funivia stresa mottarone

“È GIUSTO MOSTRARE QUEL VIDEO” - GIANLUCA NICOLETTI STRONCA GLI INDIGNATI SPECIALI CHE POLEMIZZANO SULLA PUBBLICAZIONE DEL FILMATO CHOC DELLA FUNIVIA DI STRESA: “FORNIRE ELEMENTI CHE AIUTINO A MISURARE UNA SCIAGURA SICURAMENTE CAUSATA DA NEGLIGENZA UMANA È UN ATTO CHE RIBADISCE, PER LE STESSE VITTIME, IL DIRITTO AD AVERE GIUSTIZIA…” - QUANTI DI QUELLI CHE HANNO STORTO IL NASO E PUNTATO IL DITINO HANNO FATTO LO STESSO QUANDO LE GRANDI TESTATE HANNO MOSTRATO IL MORENTE GEORGE FLOYD O IL PONTE MORANDI CHE SI SBRICIOLAVA CON 43 PERSONE INGHIOTTITE DALLE MACERIE?

il video della tragedia della funivia

 

DAGONOTA

Non si dovrebbe mai perdere tempo a spiegare perché si dà una notizia. I giornalisti questo fanno, o dovrebbero fare. Ma vista l’assurda e incomprensibile shitstorm piovuta sulle testate che hanno pubblicato il video della tragedia del Mottarone è necessario spendere due parole.

 

strage funivia del mottarone

I twittaroli che ieri hanno manifestato orrore e indignazione per quel filmato dovrebbero chiedere conto ai giornali delle notizie che non danno e non di quelle che giustamente pubblicano.

 

In secondo luogo: quanti dei censori social, che ieri hanno storto il naso e puntato il ditino evocando addirittura la morte del giornalismo, hanno fatto lo stesso quando le grandi testate hanno mostrato il morente George Floyd o il ponte Morandi che si sbriciolava con 43 persone inghiottite dalle macerie? Che dire della foto del piccolo Aylan Curdi morto sulla spiaggia? Aggiungeva qualcosa al dramma dei migranti? Per noi sì, come “aggiunge qualcosa” ogni testimonianza, immagine o video che racconta la realtà anche nella sua crudezza, perché non usiamo doppie morali. A differenza di chi condivide e diffonde quelle immagini soltanto quando sono funzionali alla loro battaglia ideologica o politica

omicidio george floyd 1

 

1 - STRESA, PERCHÉ È GIUSTO MOSTRARE QUEL VIDEO

Gianluca Nicoletti per “La Stampa”

 

Da ieri è oggetto di aspro dibattito il video che documenta gli ultimi attimi prima dello schianto della cabina 3 della funivia del Mottarone. È in discussione l' opportunità di aver diffuso quel filmato nei telegiornali e nell' informazione sul web.

 

Da una parte è invocato il dovere di integrare con quelle immagini una tragedia che è stata per giorni al centro di tutte le cronache. Dall' altra si invoca il rispetto per le 14 vittime di quel disastro, come dei familiari sottoposti all' atrocità di vedere moltiplicato ovunque l' episodio che rappresenta l' epicentro del loro dolore.

 

GIANLUCA NICOLETTI

Sono 59 secondi in cui è, senza dubbio, possibile rivivere emotivamente il passaggio violento dall' essere ignari partecipi di un' escursione, a tracollare sul fondo della cabina che si impenna all' improvviso, per poi ritornare a folle velocità verso valle fino allo schianto contro un pilone.

Non si può fare a meno di essere trapassati dall' angoscia per quelle persone che non saranno più vive nel giro di pochi secondi.

 

È veramente di poca importanza cercare di risalire a chi abbia avuto interesse perché quel video fosse diffuso. Qualcuno che ne era in possesso lo ha messo in circolazione, il file era disponibile per tutte le parti coinvolte nell' inchiesta sull' incidente, sia come presunti responsabili quanto come parti lese.

 

FUNIVIA DEL MOTTARONE - GABRIELE TADINI CON GLI IRON MAIDEN

Non si può fingere di non sapere quanto sia oramai irreale pensare che, un documento video di questa rilevanza, possa essere ignorato da chi ha il compito di informare. Il video testimonia in maniera inequivocabile quello che per settimane è stato ricostruito attraverso infografiche, non si può certo immaginare che un tassello di realtà così fondamentale potesse essere ignorato.

 

Come ha poco senso disquisire se sia stato più corretto chi si è fatto lo scrupolo di pixellare i volti degli esseri umani, nei primi frame in cui erano chiaramente visibili, o chi invece lo abbia trasmesso senza alcun filtro, considerando tale attenzione solo un maldestro voler edulcorare la propria responsabilità.

il video della tragedia della funivia 19

 

Sono tutti filoni per accendere interminabili dispute da social opinionismo. È facile immaginare lo spostarsi della discussione su piani ideologici; qualcuno tirerà sicuramente in ballo il politicamente corretto a senso unico, il cinismo dei giornalisti, il disprezzo per la dignità degli esseri umani.

 

Forse basterebbe ricordare che nessun atto che avvicini alla verità può ledere chi perde la vita a causa di un crimine. È vero che la verità si accerta nei tribunali e non nei giornali, è sacrosanto e questo accadrà. È anche vero che fornire ai propri lettori, teleutenti o follower che siano, elementi che aiutino a misurare, nella sua effettiva entità, una sciagura sicuramente causata da negligenza umana è un atto che ribadisce, per le stesse vittime, il diritto ad avere giustizia.

marcello foa foto di bacco

 

2 - IL VIDEO CHOC DELLA FUNIVIA SCATENA LA POLEMICA IN RAI

Valeria Braghieri per “il Giornale”

 

Erano arrivati. Era il momento in cui ci si gira verso le porte in attesa dell' apertura. Mascherine, zaini sulle spalle e schiena dritta: pronti a scendere. Ma non arriva nessun centimetro di contatto. La cabina tre non tocca la banchina.

 

Si blocca, torna indietro e si impenna. Inizia il suo brevissimo viaggio a ritroso, sparata a tutta velocità, in esilio da qualsiasi geografia e tragitto. Come se stesse prendendo la mira oltre il bersaglio. Urta il pilone, il cavo si stacca e la cabina tre precipita nel vuoto. Con tutti quanti dentro: quindici passeggeri, quattordici morti, tranne Eitan, il bimbo israeliano rimasto orfano e senza fratello.

 

il video della tragedia della funivia 5

Ce lo siamo sempre immaginati così. Ma vederlo così è tutta un' altra storia. Buca il vuoto e il cielo le si arriccia attorno, come i lembi di un fazzoletto che si chiudono con un peso al centro. Si sente la tensione che precede l' irreparabile. Perché conosciamo già la fine e perché in quella manciata di secondi l' aria si tende di irreale. E poi scricchiola di tragedia. Ce lo siamo sempre immaginati così. Ma vederlo così è tutta un' altra storia.

 

il forchettone dei freni di emergenza della funivia del mottarone

Ieri è stato chiaro davvero cos' è successo il 23 maggio scorso alla funivia del Mottarone. Le immagini raccolte dalle telecamere di videosorveglianza sono andate in onda al Tg3 e sono subito rimbalzate sui siti e sulle altre tv. Non avrebbero dovuto essere rese pubbliche, ma sono «uscite». Non le avevano mai viste neppure i parenti delle vittime.

 

Perché fanno sussultare e svuotano. Il Procuratore della Repubblica, Olimpia Bossi, ieri ha fatto un comunicato stampa, per spiegare che la pubblicazione delle immagini è vietata, trattandosi di atti relativi a un procedimento in fase di indagini preliminari.

 

il video della tragedia della funivia 4

«Ma ancor più del dato normativo» diceva la Bossi «mi preme sottolineare la assoluta inopportunità della pubblicazione di tali riprese, che ritraggono gli ultimi drammatici istanti di vita dei passeggeri della funivia precipitata il 23 maggio scorso sul Mottarone, per il doveroso rispetto che tutti, parti processuali, inquirenti, e organi di informazione, siamo tenuti a portare alle vittime, al dolore delle loro famiglie, al cordoglio di una intera comunità».

 

LA FAMIGLIA DISTRUTTA SULLA FUNIVIA

Anche la Rai si è «spaccata» sulla decisione del Tg3 di divulgare le immagini. C' è chi ha parlato di «scelta macabra» e lo stesso Marcello Foa, presidente della Rai, si è detto «toccato dalle immagini» e ha spiegato che il servizio pubblico avrebbe dovuto tener conto «dell' impatto emotivo» di quel filmato. Mentre dalla redazione della Terza Rete giustificavano la diffusione del video spiegando che «aggiunge qualcosa in più alla comprensione della tragedia». Opportunità e sensibilità, insomma. Ognuno le proprie.

 

il corpo del bambino siriano aylan kurdi

Ma intanto stringe lo stomaco quella cabina che cambia rotta. E quell' impennata, che deve averli scaraventati tutti gli uni addosso agli altri, per poi partire all' impazzata verso lo schianto. Non si sente nulla, ma sentiamo lo stesso le grida fino al terrore che va a comprimere i polmoni e a renderli afoni. E noi non siamo quelle madri, quei padri, quei fratelli... Erano arrivati. Praticamente arrivati.

 

il video della tragedia della funivia 3

A guardarli oggi, sapendo cosa c' è dopo, viene da tendere le mani da quella banchina mai toccata per afferrarli, agganciarli in qualche modo, tenerli. «Tenere» è il verbo che salva. Sempre. Viene voglia di sdraiarsi sul cemento e di agganciare in qualche maniera disperata quella bara di metallo prima che si lanci a tutta velocità. A guardarli oggi, a fare senso più della morte, è la vita. Vedere la vita che c' era fino a pochi istanti prima. L' uomo con lo zaino sulle spalle e la mascherina sulla bocca che si volta verso l' uscita per scendere. È quello lo sgomento. Lo sgomento è la vita. A far senso è la vita. Vederla ignara, stagliata sul destino.

il video della tragedia della funivia 31il video della tragedia della funivia 18FUNIVIA DEL MOTTARONEINCIDENTE FUNIVIA STRESA MOTTARONEil video della tragedia della funivia 17FUNIVIA STRESA MOTTARONE funivia stresaLA FUNIVIA DI STRESAfunivia del mottarone strage funivia del mottarone 2luigi nerini FUNIVIA DEL MOTTARONE - LA BARA DEL PICCOLO TOMil video della tragedia della funivia 16il video della tragedia della funivia 32

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…