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“NON SONO STATO IO” – NEGA OGNI COINVOLGIMENTO L’AVVOCATO 48ENNE DI TORINO FERMATO IN TRENTINO CON L'ACCUSA DI OMICIDIO DOPO CHE IL CORPO DEL FRATELLO 52ENNE È STATO TROVATO IN CANTINA CON UN COLTELLO CONFICCATO NELL’OCCHIO: NELLA SUA CASA, PERÒ, SONO STATI TROVATI I VESTITI SPORCHI DI SANGUE DELLA VITTIMA E LUI NON È RIUSCITO A SPIEGARE COME SI SAREBBE PROCURATO LE FERITE ALLA MANO FASCIATA – RINVENUTI ANCHE ALCUNI BIGLIETTI SCRITTI A MANO DAL CONTENUTO “DELIRANTE” IN CUI…

Da "Ansa"

 

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Vestiti sporchi di sangue sarebbero stati trovati nella casa di villeggiatura in Trentino di Carlo Pellegrini, il 48/enne arrestato ieri dai carabinieri con l'accusa di avere ucciso il fratello Enrico, di quattro anni più grande, trovato domenica con un coltello conficcato in un occhio in una cantina nel centro di Torino.

 

L'avvocato Nicola Canestrini sostiene che l'arrestato, suo assistito, "non conosce i fatti che gli vengono contestati", ma sulle sue mani sono state riscontrate delle ecchimosi compatibili secondo gli investigatori con le ferite dovute a una colluttazione. Tra le chiavi in possesso dell'uomo ci sarebbero inoltre anche quelle della cantina dove è stato trovato il cadavere.

 

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Sul movente gli inquirenti per ora non si sbilanciano. Il padre, ascoltato dagli investigatori, avrebbe escluso che alla base delle presunte discussioni tra i figli, da cui sarebbe sfociato l'omicidio, ci fossero questioni relative all'eredità della madre, perché su questo i due avevano già raggiunto un accordo. Pellegrini, che si trova nella casa circondariale di Trento, si è avvalso della facoltà di non rispondere e nelle prossime ore è prevista l'udienza di convalida dell'arresto.

 

Massimo Massenzio per il "Corriere della Sera"

 

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«Non sono stato io, mi accusano ingiustamente». Sono le ultime parole dette a una vicina da Carlo Pellegrini prima di essere portato in carcere. L' avvocato torinese di 48 anni è stato fermato ieri mattina a Folgaria, in Trentino, per l' omicidio del fratello Enrico.

Il corpo senza vita del 52enne, che lavorava in una cooperativa sociale, è stato ritrovato domenica pomeriggio nella cantina della palazzina signorile di via Principi d' Acaja 38, dove abitava da anni. Era riverso sul pavimento, con tagli sulle braccia e un coltello da cucina conficcato nell' occhio destro. Il padre Rodolfo, avvocato in pensione, lo cercava disperatamente dal 23 giugno, quando Enrico ha smesso di rispondere al cellulare.

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Un silenzio che ha spinto il genitore, in vacanza a Treviso dalla figlia Stefania, a presentare una denuncia di scomparsa. I Vigili del fuoco sono entrati nell' appartamento forzando la porta finestra del secondo piano, ma non hanno trovato nulla di sospetto. Le ricerche sono proseguite e venerdì Carlo è stato rintracciato nella casa di Folgaria, dove la famiglia Pellegrini, originaria della provincia di Venezia, trascorreva le vacanze da anni.

 

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Era arrivato da solo, a bordo della sua Toyota Yaris bianca che proprio il 23 giugno era stata vista nel cortile interno di via Principi d' Acaja. Domenica i carabinieri hanno prelevato Carlo, che non risulta iscritto all' ordine degli avvocati di Torino, dal civico 11 della piccola borgata e lo hanno portato nella caserma di Rovereto.

 

«Il nostro assistito - dicono gli avvocati Nicola Canestrini e Carmela Parziale - è stato fermato per identificazione, pur avendo con sé i documenti. È stato sentito come persona informata sui fatti ed è poi rientrato nella sua seconda abitazione, dove è rimasto fino a lunedì mattina, quando è stato nuovamente fermato anche se non sussisteva alcun pericolo di fuga».

 

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Secondo gli investigatori, coordinati dal pm Delia Boschetto, della Procura di Torino, Carlo Pellegrini sarebbe caduto più volte in contraddizione sulla sua presenza a Torino tra il 22 e il 23 giugno.

Inoltre non avrebbe fornito spiegazioni convincenti su come si sarebbe procurato le ferite alla mano fasciata: «Mi sono lesionato un tendine», avrebbe detto, ma gli inquirenti sono convinti che quelle ferite se le sia procurate durante la colluttazione con il fratello. Ieri mattina è stato sottoposto a fermo con l' accusa di omicidio e nel vecchio mulino ristrutturato di Folgaria sono stato trovati biglietti scritti a mano, dal contenuto «delirante», dai quali traspare un profondo risentimento nei confronti della famiglia.

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In base alla ricostruzione dei carabinieri l' equilibrio psichico dell' indagato, già fragile, sarebbe crollato definitivamente dopo la morte della madre alla quale era molto legato. Ma non si escludono neppure moventi economici. Lui, però, non ha fatto ammissioni.

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