lettere di kurt vonnegut big

“I CRITICI LETTERARI? SONO ‘CUNNILINGUISTI’ CHE SI FINGONO GENTILUOMINI” - È SOLO UNA DELLE LAPIDARIE SENTENZE CHE SI POSSONO LEGGERE NELLE "LETTERE" DI KURT VONNEGUT, SCRITTE DAL GRANDISSIMO AUTORE AMERICANO TRA IL 1940 E IL 2002 - "NORMAN MAILER? UN MARXISTA DA ASILO DOMENICALE. ELLIOT VADA A FARSI FOTTERE. SAUL BELLOW HA SCRITTO PORCHERIE" - SERINO: "PUÒ APPARIRE SFRONTATO, IRRIVERENTE, ICONOCLASTA MA QUESTO CARTEGGIO CI RACCONTA DI UN UOMO GENEROSO, CHE HA SAPUTO ANTICIPARE I NOSTRI TEMPI"

 

 

Gian Paolo Serino per “il Giornale

 

kurt vonnegut 6

Norman Mailer? Un marxista da asilo domenicale. Thomas Elliot? Che vada a farsi fottere. Saul Bellow? Ha scritto porcherie. Mark Twain? Negli ultimi anni ha scritto solo schifezze. Marquez? Non meritava il Nobel. La controcultura, i guru e Grateful Dead? Con Jerry Garcia una volta fumai uno spinello per cercare di essere socievole.

 

I critici letterari? Sono «cunnilinguisti» che si fingono gentiluomini perché hanno paura del vuoto. Queste alcune delle frasi lapidarie, ma mai come sentenze perché sempre venate di ironia e spesso di verità, che si possono leggere in Lettere di Kurt Vonnegut, scritte dal grandissimo autore americano tra il 1940 e il 2002 e raccolte e curate dallo studioso e amico Dan Wakefield e ora in libreria per Bompiani (pagg. 556, euro 20; traduzione di Andrea Asioli).

serino

 

Queste pagine - il sottotitolo, «Tieniti stretto il cappello. Potremmo arrivare molto lontani», è tratto da un suo racconto - formano una sorta di autobiografia senza censure attraverso lettere che si leggono come short stories: storie brevi dove Vonnegut (Indianapolis 1922 - New York 2007) esprime quell'anima che, qualche volta, ha celato nei suoi romanzi: tra i più famosi Ghiaccio nove, Mattatoio n.5, o La colazione dei campioni.

 

È in queste «lettere» che scopriamo il vero Vonnegut ma, soprattutto, sono piccoli capolavori che ci invitano a rileggere le sue opere nell'insieme. Può apparire sfrontato, irriverente, iconoclasta ma questo carteggio ci racconta di un uomo generoso, che ha saputo anticipare i nostri tempi, che non è mai sceso a compromessi nel mondo della letteratura e dell'arte, non solo americana.

lettere di kurt vonnegut

 

E se la prima parte è dedicata alle missive inviate ai familiari, per lo più dal fronte di guerra, è nelle parti successive che la lettura fagocita il lettore in una esplosione di opinioni che non sanno mai di artificio.

 

 

Anche quando potrebbe godere finalmente del proprio successo, «mettersi comodo», Vonnegut prosegue con la propria coerenza e un coraggio che nell'ambiente letterario, ancor oggi, manca del tutto. Vonnegut invece si scaglia contro la critica e forse questo gli ha impedito di avere un pubblico ancora più ampio.

 

 

 

 

 

kurt vonnegut 8

Si dichiara fortemente lontano dai suoi contemporanei che «si fanno strada tra coltri di tenere usanze e consuetudini che imitano la grazia di un ballerino» ma che per lo scrittore non rappresentano che «una nazione di leccaculo. L'unico modo per far carriera di questi tempi (...) diventando chirurghi della critica a caccia di una reputazione facile (...). Noi a nostro modo potremmo cercare di formare una netta maggioranza di persone senza una cazzo di laurea ad un laboratorio di scrittura?».

 

E conclude: «Ora capisco tutti quei critici che si atteggiano a finti gentiluomini elitari. I finti gentiluomini sanno che il vuoto esiste, ma non ne parlano per non allarmare le classi inferiori che potrebbero diventare ingestibili».

 

Robert Sholes, che insegnava alla facoltà di Lettere dell'Università dello Iowa, nel 1967 dedicò un saggio, The Fabuletors, all'opera di grandi scrittori come John Barth o Lawrence Durrell inserendo anche Vonnegut che gli rispose con una lettera: «Gentile Robert, mi sto lambiccando il cervello per trovare quella parola che indica una persona che ha viaggiato molto e parla molte lingue. Credo che la parola al caso mio sia “cunnilinguista".

kurt vonnegut 3

 

Come ci si sente a esserlo? Immagino sia a casa a catalogare diapositive. Se non avessi inserito un indice che segnala tutte le volte che mi menziona, non sarei riuscito a deporlo prima della fine (...). La tua è solo scrittura e credo che anche un pezzo di idiota potrebbe leggere il tuo libro, capirne buona parte e rallegrarsene».

 

La raccolta dà conto di tutto. Le lettere di rifiuto del New Yorker e le stroncature dei critici letterari che ci misero molto tempo prima di comprendere l'ironia e l'attualità delle opere di Vonnegut, almeno sino agli anni Sessanta quando il suo romanzo Mattatoio n. 5 divenne un bestseller in tutto il mondo anche grazie a una nuova coscienza generazionale che contestava la guerra in Vietnam.

 

kurt vonnegut 2

Un pacifismo generalizzato che lo scrittore non amava malgrado fosse considerato un «eroe letterario, un contestatore della presunta legittimità e immutabilità dello status quo»: anzi era molto diffidente nei confronti di quella "controcultura" e del movimento hippie, tanto da scrivere un feroce articolo - Ma dove vai se il Nirvana non ce l'hai?- mantenendosi sempre lontano dai «guru» che ispiravano i Beatles, attori del cinema, i Grateful Dead («Una volta fumai uno spinello con Jerry Garcia e i Grateful Dead tanto per cercare di essere socievole»).

 

kurt vonnegut 5

Anche con gli altri scrittori non si dimostrò mai un «cunnilinguista»: certo fu tra i pochissimi ad essere amico e ad aiutare Richard Yates, l'autore di Revolutionary Road, oltre a battersi per la diffondere la sua opera tra un pubblico più vasto (dato che non fu mai pienamente apprezzato se non dopo la sua morte): gli prestò diverse volte soldi e creò un «fondo di salvataggio» per cercare di farlo vivere al meglio (partecipò alla raccolta anche Woody Allen).

 

A Norman Mailer, ad esempio, scrisse: «Ti auguro tanta fortuna, perché sei lo scrittore della mia generazione che con la giusta fortuna potrebbe fare di più». E in un'altra lettera: «Ti dichiari marxista e quindi dovresti informarti di più sulle feste di raccolta fondi del Partito Socialista del Lavoro: sembrano picnic della scuola domenicale».

 

kurt vonnegut 1

Non mancano i passaggi sul Nobel Saul Bellow: «Ha detto che uno scrittore non dovrebbe credersi uno sciamano. Io sostengo che è quello che dovrebbe essere. Non lo trovi elettrizzante»? Per poi un centinaio di pagine dopo scrivere che rileggendo Augie March di Bellow «sembra una porcheria».

 

Non nasconde la sua antipatia per il Nobel conferito a Màrquez, mentre per Vonnegut sarebbe stato Borges a meritarlo: «Non gli daranno mai il Nobel, tanto comunque vada, non puoi più comprarci neanche una casa veramente bella con i soldi del premio…».

 

kurt vonnegut 10

Sui classici esprime ammirazione per la Poetica di Aristotele («Sembra scritto oggi»), per il poeta francese Francois Villon («Si rese immortale con appena mille versi di poesia») mentre a Thomas S. Eliot «che vada a farsi fottere» perché troppo elitario, e «Mark Twain negli ultimi anni scrisse solo schifezze».

 

Non manca di dichiararsi anche nei suoi carteggi un «luddista» perché «le nuove tecnologie si stanno allargando a macchia d'olio: e credo che oggi l'America consideri il progresso il prodotto più importante».

 

E conclude: «L'umore della mia generazione? Delusione beffarda per come si è ridotto il mondo, così inospitale e sprezzante. Una volta finite la Grande depressione e la Seconda guerra mondiale avevamo progettato di costruire un Giardino dell'Eden. Ma per noi andrà tutto bene. Sono le altre persone che mi preoccupano, e parecchio: i nostri figli, ad esempio».

kurt vonnegut 4

kurt vonnegut 9kurt vonnegut 7

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE...