“OGGI FINALMENTE RICOMINCIO A RESPIRARE” – LA RAGAZZA CHE ACCUSA CIRO GRILLO E GLI AMICI DI STUPRO COMMENTA IL RINVIO A GIUDIZIO DEI 4 RAGAZZI CON IL SUO AVVOCATO, GIULIA BONGIORNO – “LA VERITÀ” CONTRO LA SENATRICE DELLA LEGA, CHE IERI HA ACCUSATO IL GIORNALE (SENZA NOMINARLO) DI “DISTORCERE GLI ATTI”: “STA COMBATTENDO LA SUA BATTAGLIA PER MANDARE IN GALERA IL FIGLIO DI UN AVVERSARIO POLITICO. DALLE CARTE NON EMERGONO PROVE SCHIACCIANTI. SE IL RINVIO A GIUDIZIO FOSSE UNA SENTENZA, COME TRASPARE DALLE PAROLE DELLA BONGIORNO, MOLTI SUOI CLIENTI…”

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ciro grillo ciro grillo

1 - LO SFOGO DI SILVIA: «OGGI FINALMENTE RICOMINCIO A RESPIRARE»

Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”

 

«E adesso come ti senti? Sei sollevata? Arrabbiata?». L'avvocata Giulia Bongiorno le parla al telefono mentre corre verso l'aeroporto di Olbia. Le spiega che questo primo passo è andato, ce l'ha fatta. Dall'altra parte c'è silenzio, un sospiro e poi lei che risponde: «Avvocato, io oggi finalmente ricomincio a respirare».

 

Non è ragazza di troppe parole, Silvia. Ci è voluta tutta la fiducia del mondo per sedersi davanti alla sua legale e raccontare i dettagli della violenza di gruppo che giura di aver subito. Ieri, sapere che hanno creduto a lei e non a loro - ai quattro ragazzi accusati e rinviati a giudizio - è stato come uscire dall'apnea in cui l'aveva costretta la tensione di questi mesi.

giulia bongiorno (2) giulia bongiorno (2)

 

L'avvocata Bongiorno racconta di una ragazza «traumatizzata, molto sofferente» che vive ogni giorno «come se avesse accanto perennemente la sensazione fisica di quello che le è successo, una specie di compagna quotidiana». Non è più a casa sua, non frequenta più molti dei vecchi amici, prova a non guardare la televisione quando parlano di lei, i suoi genitori la proteggono come possono.

 

E per chiarire: Silvia, come (quasi) tutti la chiamano dall'inizio, non è il suo vero nome, così come non è reale il nome dell'altra ragazza, Roberta. «Ma poi c'è chi si permette di pubblicare il suo nome e cognome e renderla identificabile» se la prende Giulia Bongiorno.

 

 

«Io trovo che questo sia gravissimo, mai ho assistito a una tale volontà di sgretolare la verità e distorcere i fatti. Sono stufa di leggere pezzettini di atti isolati che vengono interpretati male. Tutto questo, tra l'altro, diventa un deterrente per le donne che vogliono denunciare».

 

Nel suo rifugio segreto, chiamiamolo così, Silvia prova a ricostruire vita e autostima; non pensare a quel giorno è la parola d'ordine, anche se ogni tanto qualcuno le manda messaggi con qualche titolo di giornale che la riguarda. «Sofferente ma determinata», dice di lei l'avvocata Bongiorno. Ieri non la finiva più di dirle grazie, ma niente lacrime: questo è il momento di respirare, per dirla con le sue parole.

 

 

La mamma, invece, è scoppiata a piangere e si è ricordata che il 16 di marzo - cioè il giorno fissato per la prima udienza in tribunale - è la data del compleanno di sua madre. «Lo voglio vedere come un segnale di buon auspicio», ha detto lei all'avvocata Bongiorno. I genitori di Silvia non hanno mai rilasciato interviste.

giro grillo con gli amici giro grillo con gli amici

 

Da loro è arrivata soltanto una nota, diffusa a fine aprile scorso, in cui dicevano: «Non è facile rimanere in silenzio davanti alle falsità che si continuano a scrivere e a dire sul conto di nostra figlia. Abbiamo appreso che frammenti (frammenti!) di video intimi vengono condivisi tra amici, come se il corpo di nostra figlia fosse un trofeo: qualcosa che ci riporta a un passato barbaro che speravamo sepolto insieme alle clave». Le indagini non erano ancora chiuse. Purtroppo c'era molto altro e molto peggio da sapere.

 

 

2 - STUPRO, A PROCESSO GRILLO JR & C.

Giacomo Amadori per “La Verità”

 

L'avvocatessa e senatrice della Lega Giulia Bongiorno sta combattendo la sua sacrosanta battaglia legale (molto mediatica) per mandare in galera il figlio di un suo avversario politico, Beppe Grillo. Ma quando ci accusa, senza nominarci, come ha fatto subito dopo il rinvio a giudizio di Ciro Grillo, sbaglia bersaglio.

vittorio lauria vittorio lauria

 

Ieri il giudice dell'udienza preliminare di Tempio Pausania Caterina Interlandi ha rinviato a giudizio Grillo junior, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria con l'accusa di violenza sessuale nei confronti della ventenne italo-norvegese S. J. e di molestie ai danni della coetanea R. M..

 

Dopo la decisione del giudice, rimasta in camera di consiglio un'ora esatta, la Bongiorno ha dichiarato ai giornalisti presenti: «Abbiamo assistito alla pubblicazione di frammenti di atti mal interpretati, oggi la Gup ha risposto a questo tentativo di sgretolare atti che hanno un significato ben preciso. Non sono felice ma sono soddisfatta: la mia assistita soffre tuttora e ho atteso per dire che si è assistito a una distorsione da parte di alcuni giornali e la ragazza è finita sul banco degli imputati, ma il materiale probatorio racconta una verità diversa».

 

Poi la senatrice ha regalato ai cronisti l'ennesima frase a effetto, da lei mediata, della sua assistita: «Oggi finalmente ricomincio a respirare». La Bongiorno deve avere una strana concezione della libertà di stampa. Per lei chi legge gli atti con attenzione e li racconta ai propri lettori «mal interpreta» e «distorce».

 

 

Ci dispiace smentirla: noi non abbiamo pubblicato «frammenti» di documenti, ma la sintesi ragionata dell'intero fascicolo. Abbiamo offerto ai lettori sia la versione dell'accusa e delle parti civili che quella delle difese e ci siamo permessi di rimarcare alcune contraddizioni evidenti nel racconto della presunta vittima. Lo abbiamo fatto in completa libertà, senza condizionamenti ideologici e controcorrente, essendo l'opinione pubblica in maggioranza colpevolista.

 

 

Una scelta, la nostra, che si basa sull'analisi delle carte, da cui non emergono, a nostro giudizio, prove schiaccianti, né in un senso, né nell'altro. Per questo ci sarà bisogno di un processo. Se il rinvio a giudizio fosse una sentenza, come traspare dalle parole della Bongiorno, molti suoi clienti non sarebbero stati assolti e lei non avrebbe incassato le laute parcelle che le hanno garantito i dibattimenti.

 

francesco corsiglia francesco corsiglia

Il rinvio a giudizio era quasi scontato, come ha ammesso, bontà sua, pure la Bongiorno, visto che «la Cassazione dice che per andare a processo in caso di violenza sessuale basta la dichiarazione della persona offesa, se ritenuta attendibile». E, infatti, ieri molti dei difensori non si sono neanche presentati in aula, a partire dai legali di Ciro Grillo, Enrico Grillo e Andrea Vernazza.

 

Chi non c'era non ha voluto contribuire, con la propria presenza, all'enfatizzazione mediatica di un passaggio processuale che viene considerato tecnico, mentre chi è sceso a Tempio Pausania ha comunque inteso rivendicare l'innocenza dei propri assistiti anche di fronte al Gup. In aula c'erano i difensori di Edoardo Capitta, Ernesto Monteverde e Mariano Mameli, e quello di Francesco Corsiglia, Gennaro Velle.

 

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I tre legali presenti ci hanno rilasciato questa dichiarazione: «Riteniamo il rinvio a giudizio un atto fisiologico per questo tipo di processi. Il Gup non ha il compito di decidere se esista o non esista la prova certa della colpevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio, ma soltanto di valutate se l'accusa meriti di essere valutata in un dibattimento, dove la difesa avrà finalmente la possibilità di esercitare i diritti che nella fase delle indagini (dirette dal pm) sono ovviamente limitatissime». Il 16 marzo inizierà il processo ai quattro ragazzi. Che, nonostante tutto, sono ancora incensurati.

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