gherardo colombo

“IL LANCIO DI MONETINE A CRAXI MI DISTURBA ANCORA. NON SIAMO STATI NOI DEL POOL CHE ABBIAMO STIMOLATO REAZIONI DEL GENERE, CERTAMENTE NON IO” – PARLA GHERARDO COLOMBO 30 ANNI DOPO L’ARRESTO DI MARIO CHIESA CHE DIEDE L’INIZIO A TANGENTOPOLI: “I MEDIA EBBERO UN LUOGO DETERMINANTE NEL TRASFORMARCI IN 'EROI'. IL GIORNO DOPO L’INTERVISTA CHE DI PIETRO RILASCIÒ A BIAGI, GIORGIO BOCCA MI CHIESE DI FARE UNA COSA ANALOGA PER REPUBBLICA. NON MI SEMBRÒ OPPORTUNO ESPORMI, AVREI ANCHE CREATO L'OCCASIONE DI UN DUALISMO FRA NOI DEL POOL. RIFIUTAI” - VIDEO

 

 

Giusi Fasano per il "Corriere della Sera"

gherardo colombo

 

È il 17 febbraio 1992. Scatta l'arresto di Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio di Milano. Comincia così «Mani pulite», l'inchiesta che terremoterà la vita politica italiana. Una stagione a cui è dedicato il libro dell'inviato speciale del Corriere della Sera Goffredo Buccini, disponibile da oggi anche in edicola.

 

«Il tempo delle mani pulite», questo il titolo, esce sempre in collaborazione con Laterza, che lo ha pubblicato in prima edizione per le librerie nell'autunno scorso. Ora si potrà acquistare a 12 euro, più il prezzo del Corriere , e rimarrà in edicola a disposizione per un mese.

 

lancio di monetine a craxi

Di Tangentopoli oggi si parlerà anche in due convegni. Uno, «Tangentopoli 30 anni dopo», è all'Università di Pisa . Ci saranno, tra gli altri, Nando Dalla Chiesa (Statale di Milano), Piercamillo Davigo (all'epoca nel pool «Mani pulite») e Gian Antonio Stella (editorialista del Corriere della Sera ). Altro dibattito a Milano (ore 15): è organizzato dall'Anm a Palazzo di Giustizia. Tra i moderatori , l'ex direttore del Corriere Ferruccio de Bortoli.

 

Gherardo Colombo, 75 anni. Trent' anni fa magistrato del pool Mani pulite, oggi saggista, scrittore, portatore sano di impegno sul fronte carcerario, etico, di educazione alla legalità.

gherardo colombo davigo di pietro

 

Trent' anni dopo Mani pulite le parole più evocate sono «bilancio» e «sconfitta».

«Fatico a parlare di sconfitta o di vittoria. Indagini e processi non sono match. Non avevamo, né mi sembra che ci siano adesso, somme da tirare: dovevamo verificare le responsabilità penali delle persone e questo abbiamo fatto, dentro le regole del codice penale e di procedura penale».

 

Secondo lei la corruzione è cambiata?

«Sì, non è più così connessa al finanziamento illecito dei partiti. Non è un sistema, mentre allora lo era con le sue regole ben definite. Ora riguarda vari livelli, e coinvolge anche le persone comuni...».

 

Perché si è dimesso 15 anni fa dalla magistratura?

antonio di pietro gherardo colombo francesco greco piercamillo davigo

«È stata una scelta dolorosa, maturata col tempo. Ebbi per la prima volta la tentazione di dimettermi nel 1986. Ero a Tivoli a fare una lezione ai giovani magistrati, vidi un titolo di giornale sui fondi neri dell'Iri. Io sapevo cosa c'era dentro quel mare di carte. Il titolo diceva che erano stati tutti prosciolti, salvo qualcuno che non contava nulla...».

 

Parla dei rapporti di allora fra politici e magistrati?

«Non era soltanto l'aggressione della politica contro la magistratura, che abbiamo assaggiato quando scoprimmo la P2: fu chiesta una misura cautelare per un grande banchiere e ci fu una reazione molto pesante da ben definiti ambienti politici. Il fatto è che anche dentro la magistratura succedevano cose».

 

Cose di che genere?

di pietro colombo borrelli

«Per esempio: uno investigava, trovava prove, si accingeva a trovarne altre, arrivava la Cassazione e su sollecitazione di Roma le indagini trasmigravano, tutto finiva sostanzialmente in niente. Le racconto un episodio per farmi capire meglio».

 

Prego...

«Quando investigavo per i fondi neri dell'Iri c'era un imputato che era intimo dell'onorevole Fanfani, che si dice mirasse al Quirinale. Ora: so per certo che il presidente della Corte di Cassazione protestò con un collega che conoscevo bene: tu che vieni da Milano, mi spieghi? Che vuole fare sto' Colombo? Vuole nominarlo lui il presidente della Repubblica? Il processo finì a Roma e tutto finì nel dimenticatoio...».

 

Sta dicendo che suoi ex colleghi seguirono gli inviti della politica per cambiare la sorte dei processi?

gherardo colombo davigo di pietro

«Sto dicendo che ci sono stati casi in cui è andata così. E quelli che trasferivano i processi da Milano o che non si accorgevano dei reati sono sempre passati come magistrati indipendenti».

 

Come visse il fatto che con Mani pulite per molti eravate degli idoli?

«Con imbarazzo. Le racconto un episodio. Ero andato dal fotografo per fare delle fototessere. Il signore del negozio non voleva farmi pagare. Gli ho dovuto dire che se non mi avesse fatto pagare non mi avrebbe più rivisto nel suo negozio, e alla fine acconsentì. Va detto che i media ebbero un luogo determinante nel trasformarci in "eroi"».

 

Forse qualcuno di voi si è prestato al gioco.

la deposizione di bettino craxi davanti ad antonio di pietro

«Neanche tanto. Anche lo stesso Di Pietro: a parte quell'intervista che rilasciò a Biagi per il Corriere poi non si è messo sotto i riflettori. Però, per dire, il giorno dopo Giorgio Bocca, per Repubblica , chiese a me di fare una cosa analoga, con le foto di quando ero bambino e così via. Non mi sembrò opportuno mettermi in pista su quella strada, espormi, avrei anche creato l'occasione di un dualismo fra noi del pool. Rifiutai».

 

Che effetto le fa vedere oggi le monetine tirate a Craxi davanti al Raphael?

«Mi fece un effetto negativo anche all'epoca. Le persone vanno rispettate comunque. Non credo proprio che abbiamo stimolato noi reazioni del genere, certamente non io».

gherardo colombo e francesco greco 3gherardo colombo e antonio di pietroGreco Izio Gherardo Colombo Boccassini e Davigo buccini coverANTONIO DI PIETRO PIERCAMILLO DAVIGO FRANCESCO GRECO GHERARDO COLOMBO - POOL MANI PULITEGHERARDO COLOMBO - ANTONIO DI PIETRO - PIERCAMILLO DAVIGOGHERARDO COLOMBOGHERARDO COLOMBO ANTONIO DI PIETRO PIERCAMILLO DAVIGOcraxi monetine raphael 4CRAXI MONETINE RAPHAELGHERARDO COLOMBO E ANTONIO DI PIETRO NEL 1992Francesco Greco - Francesco Saverio Borrelli - Gherardo Colombo e Ilda BoccassiniGHERARDO COLOMBOgherardo colombo

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO