fabio testi

“MI VEDONO COME UN BELLO CHE PENSA SOLO A FARE L'AMORE” – VITA, AMORI E BOLLORI DELL’81ENNE FABIO TESTI: “LA MIA FIDANZATA GIOVANISSIMA MI HA APPENA LASCIATO: HA FATTO PACE CON IL MOROSO COETANEO E SE N’È ANDATA. CHARLOTTE RAMPLING? UN’AMICIZIA AMOROSA. ANITA EKBERG? CI SIAMO TROVATI SU UN SET IN CUI COMINCIAVAMO A FARE L'AMORE IN DOCCIA PER POI CONTINUARE A LETTO. ALLA FINE CI SIAMO DETTI: "DOVE ANDIAMO A CENA?” - “IL GF VIP? L’HO FATTO PER SOLDI, MA È STATO UN ERRORE RIFIUTARE LA CONDUZIONE DI “DOMENICA IN” – URSULA ANDRESS “MOLLATA” A IBIZA, IL PESTO SUL SET CON BEPPE GRILLO, LE BUGIE SULLA MATERNITÀ DI EDWIGE FENECH E… - VIDEO

 

Roberta Scorranese per il “Corriere della Sera”

fabio testi copia

 

Fabio, quanti amori ha avuto?

«E chi li ha mai contati?»

 

Allora quante lettere d'amore ha ricevuto nella sua vita?

«Quelle si contano: in cantina ci sono cinque scatoloni pieni».

 

E le conserva ancora, a 81 anni?

«Certo, sono parte della mia storia. E oggi che vivo da solo, nella mia tenuta di Affi (provincia di Verona, ndr .), con una singola camera da letto, ogni tanto mi ricordo dei miei amori, ma anche delle mie amicizie».

fabio testi

 

Be', la bellezza può essere un problema.

«Avevo un trucco: mi ero inventato una fidanzata fantasma che poteva arrivare da un momento all'altro e la tiravo fuori ogni volta che non volevo essere assediato».

 

Dopo una vita tra Roma e i vari set in giro per il mondo, è tornato nel suo Veneto?

«E meno male, perché la natura veneta, dai solidi principi morali, ha fatto sì che la mia vita non deragliasse, con tutti gli stravizi che ho visto nel mondo del cinema e della televisione. Ma lo sa che il povero Helmut Berger veniva a piangere sulla mia spalla, dicendo che invidiava la mia educazione tradizionale?».

 

Che cosa facevano i suoi genitori?

«Mamma ha allevato me e mia sorella lavorando in casa. Papà si procurava carichi di munizioni che venivano raccolte dopo la guerra, per poi smontarle pazientemente e disinnescarle. Un lavoro pericolosissimo, del quale io e mia sorella Licia all'epoca ignoravamo i reali rischi. Ma papà si guardò bene dal rivelarceli, in casa si cercava tranquillità, solidità».

fabrio testi

 

Che cosa faceva negli anni Cinquanta un adolescente di Peschiera del Garda?

«Correva dietro alle svedesi e alle tedesche che arrivavano per la villeggiatura».

Un classico.

«La mia prima volta fu a sedici anni, con una bellissima svedese, alla quale portai in dono una rosa del mio giardino». «Non vado a un appuntamento senza un fiore», cantava Julio Iglesias. Peccato che all'epoca il Garda non fosse il lago cool che è oggi. In tanti punti assomigliava a un acquitrino. Dunque, la mia prima volta fu in una specie di palude, con le zanzare».

 

fabio testi vai gorilla

E già allora voleva fare l'attore?

«No, volevo fare il geometra, cosa per cui avevo studiato. Ma il Garda al tempo diventava spesso un set per i film di ambientazione esotica, tipo Mar dei Caraibi. E io cominciai lì a fare l'acrobata e la controfigura. Una volta mi fecero lavorare con Johnny Dorelli, che faceva lo spot Carosello per una famosa bibita».

 

Già, perché lei ha fatto per anni la controfigura al cinema, vero?

«Per anni sono caduto. Dalle scale, dalle finestre, da cavallo, dalle auto. Mi sarò ammazzato centinaia di volte, ma ero di gomma e soprattutto ero sano, allegro, sorridente. Lo sono anche oggi, nonostante tante vicissitudini».

fabio testi Charlotte Rampling

 

Le manca un po' di malinconia, sennò sarebbe un personaggio di Paolo Conte.

«La verità è che non volevo fare cinema. Non mi ritenevo all'altezza, nonostante registi e produttori mi contattassero, all'inizio per gli spot, poi per particine secondarie. Cominciai però a guadagnare e allora fu papà che, saggio, mi convinse a non partire per l'Africa, dove avrei dovuto tracciare un oleodotto, e a fare l'attore».

 

Studiando?

«Certo, all'Accademia di Arte Drammatica Salvatore Solida e a Cambridge per imparare l'inglese. Ho anche preso il brevetto di volo».

 

fabio testi anita ekberg

Qualche piccola parte e poi Vittorio De Sica la sceglie per il ruolo di Malnate ne «Il giardino dei Finzi Contini». Siamo nel 1970.

«Un uomo gigantesco, Vittorio. Intanto, a differenza di molti registi, non odiava gli attori. Lui si metteva davanti alla macchina da presa, ti faceva sedere al suo posto e poi provava tutti i ruoli, dal lattante alla vedova al generale. All'attore non restava che imitarlo bene».

 

L'anno dopo ecco Peppino Patroni Griffi che la vuole in «Addio fratello crudele». E qui lei incontra Charlotte Rampling.

«Un amore bello, pulito, per certi versi quasi un'amicizia amorosa. Eravamo così persi l'uno dell'altra che una volta eravamo in aeroporto, ci siamo addormentati stretti stretti e abbiamo perso il volo».

fabio testi ursula andress

 

E con Ursula Andress come andò?

«Stavamo assieme da un po', lei era nella sua villa di Ibiza. Io dovevo raggiungerla ma persi l'aereo».

 

Ancora?

«Il giorno dopo tornai in aeroporto, ma era scattata l'ora legale, avevo fatto confusione con gli orari e persi ancora il volo. Allora mi feci prestare un aereo privato da un amico e la raggiunsi in Spagna. Ma litigammo subito e il giorno dopo me ne tornai in Italia».

 

Intanto lei continuava a girare film. Com' è lavorare con Claude Chabrol?

«Una fatica immane. Lui voleva fare un'infinità di piani-sequenza e questo voleva dire girare tutta la mattina per fare un solo ciak nel pomeriggio. Però che gran personaggio».

 

Lei ha conquistato anche Anita Ekberg, uno dei più vividi simboli erotici mai apparsi in Italia.

fabio testi il giardino dei finzi contini

«Guardi, ci siamo trovati sul set in un film in cui cominciavamo a fare l'amore sotto la doccia per poi continuare a letto. Il tutto con prove e riprove. Insomma, alla sera, ci siamo guardati e ci siamo detti: "Dove andiamo a cena?". Anita aveva una bellezza maestosa e un cuore di bambina. Delicata, raffinata, buona. I paparazzi si appostavano per fotografarci ma li seminavo, perché io le donne le rispetto, ci tengo a dirlo».

 

Sì ma il programma Rai «Parliamone... sabato» nel 2017 chiuse anche per un aneddoto, da lei raccontato, sulle donne dell'Est Europa, che sarebbero più «libere» in amore.

«Guardi, una cosa assurda. Innanzitutto, gli autori sapevano bene che io avrei raccontato quell'aneddoto, peraltro che non riguardava me ma un amico, il quale aveva ricevuto dalla sua donna, come regalo, un ménage à trois . Mi hanno trattato come se avessi insultato le donne, cosa assurda. E da allora non sono mai più stato chiamato in televisione. Bella roba».

FABIO TESTI - IL GRANDE RACKET

 

Perché le «ospitate» servono?

«Be', io vivo della mia pensione: 1.100 euro al mese».

 

È per questo che ha accettato di partecipare al «Grande Fratello Vip»?

«Ma certo, per soldi. Io sono un tipo franco e diretto: ci ho messo mezzo secolo a farmi un nome e oggi questo nome si paga. La produzione del Grande Fratello mi ha pagato bene e l'ho fatto. Oggi solo un bel film lo farei gratis».

 

Eppure gli attori della sua generazione non sono passati facilmente alla tv.

«È vero, la snobbavamo. Mi offrirono la conduzione di Domenica In ma rifiutai: io chiedevo solo un copione e una sceneggiatura. Fu un errore, perché guardi oggi Mara Venier: è diventata una grande donna televisiva pur provenendo dal cinema. Poi c'erano quelle come la mia amica Mariangela Melato che erano capaci di fare qualunque cosa, tanto erano versatili».

 

14 ursula andress e fabio testi roma, anni settanta ph barillari

Torniamo al cinema. È il 1985 e Dino Risi la chiama sul set di «Scemo di guerra», con un giovane Beppe Grillo. Si capiva già allora che quest' ultimo sarebbe diventato un politico?

«Eccome. Innanzitutto per l'ambizione smisurata: Beppe è uno che per una battuta farebbe di tutto. Poi per i contatti che coltivava già allora: filosofi, informatici, ingegneri, sociologi. Lui è intelligente soprattutto perché sa fare le domande giuste, le ha sempre fatte. Chiede, si informa, vuole sapere. Ricordo una cosa: stavamo girando nel deserto nordafricano, quando da lontano vediamo arrivare una macchina nascosta in una nuvola di fumo. L'auto accosta, scende il collaboratore di Beppe. In mano ha una valigia: la apre e dentro vediamo due grandi giare piene di pesto genovese. Ci siamo fatti uno spaghetto straordinario nel deserto grazie a Beppe. Secondo lei non si vedeva già allora che uno così avrebbe fatto strada?».

 

beppe grillo fabio testi scemo di guerra

Lei ha tre figli. Che padre è?

«Fabio, Thomas e Trini. Vivono lontani, ma ci sentiamo spesso e appena possibile ci vediamo. Mi hanno attribuito anche altri figli, ma sono balle. Mi ferì molto quando associarono a me una maternità di Edwige Fenech, sia perché lei mi era molto cara e io le ero stato vicino in un momento difficile, sia perché mi vedono sempre come un uomo bello che pensa solo a fare l'amore. Io parlo e recito in inglese, francese e spagnolo, ho lavorato con alcuni dei più grandi registi, so guidare un aereo e amo la poesia. Qualche volta anche noi uomini siamo bersaglio di sessismi, ma nessuno lo dice mai».

 

fabio testi amore, piombo e furore

E negli ultimi anni ha sistemato anche questa proprietà di famiglia nella campagna veneta: una tenuta di 35 ettari, una dimora di 200 metri quadrati con palestra e tutto. Ma soprattutto un'azienda agricola. Come mai?

«Fu Jean Gabin a suggerirmi questo finale di carriera. Non tutti lo sanno, ma lui, in Bretagna, aveva una tenuta con tanti animali, tra cui le mucche, che monitorava quotidianamente e che curava personalmente. Mi disse: "La terra non ti tradisce mai" e aveva ragione».

 

fabio testi anita ekberg 3

Gli amori, invece...

«Ma io non sono mai stato geloso, piuttosto ho avuto compagne gelose. Non ho mai nascosto la verità, ho sempre preferito una bella verità a una bugia noiosa».

 

Due matrimoni alle spalle. Lo rifarebbe?

«Anche questa è una domanda oziosa. Per ora dico che c'è una donna con cui mi vedo, una specie di amicizia affettuosa che va avanti da un po'. Ho avuto di recente una fidanzata giovanissima che, però, dopo un po' ha fatto pace con il moroso coetaneo e se n'è andata. Pazienza. Io qui ho i miei cani, le mie piante da frutto, gli animali. Giro le città con letture di poesia e mi tengo in forma. Dopotutto, questo prendere la vita per quello che ci dà ogni giorno è parte della mia educazione veneta. Che sia benedetta».

fabio testi14 ursula andress e fabio testi roma, anni settanta ph barillari fabio testi anita ekberg 1fabio testi enigma rosso fabio testi anita ekberg 2fabio testi massaggia il lato b di asia valente 2fabio testi beppe grillo 1fabio testi beppe grillo 2fabio testi beppe grillo 3fabio testi, charlotte rampling e oliver tobiasfabio testi massaggia il lato b di asia valente 1ursula andress fabio testifabio testi massaggia il lato b di asia valente 3fabio testi la via della droga fabio testi massaggia il lato b di asia valente 4fabio testifabio testi mariangela giordano skipper fabio testi la via della drogafabio testi in camorra fabio testi vai gorilla

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…