filippo di giacomo giuseppe conte

“DAL GOVERNO VI E’ UNA FORTE DISCRIMINAZIONE CONTRO LA COMUNITÀ CREDENTE” - DON FILIPPO DI GIACOMO ACCUSA: “GLI ESPERTI TRATTANO IL PONTIFICATO ROMANO E L’EPISCOPATO ITALIANO COME VECCHI ZII INCAPACI DI TROVARE COMPORTAMENTI CORRETTI, MANCO FOSSERO TUTTI INTERDETTI” - IL REPORT SULLE VIOLAZIONI DELLA COSTITUZIONE, DEL CONCORDATO, DEL CODICE PENALE  E DELLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE…

CARTABIA

1 - DAGOREPORT

Perchè la Cartabia, presidente della Corte Costituzionale, ha dichiarato oggi  che «La piena attuazione della Costituzione richiede un impegno corale, con l'attiva, leale collaborazione di tutte le Istituzioni, compresi Parlamento, Governo, Regioni, Giudici. Questa cooperazione è anche la chiave per affrontare l'emergenza. La Costituzione, infatti, non contempla un diritto speciale per i tempi eccezionali, e ciò per una scelta consapevole, ma offre la bussola anche per navigare per l'alto mare aperto nei tempi di crisi, a cominciare proprio dalla leale collaborazione fra le istituzioni, che è la proiezione istituzionale della solidarietà tra i cittadini»?

 

Quello che Conte sta operando è una violazione:

 

1. dell’art, 7 della Costituzione: «Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani»;

PAPA BERGOGLIO E GIUSEPPE CONTE

 

2. dell’art. 2 del Concordato 1983: 1. La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica.

 

3. Dell’art.405 del Codice Penale italiano: «Chiunque impedisce turba l'esercizio di funzioni, cerimonie o pratiche religiose del culto di una confessione religiosa, le quali si compiano con l'assistenza di un ministro del culto medesimo o in un luogo destinato al culto, o in un luogo pubblico o aperto al pubblico, è punito con la reclusione fino a due anni. Se concorrono fatti di violenza alle persone o di minaccia, si applica la reclusione da uno a tre anni.

 

4. E anche della sentenza della Corte Costituzionale 203/1989 (Relatore Casavola)

 

2 - MONSIGNOR FILIPPO DI GIACOMO: “DAL GOVERNO VI E’ UNA FORTE DISCRIMINAZIONE CONTRO LA COMUNITÀ CREDENTE”

filippo di giacomo

(AGI) - Dal governo vi è "una forte discriminazione contro la comunità credente che viene trattata come composta da persone che non hanno guida, che non sono capaci di agire all'interno". Non ha mezzi termini il canonista e vaticanista Filippo Di Giacomo nel criticare le disposizioni rese ieri dal presidente del Consiglio Conte anticipando il contenuto del decreto attuativo della Fase 2. "Terribili" le disposizioni, continua all'AGI Di Giacomo, di "non meglio precisati esperti" di autorità sanitarie che "decidono come devono avvenire i riti, per esempio i funerali all'aperto con non più di 15 persone. Devono dirci quali preghiere utilizzare? E come celebrare? Questo non avveniva nemmeno ai tempi di Mussolini e Stalin e non avviene nemmeno nell'Arabia Saudita".

 

PAPA BERGOGLIO E GIUSEPPE CONTE

L'intervento di questi esperti "che si stanno rinchiudendo in una gabbia di incompetenza, isteria e ignoranza", "non si giustifica nel nome di nessuna esigenza", Esperti che "trattano il pontificato romano e l’episcopato italiano come dei vecchi zii incapaci di trovare comportamenti corretti manco fossero tutti interdetti".

 

Di Giacomo è chiaro: "Non c’è solo il diritto statale e il diritto canonico, c’è anche il diritto concordatario in Italia che è legge interna dello Stato italiano ma è legge interna anche della Chiesa cattolica. L’articolo 7 della Costituzione dice che Stato e Chiesa sono, nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. L’articolo 2 del Concordato del 1983 dice che in particolare lo Stato assicura alla Chiesa la piena libertà di organizzazione del pubblico esercizio del culto. Poi c’è l’articolo 405 del codice penale italiano che dice che chiunque interrompe un atto di culto con l’assistenza di un ministro del culto medesimo è punibile da un anno a tre anni di carcere".

Filippo Di Giacomo

 

"Questo è il quadro giuridico di cui va tenuto conto e analizzato anche con una regola giuridica che in Italia è dogmatica e che vuole che - spiega - le norme abbiano una gerarchia. Per cui un articolo costituzionale prevale su qualunque altra legge dell’ordinamento. Il Concordato inserito nella Costituzione prevale su qualsiasi altra legge e il codice penale prevale sugli atti amministrativi". Quindi "se si vuole cambiare la Costituzione ci vuole la norma Costituzionale, se si vuole cambiare il Concordato ci vuole un nuovo Concordato, se si vuole cambiare il Codice penale ci vuole una nuova norma del Codice penale. Un atto amministrativo sia se viene fatto dal presidente del Consiglio dei ministri, sia se viene fatto dal presidente della Regione, sia se viene fatto dal sindaco, non può scavallare questo quadro normativo all’interno del quale la Chiesa si situa".

 

"La Chiesa si è assoggettata all’intero quadro giuridico espresso dalle nostre autorità civili ed esse non tengono conto né della Costituzione, né del Concordato né del codice penale. Chi sta fuori la legge in questo momento?".

 

Per il canonista il "problema vero è che pure accettando tutte le eccezionalità della situazione e pure accettando di privilegiare alcune regole che sono tese alla tutela della salute pubblica, la Chiesa è ampiamente in condizione di garantire, con gli spazi che ha, con le strutture che ha, con gli uomini che ha, con le persone che ha, a quei 7-12 milioni che ogni domenica vanno a messa, quelle che sono le esigenze che sono imposte dalle autorità sanitarie locali".

PAPA BERGOGLIO E GIUSEPPE CONTE

 

"Non si riesce a capire perché - prosegue Di Giacomo - venga considerata composta da persone inadatte o incapaci ad avere una prassi incoerente con le esigenze del momento quando da duemila anni se c’è una struttura in Italia che è coerente con le esigenze del momento questa si chiama Chiesa cattolica.

Basti ricordare che - aggiunge - la Chiesa cattolica paga 900 euro al mese per mantenere 28 mila rifugiati che vengono a chiedere asilo in Italia e tante altre cose che sono nell’ambito del Concordato, terreno in cui collabora con lo stato per il bene comune". Perché quindi la Chiesa "non può collaborare al bene comune in questo momento?". Senza contare che, come dimostrano i dati, "oltre ai medici di base, la categoria professionale con più morti è quella dei preti".

 

 

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