indro montanelli

“COI NEGRI NON SI FRATERNIZZA”, “IL BIANCO COMANDI”, “IL METICCIATO TRA BIANCHI E NERI HA DATO RISULTATI CATASTROFICI” - ECCO PERCHÉ I COLLETTIVI CE L’HANNO CON INDRO MONTANELLI - RILEGGENDO ALCUNI SUOI SCRITTI, DATATI 1935 E 1962, S’ANNUSA UN CERTO PENSIERO RAZZISTELLO - IL SUO RACCONTO SU DESTÀ, LA 14ENNE “SPOSATA” IN AFRICA: “FATICAI A STABILIRE CON LEI UN RAPPORTO SESSUALE PERCHÉ ERA INFIBULATA: IL CHE, OLTRE A OPPORRE AI MIEI DESIDERI UNA BARRIERA INSORMONTABILE (CI VOLLE, IL BRUTALE INTERVENTO DELLA MADRE), LA RENDEVA DEL TUTTO INSENSIBILE…” - VIDEO

 

1 - DAL FRONTE AFRICANO

Indro Montanelli - XX Battaglione Eritreo - Dicembre 1935

 

INDRO MONTANELLI - UN SUO SCRITTO DURANTE LA CAMPAGNA D AFRICA

Ci sono due razzismi: uno europeo - e questo lo lasciamo in monopolio ai capelbiondi d’oltralpe; e uno africano - e questo è un catechismo che, se non lo sappiamo, bisogna affrettarsi a impararlo e ad adottarlo. Non si sarà mai dei dominatori, se non avremo la coscienza esatta di una nostra fatale superiorità. Coi negri non si fraternizza. Non si può, non si deve. Almeno finché non si sia data loro una civiltà. Parla uno che comanda truppe nere e che ad esse è ormai attaccato e affezionato quanto alla sua famiglia.

 

Ma non cediamo a sentimentalismi. Del resto, non occorre un intuito psicologico freudiano per avvedersi che un indigeno ama il bianco solo in quanto lo teme o in quanto lo tiene infinitamente superiore a sé. Niente indulgenze, niente amorazzi. Si pensi che qui debbon venire famiglie, famiglie e famiglie nostre. Il bianco comandi. Ogni languore che possa intiepidirci di dentro non deve trapelare al difuori. Salvo qualche mezzacoscienza, nessuno di noi si augura che la guerra finisca. Potrà esser sciocco, ma è così.

indro montanelli in Eritrea

 

Noi, soldati, non abbiamo che un desiderio: continuare, afferrare finalmente questo nemico fantomatico e stroncarlo. Lo faremmo senza batter ciglio. E lo diciamo noi delle Truppe Indigene che tutti, chi più chi meno, un po’ di fuoco lo abbiamo assaggiato e sappiamo già cosa sia. Desideriamo chiudere i conti - e ci pare che quella per via diplomatica non sarebbe mai una vera e propria chiusura. Dirà di più: sentiamo talvolta uno strano senso per l’aviazione e l’artiglieria che, con le loro mirabili azioni preliminari alle nostre avanzate, ci fanno il vuoto barometrico davanti e ci condannano quasi sempre ad un’uggiosa sterilità.

 

INDRO MONTANELLI

Salvo qualche mezzacoscienza, nessuno di noi pensa che un trattato di pace - qualunque esso sia - possa esaurire il nostro compito qui. Non abbiamo messo in bilancio, venendo, dei mesi di vita, ma degli anni. E’ terra sterminata questa, e non facile a domare. Imporrà una selezione molto rigida, sarà un esame alquanto duro che, a superarlo, richiederà non comuni energie, sia fisich che morali.

 

Questo potrà far sorridere chi non sta alla fronte. Ma gli Italiani che vedono l’Africa di lontano o da certe metropolitette di britannico stampo, possono fare a meno di venire o di restare qui. Possono tornare in via Veneto a fare, magari, i reduci con distintivo.

 

2 - LA SOMMOSSA ALL’UNIVERSITÀ DEL MISSISSIPPI

Estratto di un articolo di Indro Montanelli per il “Corriere della Sera” del 03 ottobre 1962

 

INDRO MONTANELLI

[…] Piano piano l'America sta rendendosi conto che con questo problema essa deve convivere perché non lo può risolvere. O meglio, lo può risolvere solo nell'ambito giuridico della parità dei diritti civili. Biologicamente, no. Perché sarà ingiusto, sarà ripugnante, sarà razionalmente inesplicabile e inaccettabile; ma è un fatto che il meticciato coi neri ha dato risultati catastrofici dovunque lo si è praticato. So di dire un'eresia, per i tempi che corrono, ma preferisco l'eresia all'ipocrisia. […]

 

Se per esempio di trovassimo a convivere con un milione di negri qui a Milano, dove qualcuno trova difficile convivere con i calabresi e i siciliani, è proprio sicuro, Lei, che non succederebbe nulla? Io no. Ancora meno sicuro sono che il governo e l’esercito guidati dai bianchi interverrebbero contro i bianchi. Quindi andiamoci piano con i giudizi. E visto che lei sollecita quello mio sia pure in tono di sarcastica sfida, eccoglielo.

 

LA STATUA DI INDRO MONTANELLI IMBRATTATA DI VERNICE DALLE FEMMINISTE

Gli studenti bianchi di Oxford, opponendosi all’ingresso del loro collega Meredith nell’Università, hanno commesso un errore e un sopruso perché un privilegio di razza nel campo dei diritti politici e civili è inaccettabile e indifendibile. Tuttavia questo errore e questo sopruso sono stati un eccesso di difesa ispirato da una preoccupazione che purtroppo è legittima: quella della salvaguardia biologica della razza bianca. So di tirarmi addosso, scrivendo queste parole, fulmini e saette. Ma non è colpa mia se un’esperienza di secoli ha dimostrato che il meticciato tra bianchi e neri ha dato e seguita a dare il più catastrofico dei risultati. Non sarà giusti, ma questi sono i fatti.

 

3 - QUANDO ANDAI A NOZZE CON DESTÀ

Da “la Stanza di Montanelli” sul ''Corriere della Sera'' del 12 febbraio 2000

montanelli

 

Lettera di una lettrice

Caro Montanelli, sono una sua lettrice di 18 anni. Durante una lezione di storia sulla campagna d’Africa, è riaffiorato in me il ricordo molto vago di un suo articolo riguardo una “storia” vissuta da lei con una “faccetta nera”. Vorrei chiederle un grande favore: non racconterebbe un’altra volta quell’avventura che dopo tanto tempo mi è ritornata in mente, stuzzicando la mia curiosità?

Rossella Locatelli, Chiuduno (Bg)

 

Risposta di Indro Montanelli

Cara Rossella,

la tua domanda è alquanto indiscreta, e se tu fossi una diciottenne dei tempi in cui io ero un venticinquenne, la cestinerei senza esitare. Ma siccome sento dire che le diciottenni di oggi sono in grado di affrontare qualsiasi verità senza nemmeno l’imbarazzo di doversene fingere scandalizzate, eccoti quella mia, anche se probabilmente tornerà a tirarmi addosso - com’è già accaduto - le qualifiche di colonialista, imperialista, e perfino quella di stupratore.

 

fedele toscani Indro Montanelli

Dunque, le cose andarono così. Inebriato dall’avventura etiopica, un po’ perché era un’avventura, e un po’ perché come tutti i giovani di allora, avevo nel sangue la Patria, l’Onore e il lavaggio della cosiddetta “onta di Adua”, mi arruolai volontario, e venni assegnato ai reparti indigeni formati dagli Ascari eritrei (ma non soltanto eritrei, perché c’erano anche parecchi abissini, che preferivano combattere dalla parte nostra che non da quella del loro Negus, ma questa è un’altra storia).

 

Completamente frastornato dal nuovo ambiente  (arrivavo da Parigi), mi presentai al comandante di Battaglione, Mario Gonella, un piemontese di lunga e brillante esperienza coloniale, che mi diede alcuni ordini, ma anche alcuni consigli sul modo di comportarmi con gl’indigeni e con le indigene. Per queste ultime, mi disse di consultarmi col mio «sciumbasci», il più elevato in grado della truppa, che dopo trent’anni di servizio sotto la nostra bandiera conosceva i gusti di noi ufficiali.

montanelli intervistato da enzo biagi

 

Si trattava di trovare una compagna intatta per ragioni sanitarie (in quei Paesi tropicali la sifilide era, e credo che ancora sia, largamente diffusa) e di stabilirne col padre il prezzo. Dopo tre giorni di contrattazioni a tutto campo tornò con la ragazza e un contratto redatto dal capo-paese in amarico, che non era un contratto di matrimonio ma – come oggi si direbbe – una specie di «leasing», cioè di uso a termine. Prezzo 350 lire (la richiesta era partita da 500), più l’acquisto di un «tucul», cioè una capanna di fango e di paglia del costo di 180 lire.

 

MONTANELLI

La ragazza si chiamava Destà e aveva 14 anni: particolare che in tempi recenti mi tirò addosso i furori di alcuni imbecilli ignari che nei Paesi tropicali a quattordici anni una donna è già donna, e passati i venti è una vecchia. Faticai molto a superare il suo odore, dovuto al sego di capra di cui erano intrisi i suoi capelli, e ancor di più a stabilire con lei un rapporto sessuale perché era fin dalla nascita infibulata: il che, oltre a opporre ai miei desideri una barriera pressoché insormontabile (ci volle, per demolirla, il brutale intervento della madre), la rendeva del tutto insensibile. Ti risparmio altri particolari, e vengo al seguito e alla conclusione di quella mia prima avventura matrimoniale.

 

Montanelli attentato

Per tutta la guerra, come tutte le mogli dei miei Ascari, riuscì ogni quindici o venti giorni a raggiungermi ovunque mi trovassi e dove io stesso ignoravo, in quella terra senza strade né carte topografiche, di trovarmi. Arrivavano portando sulla testa una cesta di biancheria pulita, compivano – chiamamolo così – il loro «servizio», sparivano e ricomparivano dopo altri quindici o venti giorni.

 

Dopo la fine della guerra e delle operazioni di polizia, uno dei miei tre «bulukbasci» che stava per diventare «sciumbasci» in un altro reparto, mi chiese il permesso di sposare Destà. Diedi loro la mia benedizione. Rientrai in Italia giusto in tempo per essere travolto prima dalla guerra di Spagna e poi da quella mondiale.

COLETTE ROSSELLI INDRO MONTANELLI

 

Nel ’52 chiesi e ottenni di poter tornare nell’Etiopia del Negus, e la prima tappa, scendendo da Asmara verso Sud, la feci a Saganeiti, patria di Destà e del mio vecchio «bulukbasci», che mi accolsero come un padre. Avevano tre figli, di cui il primo si chiamava Indro. Donde la favola, di cui non sono mai più riuscito a liberarmi, che fosse figlio mio. Invece era nato ben 20 mesi dopo il mio rimpatrio. Spero di non averti scandalizzata. Se l’ho fatto, è colpa tua.

 

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT