donne afghanistan sport scuola

“CHE NECESSITÀ C’È CHE LE DONNE FACCIANO SPORT? L’ISLAM VIETA CHE IL CORPO DELLA DONNA SIA VISTO IN PUBBLICO” – ALLA FINE I TALEBANI MOSTRANO IL LORO VERO VOLTO (FONDAMENTALISTA E LIBERTICIDA) E VIETANO ALLE DONNE DI PRATICARE SPORT E DI FREQUENTARE LE STESSE CLASSI DEGLI UOMINI – GLI STATI UNITI E L’EUROPA: “IL NUOVO GOVERNO NON È INCLUSIVO. QUALSIASI LEGITTIMITÀ DOVRÀ ESSERE GUADAGNATA”

sport donne afghanistan2

Lorenzo Cremonesi per www.corriere.it

 

Un mondo senza sport femminili, senza musica che non siano le nenie religiose, senza giochi, senza volti di donne, senza immagini, ma dominato da uomini barbuti che sorvegliano rigorosi fantocci di burqa blu o, ancora meglio, neri dalla testa ai piedi. 

 

Soltanto tre settimane fa i nuovi padroni talebani, ebbri di vittoria, promettevano magnanimi che il nuovo Afghanistan del ritorno dei mullah sarebbe stato accondiscendente nei confronti della società civile sviluppatasi negli ultimi vent’anni sotto l’influenza culturale e sociale della coalizione occidentale a guida americana. Ebbene, non era vero. 

sport donne afghanistan1

 

Gli ultimi due giorni sono stati una drammatica doccia fredda per chiunque si fosse lasciato illudere. Martedì la presentazione del loro nuovo governo ha riportato in auge figure e modi di pensare legati a filo doppio alla loro teocrazia radicale tra il 1994 e il 2001. L’incubo che l’Afghanistan torni ad essere una base logistica del terrorismo internazionale diventa concreto.

 

sport donne afghanistan3

E ieri l’ulteriore passo all’indietro. «Le donne non potranno giocare a cricket, né praticare alcun altro sport che esponga i loro corpi e li mostrino ai media. Ma in realtà, che necessità c’è che le donne facciano sport? L’Islam vieta che il corpo della donna sia visto in pubblico», ha dichiarato Ahmadullah Wasiq, che è il numero due della Commissione culturale talebana. 

 

Ad ascoltarlo tornano alla mente tutti i lenti progressi compiuti dalle donne, ma in realtà dall’intera società afghana, in quei primi anni post-2001. Allora la nascita di una nuova squadra di basket femminile, l’apertura di ogni palestra alle donne, le neo-giornaliste assunte nel proliferare di giornali, radio e televisioni, l’apparire sul mercato del lavoro di professioniste pronte a prendere il proprio posto in uffici che sino ad allora erano stati solo per uomini, sembravano successi destinati a durare, a cambiare il Paese per sempre.

sport donne afghanistan5

 

Le cronache degli ultimi giorni provano che non è così. I talebani hanno vietato da ieri anche le manifestazioni non autorizzate, ordinando di essere informati 24 ore prima circa gli scopi e gli slogan delle proteste. 

 

Gli Stati Uniti e l’Europa, incluso il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, hanno espresso preoccupazione per il nuovo governo: «Non è inclusivo», ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken in una riunione ministeriale virtuale cui hanno partecipato 22 Paesi.«I talebani saranno giudicati dalle loro azioni: qualsiasi legittimità dovrà essere guadagnata».

 

sport donne afghanistan4

L’illusione di un progresso irreversibile si schianta in un deserto di delusioni e paure per il futuro. Questo senso di rottura radicale col recente passato diventa un collettivo trauma identitario e trova la sua espressione plastica nelle tende che adesso vengono tirate nelle classi scolastiche per dividere le donne dagli uomini. 

 

Abbiamo visitato alcune università private che sono state riaperte l’altro ieri (quelle pubbliche restano chiuse). «Le nostre facoltà di Legge formano giudici e avvocati. Valorizziamo i diritti civili. Io stesso faccio parte della commissione che sino al 15 agosto era incaricata di supervisionare la stesura della nuova Costituzione afghana. Ora tutto questo non ha più valore. I talebani imporranno la loro lettura radicale della legge religiosa islamica. Ci considerano nemici, siamo inutili nel loro Stato. Tanti giovani studenti mi dicono che non intendono continuare i nostri corsi. A che servono? Non troverebbero lavoro», spiega Yarmohammad Baqri, 61enne rettore della Ibn Sina University.

donne scuola afghanistan 1

 

Contano circa 1.600 iscritti, il 35 per cento donne, ma ieri erano presenti in tutto solo una quarantina. Lui stesso mi legge le nove disposizioni appena rese note dal nuovo ministro dell’Educazione talebano. Prevedono la totale separazione tra donne e uomini. 

 

«Se ci sono più di 15 studentesse è obbligatorio organizzare classi separate. Se il loro numero è minore occorre tirare un telo divisorio dai compagni maschi. Le ragazze devono entrare in classe cinque minuti prima dei ragazzi e uscire cinque minuti dopo, per evitare occasioni d’incontro. Le classi femminili dovrebbero avere insegnanti donne. Se mancassero, dovrebbero allora trovarsi professori anziani, mai giovani», recita dal testo.

donne scuola afghanistan 2

 

Nell’università Tolo-e-Aftab (l’Alba) sono quattro studentesse ventenni a mostrare come funziona la tenda divisoria. In alcune classi i bidelli la stanno ancora montando. Nella loro è color blu scuro, corre lungo il soffitto e arriva sino al pavimento. «Questa tenda è una vera vergogna. Un abuso. Disturba la nostra concentrazione e non vedo alcun motivo di tenerci separate dai nostri compagni maschi», dice Nadia, iscritta al primo anno della facoltà di Economia. 

 

donne scuola afghanistan 3

Fasilat vede nella tenda l’ennesimo segnale della politica talebana, che toglie alle donne qualsiasi prospettiva di carriera. «Non ci lasceranno lavorare. Studieremo, ma sarà inutile, saremo discriminate per sempre. I talebani non permetteranno che le nostre lauree ci diano accesso a posizioni di rispetto», spiega. 

 

Il rettore Mohammad Arunstanzai mostra dal portatile le nuove disposizioni che pubblicano anche le immagini di lunghi vestiti neri destinati ad essere presto obbligatori per le studentesse. «Ma questo è l’abuso dell’Islam. Non c’è nessun verso del Corano che costringa ad indossare tali brutture», reagisce a caldo Nadia.

donne scuola afghanistan 4

 

Le compagne annuiscono. Il rettore scuote la testa e confessa di temere per il futuro dell’intera università. «Abbiamo oltre 2.000 iscritti, di cui almeno 500 ragazze. Ma oggi si sono presentate solo 10 studentesse e 40 studenti. Tanti ci dicono che intendono lasciare. La crisi economica costringe le famiglie a mandare i figli a lavorare. L’università sta diventando un lusso inutile». 

 

Donne afghane 3

Tra le spese supplementari imposte dalle regole della separazione tra i sessi c’è anche quella del personale universitario. Lui è stato costretto a trovare una stanza riservata alle 10 docenti, che non possono più stare con i 65 colleghi. E lo stesso vale per il personale della segreteria. 

 

I muratori hanno modificato la porta di accesso al loro ufficio. Sembra quella di una cella, con gli studenti costretti a comunicare con loro attraverso una fessura. Le donne stanno sedute nella penombra col capo coperto. Sembrano fantasmi.

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...