“COMUNQUE, SE DO FASTIDIO, POSSO ANCHE ANDARMENE”. CHI È STATO SANTE NOTARNICOLA, IL BANDITO DIVENTATO POETA SCOMPARSO A 82 ANNI - LE RAPINE CON LA BANDA CAVALLERO, L’ASSALTO AL BANCO DI NAPOLI, IL PROCESSO CON LUI CHE CHIUSO IN GABBIA SFIDAVA I GIUDICI E L'ERGASTOLO. POI LA NUOVA VITA DA OSTE A BOLOGNA – A DINO BUZZATI FECE VENIRE IN MENTE “UN BAMBINO MESSO IN CASTIGO E IMBRONCIATO” – IL TENTATIVO DI AVVICINARLO AI BRIGATISTI E QUANDO PROVO’ A FUGGIRE DAL CARCERE DI FAVIGNANA

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Andrea Galli per il "Corriere della Sera"

 

«Comunque, se do fastidio, io posso anche andarmene».

sante notarnicola sante notarnicola

Scandendo la frase ai giudici, proteso in avanti come un arbitro o un cavaliere, Sante Notarnicola non provocava né millantava, pur sapendo dell' impossibilità dell' azione, chiuso com' era nella gabbia del tribunale dove, in quel 1971, si celebrava il processo d' appello a lui e al resto della banda.

 

La banda Cavallero, dal nome del capo, Pietro Cavallero, anche se per più di un investigatore il vero comandante - laddove si debba far pesare il dono di natura dell' intelligenza - era proprio Notarnicola, ucciso a 82 anni dalle complicazioni di un' influenza, successiva al Covid.

notarnicola 19 notarnicola 19

 

Restiamo su quella frase al processo. Definito forse con eccessiva facilità e maggiore indulgenza, dimenticando reati e delitti, un «autentico spirito libero», Notarnicola ha avuto, questo sì, un' irrequietezza corrosiva, nutrendo la convinzione d' essere nel posto sbagliato, dunque sentendosi legittimato per coerenza e pace con se stesso, e come rifiuto di colpe non sue, a chiuderla lì, salutare e levarsi di torno. Un anarchico, un vagabondo, un nomade.

 

Oppure no, e un velo di verità potrebbe esserci in un articolo.

sante notarnicola sante notarnicola

Ottobre 1967, due settimane dopo la rapina al Banco di Napoli in largo Zandonai, terrore e tre morti a Milano, uno dei maggiori polizieschi italiani in real time: ebbene, a Dino Buzzati, posizionato nelle vicinanze dei banditi fotosegnalati e interrogati nella caserma dei carabinieri, oltre la «barbetta embrionale» e gli occhi «malinconici» quel Nortanicola fece venire in mente «un bambino messo in castigo e imbronciato».

 

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Ché poi a maggior ragione nell' esistenza di quest' uomo, condannato all' ergastolo e tornato in libertà nel Duemila, è dirimente l' infanzia. Nato a Castellaneta, trenta chilometri da Taranto dove l' unica industria, aveva scritto lui, autore di libri e poeta, era quella dell' emigrazione, finì in un istituto per l' infanzia dopo che il papà aveva lasciato la famiglia per un' altra donna, e la mamma era emigrata a Torino.

sante notarnicola sante notarnicola

 

«Mio padre era estremamente severo... Quando se ne andò non perse il mio affetto, che non aveva potuto nascere, ma il mio rispetto; tutta la sua austerità era naufragata miseramente». A tredici anni, Notarnicola abbandonò l' istituto, salì su un treno, scese a Torino, cercò il buco in periferia dove la madre aveva preso a vivere, e frequentò la strada.

 

Gli operai. Le idee politiche.

Ex partigiani, comunisti, sindacalisti. La commedia umana, tra solidarietà e disperazioni, rabbia e malattie.

 

notarnicola 6 notarnicola 6

Con Cavallero, che abitava negli stessi sobborghi, fu intesa immediata. Si conobbero per caso, si trovarono per forza. A ulteriore conferma, la legge degli innamorati unì due personalità e persone forse perfino antitetiche. Il ghigno di Cavallero, l' espressione corrucciata, a tratti mesta, di Notarnicola, che si è spento lunedì nella casa di Bologna, la moglie al fianco.

 

dino buzzati dino buzzati

Non aveva mai accettato la rappresentazione cinematografica, quei «Banditi a Milano» di Carlo Lizzani, anzi aveva attaccato il regista per la sudditanza allo stereotipo dei pazzi sanguinari, per la banalità della narrazione; Lizzani aveva replicato di raccontare la realtà. E la domanda rimane: chi davvero sia stato il personaggio pubblico Sante Notarnicola. Un rivoluzionario?

 

Fu l' allora giovane magistrato Nino Scopelliti a redigere a Milano la requisitoria contro la banda Cavallero. Cinquemila pagine che includevano le accuse di trenta lesioni gravissime a cittadini e agenti, venticinque rapine, venticinque furti di auto, sei tentati omicidi, dieci violenze private aggravate, cinque sequestri di persona, sette lesioni gravissime...

 

rapina banco di napoli 1967 rapina banco di napoli 1967

Ma non ci fosse stato questo passato, ripetono i suoi sostenitori, non pochi, compagni di chiacchiere e bevute e aneddoti per portici e osterie compresa la sua, non ci sarebbe stato il Notarnicola detenuto, rabbioso combattente nelle denunce contro le limitazioni, capopopolo quando quei penitenziari divennero carceri speciali: letti fissati al pavimento, piatti e bicchieri di carta, innovativi sistemi di allarme. I brigatisti parlarono di «colpo di Stato in carcere».

 

Già, i brigatisti. L' hanno avvicinato ai terroristi, sceneggiando un ruolo nella genesi dell' estremismo. Stava già dentro. Pensava a come uscirne. Tentò di evadere da Favignana. Lo riportarono indietro. Tornò a cercare con gli occhi chiari i gabbiani, forse più aspirazione che consolazione da galeotto. Come da una sua poesia: «...infine vollero sbarrare il cielo/non ci riuscirono del tutto/altissimi/guardiamo i gabbiani che volano».

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