riccardo di segni rabbino capo palestina

“SUI MEDIA E SUI SOCIAL SI AVVERTE UN CLIMA PESANTE CONTRO GLI EBREI” – LA DENUNCIA DEL RABBINO CAPO DI ROMA, RICCARDO DI SEGNI, A UN ANNO DAL MASSACRO DI HAMAS DEL 7 OTTOBRE: “IN ITALIA NON È MAI CASCATO UN MISSILE, MA SE ACCADESSE? MOLTI FANNO GLI STRATEGHI DA TASTIERA, MA NON STANNO VIVENDO QUESTA COSA SULLA LORO PELLE” – “I CORTEI CHE CELEBRANO LA ‘RESISTENZA PALESTINESE’ DEL 7 OTTOBRE SI QUALIFICANO DA SOLI” – CHEF RUBIO: “LA FINE DELLA COLONIA SIONISTA È VICINA”. VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Alberto Giannoni per “il Giornale”

 

riccardo di segni foto di bacco (1)

Rabbino capo Riccardo Di Segni. È il Capodanno ebraico. Che significato assume in questo momento così drammatico?

«Il capodanno, che è l'inizio del ciclo penitenziale che culmina nel giorno di Kippur, è l'occasione non per fare una festa scatenata, ma per ritrovarsi con la famiglia, con i cari, per un esame e un ravvedimento. […]»

 

La storia degli ebrei è una storia anche dolorosa. Non siamo in un momento paragonabile alla Shoah, ma forse si è fatta largo una consapevolezza: che questa storia di ostilità e dolore purtroppo non si è conclusa con la Shoah.

«Per noi la storia non finisce mai, è sempre piena di sorprese. Noi siamo sempre pronti. Non dico vaccinati, ma pronti. La Shoah è stato un blocco psicologico per molti, che ha limitato l'espressione di sentimento antiebraico, ma bastano pochi avvenimenti a rinfocolarlo. Anche l'informazione distorta è un'opportunità per ridimensionare il significato della Shoah».

 

Cosa intende?

BENJAMIN NETANYAHU ALLA SINAGOGA DI ROMA CON IL RABBINO CAPO RICCARDO DI SEGNI

«Intendo dire ad esempio che di fronte alle vittime di questa guerra, che purtroppo ci sono state, si è abusato della parola genocidio. Ammetto che è un argomento di straordinaria efficacia propagandistica, ma il suo uso in questo contesto è immorale».

 

Passato un anno dal massacro del 7 ottobre. Come è cambiata la vita degli ebrei italiani?

«Nessuno si aspettava un dramma di questo tipo con quello che ne è seguito. È cambiata in vari modi. Sicuramente ci si ritrova con l'idea che quello che doveva essere un rifugio, Israele, si è rivelato un luogo di precarietà, come si mostra ora che una pioggia continua di missili cade sulle sue città e i villaggi. La gente non si rende conto di cosa significa».

 

La nostra opinione pubblica ignora questo fatto.

«In Italia non è mai cascato un missile, ma se accadesse? Io credo che ci sarebbe un'ondata di giusta indignazione. Molti fanno gli strateghi da tastiera, ma non stanno vivendo questa cosa sulla loro pelle. Noi abbiamo legami familiari e affettivi particolari con quelle situazioni, e avvertiamo una profonda ingiustizia e incertezza nel modo in cui si raccontano i fatti. Quello a cui stiamo assistendo è un disvelamento, una mancanza di inibizioni nell'ostilità».

 

CARTELLO CONTRO LILIANA SEGRE ALLA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA A MILANO

Ci sono frange ostili e poi forse una zona grigia di incertezza o incomprensione.

«Non mi sembra che siano frange. Non sono frange. Sono minoranze che con particolare durezza danno sfogo a questo sentimento».

 

Lei invece avverte un sentimento, un clima, di generalizzata ostilità?

«Io ho avuto anche di molte manifestazioni di simpatia e amicizia, ma devo dire che sui media, o sui social, si avverte un clima ben pesante».

 

«Siamo a un passo dalla caccia all'ebreo» ha detto il presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi viste le immagini del corteo e i video dei discorsi minacciosi fatti la sera stessa in un evento di estremisti e balordi.

«Un esempio di questa disinibizione che dicevo, questo disvelamento. E di questa violenza, per ora verbale».

 

Qualcuno sostiene che questo clima ricorda quello del 1982, con le accuse e le manifestazioni ostili che arrivarono al punto di scaraventare una bara davanti alla Sinagoga di Roma, che poi sarebbe stata bersaglio di un tragico attentato pochi mesi dopo.

CHEF RUBIO MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA A MILANO

«Ci sono analogie con il 1982, con i giorni di quella guerra in Libano, ma anche differenze. Non sono del tutto sovrapponibili ma anche allora si riscontrò un attacco generalizzato contro l'ebraismo di per sé, e un'ondata di attentati contro i luoghi ebraici (badi bene, non israeliani). Poi, dopo l'attentato alla sinagoga di Roma quell'odio parve svanire nell'imbarazzo e nelle espressioni di solidarietà, ma come vediamo si è prontamente ricomposto».

 

Le istituzioni italiane hanno tenuto un atteggiamento molto fermo, mi pare.

«Il governo è molto attento nella difesa dei siti ebraici. Devo dire però che uno dei temi circolati, e ripresi da molte parti, è quello dei due Stati. Teoricamente ragionevole, ovviamente. Si dice però: Voi ebrei che tanto avete sofferto dovete dare uno Stato ai palestinesi. Noi. Noi che a Roma o in Italia abbiamo sofferto tanto dobbiamo dare uno Stato ai palestinesi? E già questo suona strano; ma poi: quanti palestinesi vogliono avere un loro Stato in pace con Israele? Quanti di loro vogliono riconoscere Israele o convivere? La colpa è degli ebrei?».

 

riccardo di segni foto di bacco (2)

Sui media questo argomento è molto presente.

«C'è un passo ulteriore. Viene messa in discussione l'esistenza stessa di Israele, la sua legittimità. E questa aberrazione circola a partire dall'Onu. Bisogna sfatare questo mito delle organizzazioni super partes».

 

E i cortei che celebrano la «resistenza palestinese» del 7 ottobre...cioè i massacri?

«Se il tema è questo si qualificano da soli». […]

 

 

 

 

Articoli correlati

I PRO-PAL SONO FUORI CONTROLLO: ACCUSANO LILIANA SEGRE, SOPRAVVISSUTA AD AUSCHWITZ, DI ESSERE UN ...

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…