nonno eitan shmuel peleg

“IL NONNO TIENE EITAN IN ISRAELE COME UN DETENUTO IN UNA PRIGIONE DI HAMAS” – GUERRA TRA FAMIGLIE SULLA PELLE DEL POVERO BAMBINO SOPRAVVISSUTO ALLA TRAGEDIA DEL MOTTARONE – IL NONNO, VICINO AI SERVIZI, FINITO AI DOMICILIARI , SI DIFENDE: “NESSUN RAPIMENTO. IL TRASFERIMENTO DALL'ITALIA A ISRAELE È AVVENUTO IN MANIERA LEGALE”. L’EX MILITARE, CONDANNATO PER MALTRATTAMENTI NEI CONFRONTI DELLA EX MOGLIE, SI SENTE TRADITO DA ISRAELE...

Da Il Messaggero

Shmuel Peleg, nonno di Eitan Biran,

«Il trasferimento dall'Italia a Israele è avvenuto in maniera legale. Dopo una consultazione con esperti di diritto». Pochi dubbi per Shmuel Peleg. Così si è difeso ieri di fronte agli agenti. L'uomo, ex militare, aveva vestito la divisa delle forze armate israeliane. Vicino ai servizi. Non si esclude che avesse avuto ottimi rapporti anche con l'intelligence del suo Paese. Il 58enne ingegnere informatico, che ha lavorato anche per la compagnia aerea El Al, è un uomo risoluto, ma anche un nonno premuroso.

 

Due caratteristiche, unite alle sue vecchie professioni, che l'hanno spinto a compire il gesto spregiudicato: il rapimento del nipote affidato alla zia paterna. Peleg aveva scelto di restare a Pavia quando il piccolo, dopo la strage del Mottarone, era rimasto orfano. Lui, l'unico sopravvissuto di un incidente che aveva inghiottito i genitori, il fratellino e i bisnonni. Insomma chi è Peleg? Un uomo devastato dal dolore per la perdita della figlia, di un nipote e del genero. Aggrappato a Eitan, in questo momento fragile, travolto dal più terrificante dei lutti. Peleg dopo la tragedia non è mai riuscito a trovare un punto d'accordo con i Biran. E quando il magistrato in Italia gli ha ordinato di restituire entro fine agosto il passaporto israeliano del piccolo si è rifiutato. Forse già durante l'estate aveva pianificato il suo blitz.

nonno eitan

 

LE ACCUSE L'uomo è finito iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Pavia. Pensava forse di trovare maggiore comprensione in Patria e invece anche le autorità di Gerusalemme gli hanno dato torto. Gli arresti di ieri ne sono la conferma. Nonno Peleg non vanta nemmeno un passato cristallino, condannato per maltrattamenti nei confronti della ex moglie. «Per questa condanna Shmuel ha presentato 3 istanze nei 3 gradi di giudizio in Israele e i suoi appelli sono sempre stati rigettati», aveva spiegato nei giorni scorsi la zia paterna Aya Biran, la tutrice legale del bimbo. Ma proprio Etty Peleg, ex moglie e nonna materna ha difeso l'operato di Shmuel, tanto da finire anche lei indagata in Italia per lo stesso reato.

 

«Le condizioni di Eitan sono pessime - ha detto nei giorni scorsi - Non c'è stato alcun rapimento, il ragazzo voleva solo tornare in Israele. È nato e cresciuto a casa mia. Finalmente dopo 4 mesi i medici vedranno cosa succede, perché Eitan non ha visto nessun dottore tranne sua zia in Italia». «È un bambino meraviglioso e saggio. Attualmente sta subendo diagnosi molto approfondite a Tel Hashomer per tutto, compreso il trattamento psicologico, che avrebbe dovuto essere fatto molto tempo fa e non è avvenuto.

 

Etty Peleg, la nonna materna di eitan

Lui è il nostro mondo e vogliamo sapere che sta bene, questo è tutto quello che ci interessa. Il bambino è felice». Alla base dell'astio tra la famiglia materna e paterna ci sarebbe un contrasto sull'educazione del piccolo, che a Pavia è stato iscritto in una scuola religiosa cattolica. I legali Paolo Sevesi, Sara Carsaniga e Paolo Polizzi ammettono che il loro assistito, Shmuel Peleg, sabato ha agito d'impulso, ma sono certi che si possa tornare a discutere dell'affidamento del bimbo conteso nelle opportune sedi legali. Tutta la vicenda adesso ha subito una forte accelerazione. Probabilmente i nonni materni dovranno lasciare andare via il nipote. In futuro per Shmuel ed Etty sarà complicato vederlo. Così a subire i peggiori danni sarà in questa storia sempre Eitan. Giu. Sca.

 

 

EITAN

GIUSEPPE SCARPA per il Messaggero

 

È finito agli arresti domiciliari in Israele, Shmuel Peleg. Il nonno materno di Eitan Biran è stato interrogato dalla polizia con l'accusa di aver «rapito il nipote e di averlo portato dall'Italia in Israele». Fino a venerdì non potrà muoversi dalla sua abitazione a Petah Tikva, non lontano da Tel Aviv, dove vive anche il nipote, come riportano i media locali. Gli investigatori gli hanno sequestrato anche il passaporto.

SHMUEL E TAL PELEG

 

La misura sarebbe una decisione autonoma delle autorità di Tel Aviv. L'arresto non sarebbe stato spiccato su mandato italiano. Nel frattempo, a Pavia, la nonna materna, Etty Peleg, è stata iscritta nel registro degli indagati per sequestro di persona assieme al suo ex coniuge, sul quale a partire da ieri si è mossa anche la magistratura dello Stato ebraico.

 

Una decisione, quella di Gerusalemme, che fa ipotizzare una soluzione del caso nel breve periodo. Insomma, anche gli israeliani sono convinti che i Peleg abbiano forzato la mano strappando all'affidataria in Italia, la zia paterna, Aya Biran, il piccolo di sei anni. Intanto si scopre che la famiglia Peleg aveva raccolto 150mila euro per le spese processuali del nipote.

 

IL CANALE DIPLOMATICO «È un buon inizio, ora speriamo che Eitan torni presto a casa», commenta lo zio paterno, Or Nirko. La vicenda ha ormai aperto una voragine tra i due rami della famiglia del bambino unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone. Quel giorno il piccolo ha perso la madre, il padre, il fratello e i due bisnonni. Se i parenti a Pavia e a Tel Aviv hanno un'oggettiva difficoltà a parlarsi («I Peleg tengono Eitan come un detenuto in una prigione di Hamas», accusa Or Nirko), il canale diplomatico è aperto. Farnesina e Ministero degli esteri israeliano sono in costante contatto. Al lavoro per cercare di risolvere la disputa. L'ambasciatore italiano in Israele, Luigi Mattiolo, conosce entrambe le famiglie e si sta muovendo in prima persona per cercare una soluzione. Il suo collega israeliano a Roma, Dror Eydar, usa toni concilianti, «si spezza il cuore davanti agli ultimi e sorprendenti sviluppi».

eitan

 

Le autorità israeliane, precisa l'Ambasciata, stanno seguendo questo caso e se ne occuperanno in collaborazione con l'Italia, a beneficio del minore e in conformità con le leggi internazionali. In un parere legale richiesto dal ministero della Giustizia di Gerusalemme, l'azione compiuta da Shmuel Peleg sarebbe stata classificata come un rapimento, hanno fatto sapere dei giornali locali. Inoltre anche il deputato Roberto Della Rocca, che fa parte del partito israeliano sionista di sinistra Meretz, che sostiene l'attuale governo, spiega che «il nonno materno di Eitan» è «una persona problematica e inaffidabile», che portando il nipote in Israele e sottraendolo al suo tutore legale «ha commesso un reato per la legge italiana e israeliana». Per questo, «sono sicuro che il bambino verrà riportato in Italia nei prossimi giorni, forse dopo lo Yom Kippur», festività ebraica che terminerà la sera di giovedì 16 settembre, «o durante la festa dello Sukkot», che inizia la sera del 20 settembre per terminare il 27.

 

zia paterna eitan

Nel frattempo Aya Biran, affidataria del piccolo, come stabilito dal giudice in Italia, percorre la strada giudiziaria anche in Israele: al tribunale di Tel Aviv è stata depositata «un'istanza preparatrice per un'eventuale attivazione della procedura» sulla base della convenzione dell'Aja sulle sottrazioni internazionali di minori. A spiegarlo è l'avvocato Cristina Pagni, che assiste Aya.

 

«È in corso una valutazione ed è ancora aperto il tema se ad attivare la procedura sarà l'Italia o Israele», ha chiarito il legale. Il marito di Aya ha lanciato un appello: serve, spiega Or Nirko, una «soluzione politica» che potrebbe risolvere la situazione «in modo molto più rapido rispetto a quella giudiziaria». Lo zio spiega che «Eitan è stato tolto brutalmente alle persone più vicine che aveva. Mia moglie doveva lasciare i suoi occhiali o un oggetto vicino a lui quando si allontanava per dimostrarle il suo affetto e che sarebbe tornata».

 

la famiglia di eitan 4

LA NONNA INDAGATA Il ruolo della nonna materna, nell'inchiesta della procura di Pavia, è da verificare. La donna sarebbe rientrata a Tel Aviv il giorno precedente il rapimento, ma potrebbe, comunque, aver aiutato l'ex a portare il piccolo in Israele, dove è arrivato su un volo privato partito da Lugano. Emergono inoltre dei particolari in merito ai precedenti incontri di Shmuel con il bimbo: «Nel corso di una visita Eitan è stato tenuto per due ore e mezza dentro la macchina della nonna materna e interrogato da una persona sconosciuta».

il piccolo eitan

 

A raccontare questo episodio è sempre Or Nirko. L'uomo che lo avrebbe «interrogato», ha spiegato lo zio, «non si è mai identificato e ha detto che il suo lavoro è cambiare i baffi, gli ha fatto un sacco di domande, Eitan era sconvolto». Una «situazione ricorrente», secondo lo zio, «dopo le visite coi nonni tornava in uno stato emotivo pessimo».

la famiglia di eitan 5la famiglia di eitan 3la famiglia di eitan 2i genitori di eitanla famiglia di eitan 1LA FAMIGLIA DISTRUTTA SULLA FUNIVIALA ZIA DI EITANeitanstriscioni per eitan

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…