mimmo lucano

“HO FALSIFICATO DEI DOCUMENTI MA LA MIA ERA UNA MISSIONE. QUATTORDICI ANNI SI DANNO PER OMICIDIO. IO SONO INCENSURATO” – MIMMO LUCANO GIRERÀ UNA SERIE AUTOBIOGRAFICA PER NETFLIX – “RITORNERÒ A FARE IL SINDACO DI QUESTO PAESE. IL PROCESSO D'APPELLO DOVREBBE CONCLUDERSI IN UN ANNO E MEZZO, FRA DUE ANNI VOGLIO RICANDIDARMI” - “A SETTEMBRE 2016 ALLA PREFETTURA DI REGGIO CALABRIA ARRIVA MICHELE DI BARI, UNO CHE FA CARRIERA. SALVINI LO NOMINA CAPO DIPARTIMENTO. DOVREBBE DIRE PERCHE' A RIACE SI E' COMPORTATO IN UN CERTO MODO..."

MIMMO LUCANO

Niccolò Zancan per “la Stampa”

 

«La vita è una volata di vento. Alla fine rimangono solo le scelte che hai fatto. Io non sono uno della Lega, non lo sarò mai». Mimmo Lucano è vivo, innanzitutto. Questo c'è da dire. Non è rimasto schiacciato sotto il peso della condanna a 13 anni e 2 mesi di carcere per associazione a delinquere, abuso d'ufficio, truffa e peculato. Abita sempre a Riace nella solita stanza, con un letto singolo e una stufetta. 

 

mimmo lucano 5

Presto si comprerà due capre e girerà una serie autobiografica per Netflix, ogni giorno coltiva lo stesso sogno di rivalsa: «Se esiste Dio, ritornerò a fare il sindaco di questo paese. Il processo d'appello dovrebbe concludersi nel giro di un anno e mezzo, fra due anni voglio ricandidarmi». Ha cataste di carte processuali sui tavoli e avvocati che lo raggiungono per difenderlo gratuitamente, ha diffidenze e sbalzi d'umore. 

 

mimmo lucano 4

Alle sei di sera ordina una camomilla nell'unico bar davanti al municipio: «I nervi. Non dormo tanto bene». La sua utopia era diventata realtà. Ben visibile. Sulla mappa d'Italia. Riace: «Il paese dell'accoglienza». Ristrutturare, riparare, dare cittadinanza. Usare i soldi dei progetti Sprar per piantare semi di vita vera, aprire negozi e laboratori. Ne aveva scritto anche il New York Times, e persino Wim Wenders era arrivato per girare nel borgo chiamato «Villaggio globale». 

 

mimmo lucano 2

L'inchiesta giudiziaria, con la sentenza di primo grado del 30 settembre 2021, ha cancellato tutto questo. Il pm aveva chiesto una condanna a 7 anni, il giudice ha raddoppiato la pena. Nelle notti agitate, sono tre i fatti che Mimmo Lucano mette in fila con la rabbia nel cuore. Primo. «Un piccolo commerciante mi ha accusato di concussione il 19 dicembre 2016. Un piccolo commerciante vicino a ambienti mafiosi, una persona violenta, che poi ha sconfessato se stesso e ritirato le accuse. 

 

MIMMO LUCANO

Ma quella denuncia completamente falsa ha innescato l'inchiesta, assieme all'ispezione della prefettura». Secondo fatto. «Sono stato io stesso a sollecitare un'ispezione urgente e non a campione a Riace. Il documento con la mia firma è del 4 ottobre 2016. E come incomincia la relazione degli ispettori? Con questa frase: "Si ritiene doveroso evidenziare in via preliminare gli aspetti positivi del modello Riace. Il progetto assicura la necessaria accoglienza e assistenza nel pieno rispetto dei diritti fondamentali. È stata constatata una realtà di pacifica convivenza"». 

MIMMO LUCANO

 

C'è scritto proprio così nella premessa dell'ispezione che poi, alla fine, ha sostenuto l'accusa e portato alla condanna. Segue il terzo fatto che tormenta Mimmo Lucano. «A settembre del 2016 alla prefettura di Reggio Calabria arriva Michele Di Bari. Guarda caso, uno che fa carriera. Matteo Salvini lo nomina capo dipartimento, è un uomo di fiducia del potere. 

 

Che pochi giorni fa si è dovuto dimettere, quando la moglie è stata indagata per caporalato. È il prefetto Di Bari, se ha il coraggio, che dovrebbe dire perché a Riace si è comportato in un certo modo. È lui che deve spiegare perché nella baraccopoli di San Ferdinando, dove era responsabile legale, ha sempre lasciato condizioni disumane. Lui che ha autorizzato la manifestazione di Forza Nuova. È l'ex prefetto Di Bari che potrebbe spiegare molte cose, il suo odio contro di me». 

 

mimmo lucano in tribunale

A Riace sono rimasti pochi residenti: 350 dove se ne contavano 1000. Restano i murales del villaggio globale, il «Princess Africa Shop». Restano gli asini che servivano per la raccolta dei rifiuti, appalto per cui il sindaco è stato condannato. «L'affidamento diretto era l'unico modo per sottrarre la gestione dei rifiuti ai soliti noti», dice Lucano. Nelle motivazioni della condanna firmate dal presidente del Tribunale di Locri, Fulvio Accurso, c'è anche l'accusa di aver «strumentalizzato il sistema dell'accoglienza» a beneficio della sua immagine politica. 

mimmo lucano dopo la condanna

 

«Io? Potevo farmi eleggere al Parlamento Europeo, in molti mi hanno offerto la candidatura. Sono nullatenente, a parte una vecchia Giulietta. Vivevo con l'indennità da sindaco da 1050 euro al mese, la mia era una missione. Quattordici anni si danno per omicidio. Io sono incensurato. Stanno infierendo su una persona innocente». «Perché?», gli domandiamo per l'ennesima volta. 

mimmo lucano

 

«Non riesco a volere male al giudice che mi ha condannato, ci siamo guardati negli occhi. Ma so che Riace era un piccolo paese di persone povere che dimostrava che l'accoglienza era una cosa possibile. Era l'incubo di Salvini. Da Riace arrivava un messaggio pericoloso». Non crede di aver fatto pasticci? «No. Il processo nel merito non c'è stato. Ho fatto delle carte d'identità false, questo sì. Pagandole a mie spese, per non buttare in mezzo alla strada delle persone. L'unica cosa per cui mi sento in colpa è la mia famiglia. Sono andati via: ho sbagliato nei confronti dei mie figli e di mia moglie». 

 

mimmo lucano arriva all'universita' la sapienza di roma 16

In paese tutti salutano «Mimmo». Mimmo Lucano non ha alcuna intenzione di darsi per vinto. Aprirà presto «Radio Aut Riace» e sta risistemando una dimora storica per trasformarla in museo. Ma adesso è l'ora di dare il mangime alle galline. Bisogna salire alla quercia, l'albero dove i parenti aspettavano i reduci dalla guerra. A metà del sentiero arriva un messaggio di sua figlia con un cuore rosso, e dal telefono dell'ex sindaco di Riace si mette a suonare una canzone di Francesco Guccini: «La casa sul confine della sera, oscura e silenziosa se ne sta».

mimmo lucano all'universita' la sapienza di roma 8

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)