fabrizio rondolino e gli animali

“ERO STUFO PERFINO DI ME STESSO” - LA NUOVA VITA DI FABRIZIO RONDOLINO TRA GLI ANIMALI: “ANDAVO IN TELEVISIONE OGNI GIORNO E MI SEMBRAVA CHE FOSSIMO TUTTI DELLE FIGURINE, MI ERO STANCATO DELLE MODALITÀ DEL DIBATTITO POLITICO IN ITALIA. NON MI DIVERTIVO PIÙ. I GATTI? GATTARO LO SEMPRE STATO - CON MIA MOGLIE ABBIAMO ADOTTATO DIVERSI MICI. PENSAVO FOSSERO INFERIORI AI CANI E INVECE..."

Brunella Bolloli per  “Libero quotidiano”

 

FABRIZIO RONDOLINO E GLI ANIMALI

Prima addomesticava Massimo D' Alema, ora Fabrizio Rondolino ci prova con il pastore maremmano, cane buonissimo, ma con la testa dura: è da secoli il guardiano di greggi, abituato alle intemperie e a cavarsela da solo. Bonnie è così, con lo sguardo cerca un cenno del padrone, riconosce la sua autorità, con lui crea una comunicazione invisibile senza bisogno di comandi, è qualcosa di magico. A volte disobbedisce, ma solo perché detesta sprecare energie. Poi ci sono Jefferson e Lola che sonnecchiano sui loro cuscini blu in mezzo a pile di libri. Il maschio è un Maine coon magnetico e beffardo: un gattone con le pupille gialle, i ciuffetti di pelo nelle orecchie come le linci, l' aspetto severo e ieratico di chi non ama condividere il territorio.

 

Rondolino e sua moglie, Simona Ercolani, l' hanno chiamato così da Thomas Jefferson, il presidente degli Stati Uniti autore della dichiarazione d' indipendenza del 4 luglio 1776, perché questo micio è autonomo e imprevedibile, si lascia carezzare solo se lo decide lui. Lola, la fidanzata, è più dolce: una trovatella tricolore chiazzata di rosso, bianco e cenere. Come tutte le femmine ama stare al sole per ore.

FABRIZIO RONDOLINO E GLI ANIMALI

 

L'altra gatta è Mia, anzianotta e capricciosa. Quindi Shylock, il cane lupo cecoslovacco, incrocio tra un pastore tedesco e un lupo, adottato un anno e mezzo fa. È alto, ha il muso allungato ed è un predatore nato. Appena fiuta qualcosa d' interessante, scatta lontano e sparisce, poi torna sazio. È il terrore dei mici, mentre gioca con Bonnie, la regina della casa, presa da piccola, aveva 40 giorni, ed era un gomitolo di pelo soffice come zucchero filato: una cucciola di razza maremmana, abbandonata con due sorelline, tutte salvate dai volontari di Pasqualina & Friends.

 

Questo esemplare di bianca bellezza adesso è cresciuto e fa buona guardia ai suoi padroni. Si deve soprattutto a lei, ultima arrivata nella villa di Poggio Mirteto, buen retiro di Rondolino, la nuova vita dell' ex portavoce di Baffino il quale da intellettuale, editorialista, prezzemolino dei talkshow, si è reinventato etologo e narratore di vicende animali. «Mi sono accorto, a un certo punto, che ero stufo perfino di me stesso.

 

FABRIZIO RONDOLINO E GLI ANIMALI

Andavo in televisione ogni giorno e mi sembrava che fossimo tutti delle figurine, mi ero stancato delle modalità del dibattito politico in Italia. Non mi divertivo più». Nelle sue ultime apparizioni pubbliche, l'ex Lothar di D' Alema era super renziano e contro i Cinquestelle erano botte (verbali). «Grillo? Mi fa ribrezzo». «Gli attivisti pentastellati? Fancazzisti».

 

Litigate epiche riprese sui social. Ma da vecchia volpe della politica niente rinnega e tutto fa brodo. Per essere uno che è stato al vertice della Fgci, tra i comunisti veri del Piemonte, Rondolino di giravolte ne ha fatte: dall' Unità a penna del Giornale di Berlusconi, consulente del primo Grande Fratello («Rocco Casalino l'abbiamo scoperto noi»); ha scritto per i femminili e ha perfino curato la campagna elettorale della Santanchè.

fabrizio rondolino

 

Quando, circa due anni fa, ha deciso che tutto questo non gli bastava più, Fabrizio ha scritto un pacato post di addio in cui citava gli americani, i buddisti, la vita che è un mozzico, come dice la moglie, e non vale la pena di sprecarla con le risse tv. Qualcuno ha titolato: "Lutto nel mondo del web. Rondolino lascia la politica".

 

Sottotitolo: speriamo che poi non torni con l' ennesimo saggio sulla sinistra andata. «In verità l' idea di scrivere un libro c' era», ammette, «ma era sul mondo del lavoro e sul salario universale». Progetto per ora sospeso perché lo scrittore è troppo occupato nel coccolare le sue bestie. Mollato il circo mediatico, l' ex firma dell' Unità giura che non sta pensando di fondare l'ennesimo movimento animalista e non è diventato improvvisamente vegano per seguire certe mode del momento.

 

«Gattaro lo sono sempre stato», dice a Libero. «Ho cominciato ad amare i gatti grazie a mia nonna, da bambino a Torino. Il mio primo micio si chiamava Matilde, era un maschio ma io non sono bravo a distinguere là sotto ed è rimasto con il nome da femmina. Poi è venuto Ugo, così cresce educato, mi sono detto. Era color cammello pallido». Emigrato a Roma, la passione felina è rimasta intatta. «Con mia moglie abbiamo adottato diversi mici: Alfa e Beta, Iris, Enea, Sorciuz, Zio Ray, un norvegese stupendo che è stato con noi 15 anni e per il quale soffro ancora. Pensavo, lo ammetto, che i cani fossero inferiori. Adesso ho scoperto le loro infinite qualità».

FABRIZIO RONDOLINO E GLI ANIMALI

 

ABBRACCI BESTIALI

Sarà la vita nella campagna in Sabina, dove si respira aria di libertà. Sarà che dopo avere bazzicato per una vita i corridoi del potere, dal Bottegone al Transatlantico di Montecitorio, fino a Palazzo Chigi, l'uomo aveva bisogno di disintossicarsi. Per questo lui, che ha sette vite come gli amati gatti, si è buttato a capofitto nel meraviglioso mondo degli animali domestici e ha ideato una rubrichetta on line, Bonnie & Co. si chiama (sul Corriere.it), diventata un appuntamento fisso per gli appassionati della materia. Nel blog non ci sono i consigli sulle pappe migliori per il micio né lo spot al tosatore di grido per Fido.

 

Sono sviscerati, invece, episodi di vita vissuta e storie nate dalle segnalazioni dei lettori. Esempi: Perché il cane lupo prende in bocca la mano del padrone, ma non affonda i denti? Perché Shylock sotterra l'osso che gli allungo, mentre Bonnie no? Perché fin da cuccioli è fondamentale abituarli a un ordine sociale condiviso affinché stiano in armonia, mici compresi? Come si abitua l' amico peloso a farla fuori casa?

(Per inciso: pulisce sempre lui quando sporcano).

 

fabrizio rondolino col toscano duecento

L'ex spin doctor ha studiato la teoria del branco, non improvvisa, divora tomi di scienziati, è attento ad ogni segnale, e per non commettere sbagli, specie con i suoi cani che non sono proprio chihuahua, si fa aiutare da un addestratore professionista («il mitico Gianluigi»), partendo dal presupposto che «i cani sono perfetti, i padroni quasi mai».

 

Seguendo i consigli giusti Rondolino ha appreso l'importanza dei gesti per tranquillizzare i propri "guardiani", che altrimenti ringhierebbero di fronte agli sconosciuti. Come quella volta che hanno suonato i carabinieri per notificargli una querela. «Scusi, appuntato, ma ci dobbiamo abbracciare», ha detto il giornalista stringendo a sé l'incredulo militare. «L'abbraccio serve per dire ai cani: lui è mio, voi non dovete fargli niente». Questione di educazione per raggiungere una convivenza serena. Così Fabrizio Rondolino, il portavoce che provava a smussava gli angoli del carattere di D' Alema («in realtà è simpatico»), ora si destreggia tra cani e gatti, cinghiali selvatici e altri esemplari della fauna laziale.

ERCOLANI RONDOLINO

In fondo, dallo zoo della politica a quello reale è un attimo.

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...