papa francesco javier martinez-brocal, benedetto xvi su monsignor georg ganswein

“NEL CASO VATILEAKS C'ERA DI MEZZO UNA CRICCA. C'ERA CHI MANOVRAVA, CHI RAGGIRAVA” – PAPA FRANCESCO, NEL LIBRO-INTERVISTA CON JAVIER MARTÍNEZ-BROCAL, RICORDA IL PRIMO INCONTRO CON BENEDETTO XVI DOPO LA SUA ELEZIONE: “MI DIEDE UN GROSSO SCATOLONE E UNA CARTELLINA. ‘SONO GLI ATTI DELL'INCHIESTA’. SI RIFERIVA ALLE CONVERSAZIONI DEI TRE CARDINALI ‘INVESTIGATORI’ SUL CASO VATILEAKS. TRA LE VITTIME CI FU PIETRO PAROLIN, VOLEVANO IMPEDIRE LA SUA NOMINA A SEGRETARIO DI STATO” – LE PAROLE DURE SU MONSIGNOR GEORG GÄNSWEIN: “AVERE UN SEGRETARIO ONNIPOTENTE NON È UNA COSA BUONA” – “BENEDETTO XVI HA RINUNCIATO AL PAPATO PER ONESTÀ. SENTIVA CHE LE FORZE LO STAVANO ABBANDONANDO…”

Da “la Repubblica”

 

Il successore - I miei ricordi di Benedetto XVI – Papa Francesco e Javier Martinez-Brocal

Il testo che segue è un estratto del libro "Il successore", frutto di tre conversazioni fra papa Francesco e Javier Martínez-Brocal tra luglio 2023 e gennaio 2024.

 

Come fu il suo primo incontro con Benedetto XVI dopo l'elezione?

«Avvenne dieci giorni più tardi, il 23 marzo 2013. Raggiunsi Castel Gandolfo in elicottero; lui mi aspettava sulla pista di atterraggio. Lì ci scambiammo anche il primo abbraccio. Era molto freddo, e Benedetto indossava un piumino. Pregammo insieme in una cappella. Fece per cedermi il posto d'onore, ma lo invitai a inginocchiarsi con me allo stesso banco. Lui esitava, allora gli dissi: "Siamo fratelli". Mi uscì così, dal cuore. Poi mi accompagnò in una sala per parlare da soli».

 

Di cosa?

«Si sedette a un tavolo, sopra c'erano un grosso scatolone e una cartellina. "Questi sono gli atti dell'inchiesta". Si riferiva alle conversazioni dei tre cardinali "investigatori" sul caso Vatileaks, Jozef Tomko, Salvatore De Giorgi e Julián Herranz, con testimoni e sospettati. Herranz è un mio grande amico. Ha appena pubblicato un libro, Due papi».

 

papa ratzinger papa francesco

Ho l'impressione che nello scandalo Vatileaks rientrassero due casi: da una parte, il maggiordomo che dopo aver rubato i documenti riservati li fece filtrare alla stampa; dall'altra i "malfunzionamenti" della curia. Un giorno si saprà com'è andata davvero?

«C'era di mezzo una vera e propria cricca. C'era chi manovrava, chi raggirava... Tra le vittime ci fu anche l'allora cardinale Pietro Parolin, volevano impedire la sua nomina a segretario di Stato. Ti dico una cosa sulle persone coinvolte: chi sbaglia va perdonato e si volta pagina. Tutt'altra questione sono gli ostinati. C'erano alcune persone con ruoli di secondo piano che avevano le mani in pasta. Tomko, De Giorgi e Herranz indagarono per mesi e presentarono le loro conclusioni soltanto a Benedetto XVI, senza passare per la segreteria di Stato e senza informare nessun altro.

 

PADRE GEORG GAENSWEIN E PAPA FRANCESCO

Per questo quel giorno a Castel Gandolfo Benedetto volle spiegarmi personalmente le conclusioni a cui erano giunti i tre cardinali. Mi consegnò il materiale e mi disse: "Ho sostituito questa persona, quest'altra e anche questa. Ora suggerisco di sostituire anche lui e lui...". Mi raccontò tutto. Entro un periodo di tempo ragionevole, sostituii le persone che mi aveva indicato e anche altre in base alle mie valutazioni».

 

Ci raccontò che Benedetto non le imponeva mai una soluzione.

«Quando gli facevo una domanda, lui rispondeva: "Magari può guardare anche in quest'altra direzione, tener presente quest'altro elemento". Allargava il campo. Aveva la capacità di ampliare lo sguardo per aiutarmi a prendere la decisione giusta».

 

pietro parolin

Ha mai avuto l'impressione che fosse in disaccordo con lei?

«No. Non diceva mai: "Non sono d'accordo". Anzi, diceva: "Così va benissimo. Però dovrebbe anche tener conto di quest'altra cosa". Allargava, allargava sempre».

 

Ha qualche ricordo materiale?

«Tutte le lettere che mi ha scritto. Le custodisco tutte».

 

Ci furono mai tensioni con collaboratori che ebbero ripercussioni nel rapporto tra voi?

«Be', come sai, dopo la pubblicazione del libro del cardinale Robert Sarah, in teoria scritto con il papa emerito, fui costretto a domandare al segretario di Benedetto che facesse richiesta di "congedo volontario" o "aspettativa volontaria", mantenendo l'incarico di prefetto della Casa pontificia e lo stipendio».

 

In questi anni ho capito quanto grande sia la responsabilità dei collaboratori di ogni papa.

«Dopo questa esperienza, e altre, decisi di sciogliere immediatamente la segreteria papale. I miei due segretari collaborano anche con altri dipartimenti e mi aiutano solo part time. Restano con me per 4 o 5 anni, poi vengono sostituiti».

 

Perché?

MONSIGNOR GEORG GANSWEIN PAPA FRANCESCO

«Avere un segretario onnipotente non è una cosa buona. Non dimenticherò mai un aneddoto. Un vescovo che era solito fare pressioni venne a trovarmi a Buenos Aires e mi disse che stava per partire per Roma. Aveva con sé una borsa enorme, e gli chiesi: "Cos'hai lì dentro?". "Il dulce de leche per i segretari di Giovanni Paolo II. Ne vanno matti" mi rispose. Ecco, quando un segretario comincia a ricevere regali, inizio a preoccuparmi. A volte accade suo malgrado, ma simili omaggi finiscono per condizionarlo. Fare il segretario è difficilissimo. Un buon segretario ti aiuta senza lasciare traccia di sé».

 

benedetto xvi riceve francesco

Gli ultimi mesi sono stati difficili... Alcune sue decisioni sono state contestate, anche da certi vescovi, soprattutto i più conservatori. Cosa non si sta capendo del suo operato?

«Non so proprio cosa dirti. Ma credo che il problema sia che, quando hanno perplessità, non dialogano. Io dico loro: "Chiedete, dialogate, portate a Roma i problemi reali, non le ipotesi dei problemi". Credo che i problemi vadano sempre affrontati con il dialogo (…). A volte si resta erroneamente nel dubbio invece di andare a chiedere spiegazioni direttamente a chi ha preso certe decisioni».

 

Lei come vive questa situazione?

PAPA FRANCESCO E JOSEPH RATZINGER

«Un po' mi dispiace. Forse in molti faticano a comprendere quanto io possa essere disordinato, perché lo sono davvero. In questo dovrei fare più attenzione».

 

Magari preferirebbero che lei restasse a guardare.

«Ma un papa non può rimanere immobile. La Chiesa è in cammino e il papa cammina con la Chiesa. Molte questioni dogmatiche e morali si sono chiarite nell'ultimo secolo. Erano verità già presenti, ma che era necessario chiarire. Oggi diciamo che la pena di morte è immorale, mentre due secoli fa non si poteva dire. Oggi io lo dico e la cosa è accettata senza problemi. Oggi diciamo che il semplice possesso di armi atomiche è immorale, per il rischio che creano.

Prima non si poteva dire. Come vedi, c'è un progresso nella conoscenza della morale, della fede. Non è che cambino, semplicemente alcune realtà si esplicitano meglio».

 

pietro parolin bergoglio

Quando le chiesero se era conservatore o liberale lei rispose: "Le definizioni sono limitanti. Io cerco di essere non conservatore, ma fedele alla Chiesa e sempre aperto al dialogo".

«Essere fedele alla Chiesa presuppone aprirsi al dialogo».

 

Nel Vangelo c'è una promessa di Gesù a Pietro: "Ho pregato per te". Che significa per lei?

«Io chiedo al Signore che non mi lasci, che non mi abbandoni. Non gli dico mai di pregare per me, ma di non lasciarmi. Gli chiedo di aiutarmi a non combinare guai ma di perdonarmi, se dovesse succedermi. Gli chiedo sempre aiuto».

 

Perché secondo lei Benedetto XVI ha rinunciato al papato?

PAPA BENEDETTO XVI

«Non è una mia ipotesi, lo so perché è stato lui stesso a dirmelo. Una volta stavamo parlando ed è venuta fuori la questione. Benedetto ha rinunciato per onestà. Sentiva che le forze lo stavano abbandonando, ed era un problema, perché a luglio 2013 avrebbe dovuto affrontare il viaggio a Rio de Janeiro per la Giornata mondiale della gioventù. La sua rinuncia è stata un gesto di onestà. Non era per nulla attaccato al potere. Proprio in questo periodo sto leggendo alcune cose in proposito».

 

Vede più vantaggi o svantaggi nella possibilità che in futuro un papa possa rinunciare?

«Credo che dipenda da ciascuno. Ora questa porta è aperta. È un'opzione che è sempre esistita, ma Benedetto l'ha resa concreta. Alcuni mi chiedono se anch'io ho intenzione di rinunciare. È una possibilità reale, ma per il momento non ne sento la necessità».

benedetto xvi padre georg gaensweinPadre Georg Ganswein bacia la bara di ratzinger

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…