aldo maria valli bergoglio

“DOVE È FINITO IL DOSSIER SULLE FINANZE VATICANE CHE RATZINGER CONSEGNÒ A BERGOGLIO?” - IL VATICANISTA ALDO MARIA VALLI: “CHI LAVORA PER LA TRASPARENZA VIENE ESTROMESSO, MENTRE LE AMMINISTRAZIONI VATICANE VOGLIONO RESTARE SVINCOLATE DA OGNI CONTROLLO. INCLUSA LA SEGRETERIA DI STATO - IL PAPA FA SALTARE QUALCHE TESTA. MA COME SI PUÒ AMMINISTRARE IN QUESTO MODO? UNA FONTE VATICANA CHE MI HA RIFERITO CHE, NEL PERIODO ANGOLANO, BECCIU VENNE A CONTATTO CON ITALIANI CHE, DA QUELLE PARTI, NON SI COMPORTAVANO IN MODO MOLTO CORRETTO…”

Alessandro Rico per “la Verità”

 

ALDO MARIA VALLI

Ci scherza su, il vaticanista Aldo Maria Valli: «Alla luce del caso Becciu, il Papa valuti se circondarsi solo di prelati figli unici...».

 

Allude ai fratelli di monsignor Angelo Becciu?

«Quando uscirà l'enciclica Fratelli tutti, qualcuno potrebbe pensare male...».

 

Dunque, è vero che l'obolo di San Pietro è stato usato per l'acquisto dell'immobile a Londra e che i soldi della Caritas sono finiti alla coop del fratello di Becciu?

«Non ho in mano le carte e non posso giudicare. Il problema è capire perché questi scandali scoppino sempre più spesso».

 

Che idea s'è fatto?

«Le finanze vaticane sono senza pace da decenni. Penso al licenziamento di Ettore Gotti Tedeschi, che voleva fare pulizia, dallo Ior. O, risalendo fino agli anni Settanta, al coinvolgimento di monsignor Paul Marcinkus nel crac del Banco Ambrosiano e in altre vicende oscure».

 

papa francesco bergoglio e il cardinale parolin

Qual è la causa?

«Nelle casse vaticane confluiscono da tutto il mondo somme enormi. Ma le amministrazioni e i centri di spesa sono tanti e differenziati».

 

Quindi?

«Molti hanno fatto in modo di non dover rendere conto a nessuno. Ne sa qualcosa il cardinale George Pell».

 

Il quale, ostacolato dal segretario di Stato, Pietro Parolin, e dallo stesso Becciu, voleva centralizzare le finanze della Santa Sede.

«Nel 2014, fu nominato prefetto della nuova Segreteria per l'economia, proprio per centralizzare e controllare le amministrazioni».

 

BERGOGLIO RATZINGER

Obiettivo fallito?

«Io andai in Vaticano per vedere come lavorava la Segreteria».

 

E cosa scoprì?

«Un collaboratore di Pell mi raccontò della fatica che facevano, con scarsi risultati, nel farsi dare i conti dalle amministrazioni vaticane».

 

Non consegnavano le carte?

«Questi conti, spesso, nemmeno esistevano. O erano stilati in modo approssimativo, magari per celare operazioni opache. Era una situazione di anarchia».

 

Che non fu sanata.

«Sappiamo come finì Pell».

papa francesco bergoglio e il cardinale parolin

 

Travolto dal processo per abusi in Australia, in cui alla fine è stato assolto. Allora, la regia dello scandalo fu vaticana?

«Non lo penso. Ma sicuramente vennero stappate bottiglie di spumante, in Vaticano, per la brutta fine di Pell...».

 

La «fine» di Pell, però, non è stata un caso isolato, giusto?

«Niente affatto. Pensi a Gotti Tedeschi, appunto».

 

E Libero Milone, il revisore dei conti, poi licenziato?

«Idem. E non dimentichi Carlo Maria Viganò: dal 2009 al 2011 fu segretario del Governatorato. Tentò di razionalizzare le spese, di stroncare il clientelismo. Parlò con il Papa di sperperi di denaro, fenomeni di corruzione e operazioni finanziarie o appalti opachi».

BERGOGLIO RATZINGER

 

Ad esempio?

«Il presepe di Piazza San Pietro del 2008, costato qualcosa come 550.000 euro».

 

A cosa portarono le indagini di monsignor Viganò?

«Fu allontanato: trasferito negli Usa come nunzio. Il problema, alla fine, è sempre quello».

 

Ovvero?

«Chi lavora per la trasparenza viene estromesso, mentre le amministrazioni vaticane vogliono restare svincolate da ogni controllo. Inclusa la Segreteria di Stato».

 

Ma papa Francesco vuole davvero fare pulizia?

GEORGE PELL

«La narrativa dominante è quella del povero Papa solo, tradito dai collaboratori».

 

Le cose non stanno così?

«Il Papa non è stato eletto ieri. Ormai, tutti i principali incarichi nella curia romana sono ricoperti da persone scelte da lui. Eppure...».

 

Eppure?

«Tutto verte intorno ad accuse che nascono spesso da carte uscite sulla stampa, con l'interessato che si difende... E alla fine non succede nulla».

 

In che senso?

carlo maria vigano' 5

«Non c'è un vero processo. Ci sono provvedimenti repentini del Papa, che di tanto in tanto fa saltare qualche testa».

 

Lo stesso Becciu si è lamentato di questa sorta di giustizialismo.

«Esatto. Ma come si può pensare di amministrare il Vaticano in questo modo? Io comincio a pensare che il problema stia proprio a Santa Marta, forse nelle caratteristiche psicologiche di questo Pontefice».

 

Cosa intende?

«Si racconta che Francesco passi rapidamente dall'entusiasmo per una persona alla condanna - e che, in questi passaggi, si lasci influenzare facilmente».

 

Ad esempio?

«Un prelato liquidato così: "Mi dicono che lei sia diventato mio nemico". Si tagliano teste in base ai "mi dicono"? Qualcuno ha parlato di clima da junta sudamericana».

 

stabile di sloane avenue londra

Condivide?

«Non siamo lontani dal vero. Ci troviamo spesso di fronte a provvedimenti soggettivi, dettati dalle circostanze, presi in base a chi vince la guerra tra bande. È molto triste, soprattutto per noi credenti».

 

Da dove dovrebbe partire la pulizia delle finanze vaticane?

«Dall'indagine affidata a tre cardinali - Julián Herranz, Josef Tomko e Salvatore De Giorgi - da Benedetto XVI».

 

A quando risale?

«Iniziò dopo il Vatileaks. I tre lavorarono bene. Ricorda la foto dei due Papi a Castel Gandolfo?».

 

Benedetto e Francesco?

«Sì, con lo scatolone consegnato da Benedetto a Francesco, quasi un passaggio di consegne».

 

Giovanni Angelo Becciu

Ebbene?

«Di quel rapporto non si parla più. Quali sono stati i risultati? Chi era implicato? Se serve più trasparenza, questo rapporto dovrebbe saltare fuori».

 

L'obolo di San Pietro dovrebbe servire a finanziare la carità del Papa. Ma investirlo non può servire ad accrescerne la dotazione?

«Il denaro per le attività caritative deve essere utilizzato solo per quelle. Le altre somme possono essere investite, il Vaticano lo fa dall'unità d'Italia, quando la Santa Sede si è trovata senza risorse di altro tipo e poi, dopo i Patti lateranensi del 1929, con le somme ricevute in risarcimento di espropri e confische».

 

GUSTAVO OSCAR ZANCHETTA

In fondo, una Chiesa «povera» rischia di essere anche una Chiesa senza mezzi per la carità.

«Quella della Chiesa "povera per i poveri" è una retorica assurda. Per evangelizzare, la Chiesa ha bisogno di risorse. Ma deve trovarle in modo onesto e trasparente».

 

Nella vicenda dell'immobile di Londra, colpisce la facilità con cui gli investitori ecclesiastici sono stati avvicinati da speculatori inaffidabili. Come mai?

«Anche questa è una costante. La mancanza di trasparenza e la sensazione di essere svincolati da ogni regola attirano i disonesti».

 

Lo scandalo londinese parte dal fallito investimento nel fondo petrolifero angolano.

«Esattamente».

 

Lei ha scritto che monsignor Becciu, da nunzio apostolico in Angola, intratteneva «frequentazioni e amicizie quanto meno sospette». A cosa si riferiva?

«A una fonte vaticana che mi ha riferito che, nel periodo angolano, Becciu venne a contatto con italiani che, da quelle parti, non si comportavano in modo molto corretto...».

 

angelo becciu

A Roma sapevano?

«Ci fu una richiesta per far rientrare Becciu in Italia. E che lui abbia pensato di investire nel petrolio, conferma che fosse coinvolto in vicende strane».

 

Francesco sarebbe furioso per il presunto dossieraggio di Becciu ai danni di uomini a lui vicini, come monsignor Gustavo Zanchetta, accusato in Argentina di abusi sui seminaristi. A giugno, è stato avvistato in Vaticano...

«Sì, pare si trovi lì».

 

Dal sinodo sugli abusi è emersa una volontà punitiva, di nuovo, quasi giustizialista, ma Zanchetta, accusato di abusi, continua a ricoprire l'incarico di assessore all'Apsa?

«Ha ragione. C'è una totale mancanza di trasparenza e di rigore. Tutto è affidato agli umori del Papa: si può essere protetti, o cadere in disgrazia, o finire nelle mani della giustizia esterna».

 

gustavo zanchetta 1

L'effetto degli scandali, sull'opinione pubblica, quale sarà?

«Vedo un grande calo di fiducia nelle gerarchie. E questo calo di fiducia si sta trasformando in un calo di donazioni».

 

Avremo finalmente la Chiesa «povera per i poveri»...

«In effetti, si può iniziare ad avanzare un sospetto».

 

Quale?

«Un Papa che ha destrutturato tutto, inclusa la sua figura, non vorrà per caso destrutturare anche il governo centrale della Chiesa per toglierle risorse?».

 

A che pro?

«Per rendere la Chiesa sempre più annacquata, mescolata al mondo, priva d'identità, sempre più simile a una grande Ong».

 

Pompeo Bergoglio

Francesco ha annullato l'incontro con Mike Pompeo, Segretario di Stato americano. «Speravo che Pompeo e l'amministrazione Trump riuscissero a far rinsavire il Papa, che ha scelto una linea incomprensibile di cedimento al regime comunista di Pechino».

 

Il Papa deve rinsavire?

«Le relazioni dalla Cina parlano di un peggioramento delle condizioni dei cattolici da quando è stato firmato l'accordo con il regime».

 

Che è tuttora segreto.

«Anche per chi dovrebbe conoscerlo, come il povero cardinale Joseph Zen. Qui è in gioco la libertas Ecclesiae. E non solo».

 

Ignazio Kung Pin Mei

Che altro?

«Scendere a compromessi con il regime significa anche mancare di rispetto a schiere di martiri».

 

Addirittura?

«Pensi a vescovi come Ignazio Kung Pinmei, 30 anni in carcere, morto in esilio, o Giulio Jia Zhiguo, più di 15 anni in prigione. È inaccettabile».

 

Inaccettabile?

«Personaggi di spicco in Vaticano, tipo l'arcivescovo Marcelo Sánchez-Sorondo, molto ascoltato da Francesco, dicono che la Cina è il Paese nel quale la Dottrina sociale della Chiesa è applicata meglio. È pazzia».

 

In effetti...

«Questo va detto chiaramente, nel nome di chi in Cina, tutti i giorni, patisce la persecuzione».

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)