possibile avere l'Ucraina nella Nato e serve un'Ucraina neutrale. E il terzo punto che ha sollevato è che il problema ultimo non sono gli Stati Uniti e la Russia, ma gli Stati Uniti e la Cina, il confronto di cui dobbiamo preoccuparci di più, perché ha il potenziale di portare alla massima distruzione.

Henry Kissinger e Vladimir Putin

 

Sono d'accordo con tutte queste cose e lo è anche Zelensky, almeno con le prime due, perché ha detto più di una volta che sarebbe un risultato soddisfacente tornare al 23 febbraio, non a prima del 2014, non riconquistare la Crimea. E ha anche detto che uno status di neutralità sarebbe accettabile per l'Ucraina».

 

Zelensky fa anche i conti con la pressione dell'opinione pubblica dinanzi ai costi enormi in termini di vite umane, oltre che economici, dell'aggressione russa.

«Sì ma non credo sia nell'interesse dell'Ucraina avere obiettivi di guerra irrealistici.

E credo Zelensky lo sappia, sappia che più dura la guerra più sarà difficile ricostruire l'Ucraina e renderla una democrazia stabile. Più va avanti una guerra, più difficile diventa trovare la pace. Sarebbe stato meglio cercare un cessate il fuoco nelle prime 3-4 settimane, dopo che i russi hanno fallito nella presa di Kiev, invece di consentire che Mosca acquisisse un vantaggio».

NIALL FERGUSON

 

Cosa pensa del viaggio di Draghi, Macron e Scholz a Kiev?

«Mario Draghi, per il quale nutro il massimo rispetto, sta cercando di trovare un equilibrio molto delicato tra le necessità economiche europee e quella di fermare la guerra. Ed è positivo che sia Draghi a prendere l'iniziativa perché Macron ha un po' danneggiato la sua credibilità mostrandosi troppo ansioso di trattare con Putin. E Scholz, in quanto relativamente inesperto come cancelliere, ha faticato a trovare il tono giusto.

 

Gli Stati Uniti devono capire che questa guerra diventerà molto più problematica per l'Europa dal punto di vista economico con l'avvicinarsi dell'inverno, ed è per questo importante che ci sia una posizione europea unitaria cui Zelensky sia allineato, in modo che non si crei una spaccatura tra Kiev e le capitali Ue. Biden, a un certo punto, si renderà conto che non c'è nessuna possibilità che la Russia perda, o che cambi il regime a Mosca».

 

xi jinping joe biden

La retorica russa però è provocatoria, non ci sono mai aperture nei toni di Putin o Lavrov. Come si comincia il negoziato? Non basta chiedere realismo agli ucraini

«Io credo che i russi parlino duro, ma in realtà, non possono desiderare che le sanzioni diventino permanenti perché, anche se non hanno avuto l'impatto che ci aspettavamo, hanno tagliato fuori Mosca da tutta una serie di prodotti importati, in particolare i semiconduttori. In questo modo, l'economia russa è destinata inesorabilmente a tornare al XX secolo. Questa è la leva che Washington ha sui russi.

VLADIMIR PUTIN JOE BIDEN - ILLUSTRAZIONE TPI

 

Sugli ucraini, è quella di essere il loro principale fornitore di armi. Quindi gli Stati Uniti devono dire a Mosca: bisogna tornare ai confini del 23 febbraio, lasciare i territori conquistati nel frattempo, e se lo farete, ci sarà un graduale allentamento delle sanzioni. Da parte di Zelensky vuol dire accettare che la Crimea è russa così come Donetsk e Luhansk, non le intere province, ma le città controllate dai separatisti al 23 febbraio. La contropartita per l'Ucraina è lo status di candidato Ue, e la costituzione di un accordo di sicurezza, non la membership della Nato, che renda il Paese molto più capace di scoraggiare una invasione russa di quanto non lo fosse a febbraio».

BIDEN XI JINPING

 

Prima ha citato la Cina. Lei ha sostenuto Trump nella sua politica aggressiva sui dazi, ma ora dice che Biden è troppo duro con Pechino.

«Beh, c'è una bella differenza tra l'approccio dell'amministrazione Trump e di quella Biden: per Trump i dazi erano il modo di spingere la Cina a fare concessioni. L'amministrazione Biden si preoccupa molto di più di Taiwan dello Xinjiang, del Tibet, di Hong Kong. L'ultimo discorso di Antony Blinken sulla Cina è da falco. Il problema è che gli Stati Uniti non hanno una strategia credibile per difendere Taiwan in caso di invasione da parte di Pechino.

 

JOE BIDEN XI JINPING

Quindi il mio consiglio a Joe Biden è di non scegliere una battaglia che non può vincere. Mi sembra che, mentre si cerca di porre fine alla guerra in Ucraina, si dovrebbe cercare di porre fine alla guerra commerciale con la Cina. I dazi hanno uno scopo solo come preludio a un negoziato. È lo stesso problema delle sanzioni: se diventano un elemento permanente, che senso ha?».

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…