wuer kaixi wu' er kaixi tienanmen

“UNA NUOVA TIENANMEN? PERCHE’ NO? I CINESI VOGLIONO ANCORA DEMOCRAZIA E LIBERTA’, LA GESTIONE DELLA PANDEMIA PORTERA’ A UN RISVEGLIO, NON SI TRATTANO LE PERSONE COME ANIMALI” – PARLA L’ATTIVISTA CINESE WU’ER KAIXI, CHE 33 ANNI FA INTERRUPPE IN DIRETTA TV IL PRIMO MINISTRO LI PENG ARRIVATO A INCONTRARE GLI STUDENTI – OGGI VIVE A TAIWAN E AVVERTE L’OCCIDENTE: “ILLUSIONE STUPIDA AVER PENSATO CHE L’APERTURA ECONOMICA AVREBBE RESO LA CINA UN PAESE RESPONSABILE. GUARDI HONG KONG, GUARDI I CAMPI DI CONCENTRAMENTO PER GLI UIGURI. LO POSSONO FARE PERCHÉ SI SENTONO SICURI. L'OCCIDENTE SI È ARRESO”

Gianluca Modolo per “la Repubblica”

wuer kaixi 2

 

«Un'altra protesta come a Tienanmen 33 anni fa? Perché no. Quello che volevamo noi studenti all'epoca, democrazia e libertà, è ben radicato ancora oggi nella testa e nell'anima del popolo cinese.

 

Il patto non scritto tra cittadini e Partito si sta incrinando dopo anni di crescita economica. Forse la gestione di questa pandemia porterà a un risveglio: non si possono trattare le persone come animali. I diritti, almeno quelli più basilari, devono essere garantiti».

 

wuer kaixi interrompe li peng

In quella primavera del 1989 Wu' er Kaixi aveva 21 anni, iscritto alla Normale di Pechino, leader di una delle prime associazioni studentesche indipendenti, tra i volti simbolo di quelle decine di migliaia di ragazzi che per 50 giorni occuparono la piazza del potere comunista nel cuore della capitale.

 

xi jinping

Prima che arrivasse, nella notte tra il 3 e il 4 giugno, l'esercito a sparare. Il suo viso, smunto dallo sciopero della fame, fece il giro di tutta la Cina e non solo quando il 18 maggio - due giorni prima che venisse imposta la legge marziale - si era permesso di interrompere in diretta tv il primo ministro Li Peng, poi diventato "il macellaio di Pechino". Dopo la fuga, oggi Wu' er vive a Taiwan dove fa il commentatore politico.

wuer kaixi

 

Davvero pensa sia possibile un'altra protesta del genere oggi?

«Io sono soltanto un dissidente, non so fare previsioni. Ma credo che le fondamenta di un'azione forte esistano eccome. Quel patto terribile, una crescita economica in cambio della sottomissione politica, ha portato oggi a un regime ancora più totalitario, ipertecnologico, che sopprime qualsiasi domanda di libertà. Abbiamo visto cosa è successo in questi mesi di guerra al Covid».

wu' er kaixi protesta a piazza tienanmen

 

Anche quest' anno il ricordo di Tienanmen rimarrà un tabù. Che eredità pensa abbiate lasciato?

«Molti ricordano quali azioni criminali ha compiuto il Partito. C'è chi pensa che le cose non si potevano cambiare in quel modo. Ma quello che volevamo noi, la gente lo vuole anche adesso. Non si dice, per paura. Il Partito ha fatto diventare la paura parte della memoria».

 

uiguri detenuti in cina 9

Che cosa l'ha spinta verso Tienanmen?

«Eravamo l'ultima generazione di idealisti. Negli anni '80 arrivò Deng Xiaoping con i suoi slogan su apertura e riforme. Avevamo delle speranze. Siamo stati traditi. C'erano già stati dei movimenti, ma tutto prese velocità quando morì l'ex segretario Hu Yaobang, che il Partito aveva fatto dimettere due anni prima. Il leader che era più vicino a noi.

 

In piazza arrivarono a migliaia. Mi misi alla testa dei miei compagni e il movimento crebbe nel giro di poco».

 

deng xiaoping

Com' era la vita in piazza?

«Eccitante. La gente ci era vicina, avevamo un'opportunità. Il Partito, però, continuava a non ascoltarci».

 

Per questo fece quella scena col premier?

«Capimmo che non aveva intenzione di intavolare un dialogo, piuttosto farci la sua lezione: gli adulti che spiegano ai bimbi come ci si comporta. Disse che era in ritardo a causa del traffico. 'Non è il ritardo di 5 minuti', gli dissi.

 

'Abbiamo chiesto tante volte di incontrarla. Lei è in ritardo di un mese'. Il Partito si sentiva in pericolo. E arrivarono i carri armati».

 

Se lo aspettava?

«No. La nostra era una protesta pacifica. Eravamo deboli. Perché le armi? Perché i tank? Per stabilire un clima di paura, a Pechino e in Cina. Il rumore dei proiettili e il cigolio dei carri armati serviva a creare il terrore per gli anni a venire».

 

wu' er kaixi protesta a tienanmen

Cosa ricorda?

«La mobilitazione iniziò la sera del 3 giugno. Le persone volevano bloccare i carri armati con qualsiasi cosa. Sapevamo che c'erano dei morti, gli spari tutta la notte. Era come stare in guerra. Ma era un massacro. Nessuno sa ancora quanta gente venne uccisa. La mattina del 4 ci fu concesso lasciare Tienanmen».

 

E poi?

«Scappai. Ero il numero 2 sulla lista dei ricercati. Tramite degli amici arrivai a Hong Kong (l'Operazione Yellowbird, ndr ). Dopo pochi giorni andai in Francia. Poi negli Usa e infine a Taiwan».

covid hong kong 8

 

Che Cina vede oggi?

«Guardi Hong Kong, guardi i campi di concentramento per gli uiguri. Lo possono fare perché si sentono sicuri. L'Occidente si è arreso alla Cina, ha sempre sbagliato. Ha pensato che con le aperture economiche sarebbe diventato un Paese responsabile: un'illusione stupida».

 

Lei è uiguro: abbiamo visto la visita dell'Onu. Cosa cambierà?

«Fatta così, rischia di diventare un sostegno a quello che il Partito fa e ha fatto lì, contro gli invisibili. Aspettiamo il rapporto: se non ci sarà qualcosa di forte, la Cina capirà che la funzione dell'Onu è finita. E si sentirà legittimata».

 

wu' er kaixi protesta a tienanmen

Oggi vive a Taipei, quanto è forte la minaccia di un'invasione?

«Credo che la situazione russa suggerisca di non farlo. Invadere non è nel loro interesse ora perché destabilizzerebbe il loro potere. Certo, usano sempre più parole forti: ma gridare è ben diverso dall'agire. Detto ciò, la razionalità ha dei limiti quando si parla di cosa vuole o non vuole fare un regime totalitario».

wuer kaixi wu' er kaixi protesta a tienanmen wuer kaixi wuer kaixi 3 commemorazione della strage di piazza tienanmen a hong kong 4Simpson, puntata con piazza Tienanmen 2la bandiera italiana sventola in piazza tienanmenuiguri detenuti in cina 8soldati cinesi sfilano su piazza tienanmencommemorazione della strage di piazza tienanmen a hong kong commemorazione della strage di piazza tienanmen a hong kong 3commemorazione della strage di piazza tienanmen a hong kong arrestiSimpson, puntata con piazza Tienanmen

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)