santa maria capua vetere alfonso bonafede francesco basentini

“DIRE CHE SAPESSI QUELLO CHE ERA AVVENUTO NEL CARCERE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE È PURA FOLLIA” - L’EX CAPO DEL DAP, FRANCESCO BASENTINI, SI SMARCA DALLE VIOLENZE AVVENUTE SOTTO LA SUA RESPONSABILITA’: “SI SCELSE DI SEGUIRE LE REGOLE PER RIPORTARE LA CALMA. IL PROVVEDITORE FULLONE RITENEVA INDISPENSABILE ENTRARE NELLE CELLE PER RIPORTARE LA CALMA E DARE UN SEGNALE AL PERSONALE, IO MI FIDAVO. BONAFEDE? IN QUEL PERIODO NOI ERAVAMO IN CONTATTO COSTANTE…”

Fiorenza Sarzanini per “il “Corriere della Sera”

 

basentini

«Sono stato io a consegnare ai magistrati copia delle mie conversazioni in chat con il provveditore della Campania Antonio Fullone. Dire che sapessi quello che era avvenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere è pura follia». Quando i detenuti furono sottoposti a pestaggio, Francesco Basentini era il direttore del Dipartimento dell' amministrazione penitenziaria. Tutto quello che accadeva era sotto la sua responsabilità.

 

In quelle conversazioni il provveditore Fullone la informa che si procederà a perquisizione straordinaria.

«Lo so bene. Però bisogna prima di tutto ricordare che cosa accadeva in quei giorni».

 

I reclusi protestavano perché non avevano mascherine nonostante alcuni di loro fossero positivi al Covid. È così?

«Il primo caso di detenuto contagiato venne accertato il 4 aprile e iniziarono le proteste».

 

ANTONIO FULLONE

In realtà in tutta Italia le rivolte erano iniziate a marzo, quando erano stati bloccati i colloqui con i familiari.

«Prendemmo la decisione proprio per evitare contatti dei reclusi con l'esterno che avrebbero potuto creare focolai. Ci furono proteste, ma poi tornò la calma. Pensavamo di avere la situazione sotto controllo, invece ad aprile ci furono nuove rivolte».

 

E si scelse la linea dura?

«Si scelse di seguire le regole per riportare la calma. Eravamo tutti d' accordo. Il provveditore Fullone mi teneva costantemente aggiornato sulle situazioni di maggior rischio, come appunto Santa Maria Capua Vetere. Mi informò che il 5 aprile un gruppo di 50 detenuti si era barricato all' interno di un reparto».

 

le foto usate per il depistaggio sulle violenze a santa maria capua vetere 11

Le spiegò anche che cosa stava organizzando?

«Mi disse che aveva avviato un dialogo ed effettivamente riuscì a tenere la situazione sotto controllo. Il giorno successivo mi inviò il messaggio per informarmi che avevano proceduto a una perquisizione straordinaria».

 

È quello allegato agli atti dell' inchiesta in cui lei risponde «fai benissimo»?

«Sì».

 

Ma se la situazione era sotto controllo, che bisogno c' era di entrare nelle celle?

«La conversazione è ormai pubblica e la risposta è nel messaggio che mi aveva inviato. Lui lo riteneva indispensabile per riportare la calma e dare un segnale al personale.

Fullone era ritenuto uno dei provveditori più bravi e competenti, io mi fidavo».

alfonso bonafede francesco basentini 1

 

Non fu neanche sfiorato dal sospetto che la perquisizione «per dare un segnale al personale» potesse trasformarsi in una spedizione punitiva?

«Sinceramente no. Nei messaggi non vi è alcun riferimento alle azioni violente fatte dagli agenti intervenuti».

 

In quei giorni c'era una tensione altissima. Prima di dare il via libera non sarebbe stato opportuno saperne di più?

«Come ho già detto si trattava di un funzionario di grande livello che conosceva perfettamente la situazione. E proprio perché c' era uno stato di massima allerta approvai la scelta di fare la perquisizione. Ma davvero si può credere che io avrei potuto avallare una cosa del genere?».

 

Il provveditore le chiese anche il trasferimento di una parte dei detenuti. Lei si informò dell' esito della perquisizione?

le foto usate per il depistaggio sulle violenze a santa maria capua vetere 12

«Certo, il contatto era continuo. Poco più di una settimana dopo Fullone mi fece l' elenco, sempre tramite messaggio, di quello che era stato trovato nella disponibilità dei detenuti. Mi inviò anche le fotografie».

 

Ma perché vi parlavate tramite messaggi?

«Appena nominato direttore del Dap avevo attivato linee di contatto diretto con provveditori e comandanti proprio per gestire le situazioni più delicate. Quella lo era. Il momento era complicatissimo, alcune scelte andavano condivise in tempo reale. Poi venivano richieste le relazioni».

 

le violenze dei poliziotti sui detenuti a santa maria capua vetere 3

Ne discusse con il ministro della Giustizia Bonafede?

«In quel periodo noi eravamo in contatto costante con via Arenula, facevamo riunioni continue anche con i sottosegretari. Non abbiamo mai sottovalutato nulla».

 

Qualche giorno dopo però cominciarono ad arrivare gli esposti dei familiari dei reclusi. Possibile che non li abbia collegati a quella perquisizione che le era stata preannunciata dal provveditore?

«La relazione mandata al Dap è del 26 aprile, prima non era mai stato informato di quanto avvenuto nelle sezioni. Si scoprì con l' esposto dell' associazione Antigone».

francesco basentini 1

 

E cosa fece?

«Come ricorderà bene il 2 maggio io mi sono dimesso da capo del Dap per le polemiche create ad arte sulle scarcerazioni di chi era accusato di reati di tipo mafioso».

 

Quando ha saputo che c' erano i video dei pestaggi?

«In questi giorni dai giornali. A settembre sono stato interrogato dai magistrati come persona informata dei fatti e ho ricostruito esattamente quello che sto dicendo ora.

Anche a loro ho detto che se avessi avuto informazioni su quello che era successo non avrei esitato a disporre provvedimenti cautelari a carico dei responsabili, come avevo fatto su episodi analoghi avvenuti nel carcere di San Gimignano qualche mese prima».

le violenze dei poliziotti sui detenuti a santa maria capua veterele violenze dei poliziotti sui detenuti a santa maria capua vetere 2le violenze dei poliziotti sui detenuti a santa maria capua vetere le violenze dei poliziotti sui detenuti a santa maria capua vetere 8le violenze dei poliziotti sui detenuti a santa maria capua vetere 9le violenze dei poliziotti sui detenuti a santa maria capua vetere 11

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO