ucraina biden putin zelensky

“PUTIN HA COMMESSO L’ERRORE DI AFFIDARE LA GESTIONE DEL DOSSIER UCRAINO A PERSONAGGI INAFFIDABILI IN SENO ALLA SUA INTELLIGENCE” - L’EX AMBASCIATORE IN IRAQ, MARCO CARNELOS: “LA DEMONIZZAZIONE DEI CONTENDENTI NON AIUTA LA DIPLOMAZIA. SIAMO IN UNA SITUAZIONE A DIR POCO PARADOSSALE: L’EUROPA INVECE DI PROPORRE UNA MEDIAZIONE SI È SUBITO APPIATTITA SULLE POSIZIONI DI WASHINGTON E LONDRA - A BRUXELLES RITENGONO CHE EUROPEISMO ED ATLANTISMO SIANO DUE TERMINI SINONIMI, MA NON È COSÌ - SIA STATI UNITI CHE RUSSIA HANNO UN INTERESSE AFFINCHÉ IL CONFLITTO SI PROLUNGHI. I PRIMI PERCHÉ…”

Andrea Muratore per https://it.insideover.com

 

MARCO CARNELOS

L’Europa rischia di essere il vaso di coccio tra i vasi di ferro nel conflitto russo-ucraino e nel suo ampliamento a “guerra per procura” tra Washington e Mosca. In un contesto che vede il conflitto sempre più distante da una qualsiasi conclusione realistica, affrontiamo il tema del futuro delle relazioni internazionali e dell’Europa con l’ambasciatore Marco Carnelos.

 

Carnelos è stato a lungo un funzionario d’alto rango nella nostra diplomazia, avente alle spalle venticinque anni nella carriera diplomatica, incarichi in Somalia, Nazioni Unite, Iraq e come consigliere di tre Presidenti del Consiglio in diversi ambiti (Medio Oriente, Terrorismo, Russia, promozione economico-commerciale, attrazione degli investimenti). Ultimo incarico è stato quello di Ambasciatore d’Italia in Iraq. Attualmente è membro del Board dell’ISPI. Con lui discutiamo delle dinamiche sdoganate dalla guerra in corso.

 

Ambasciatore Carnelos, la guerra tra Russia e Ucraina ha sdoganato una fase di acuta volatilità e incertezza. Concorda con la definizione di una “guerra per procura” portata oggi dalla Nato alla Russia in parallelo al sostegno alla resistenza ucraina?

VLADIMIR PUTIN JOE BIDEN - ILLUSTRAZIONE TPI

“Volatilità e incertezza regnavano sul panorama internazionale ben prima dello scoppio della guerra. È il risultato di un mutamento dell’ordine mondiale che negli ultimi decenni si è centrato sull’indiscussa leadership americana e che ora viene insidiato e contestato dall’ascesa della Cina e dal rafforzamento delle relazioni di quest’ultima con la Russia con il tentativo congiunto, insieme ad altri Paesi, di costituire un grande blocco politico ed economico eurasiatico affrancato dagli USA e dal dollaro. La posta in gioco di questo scontro è l’Europa e il terreno prescelto per la dimensione militare del confronto è la povera Ucraina. Si, a tutti gli effetti è una guerra per procura”.

Putin Macron 7 febbraio 2022

 

Putin sembra aver fallito i principali obiettivi strategici nella prima fase di guerra. La debolezza sul terreno aumenta i rischi di una reazione muscolare e imprevedibile del Cremlino?

“Putin ha probabilmente commesso l’errore di affidare la gestione del dossier ucraino a personaggi inaffidabili in seno alla sua intelligence che dovevano propiziare un colpo di stato che non si è invece materializzato. Un errore clamoroso considerati i suoi trascorsi. Recuperare la situazione è piuttosto complesso e costoso ora.

macron putin

 

Fortunatamente per lui, ha enunciato obiettivi molto generici come de-militarizzazione e de-nazificazione dell’Ucraina e potrebbe decidere, ad un certo punto, di averli conseguiti. Certo il prezzo si rivelerà immenso, anche politicamente. Quanto alla reazione muscolare i rischi aumentano certamente anche perché si moltiplicano iniziative USA che Mosca potrebbe percepire come aperte provocazioni, come l’intelligence fornita per affondare l’incrociatore Moskwa, per l’abbattimento di un aereo da trasporto carico di soldati russi e, da ultimo, stando al New York Times, per eliminare sul terreno diversi generali russi”.

 

Washington, dal canto suo, ha seguito Londra e Varsavia: sostegno totale all’Ucraina fino alla vittoria militare. Si tratta di una strategia realistica o rischiosa?

URSULA VON DER LEYEN OLAF SCHOLZ MARIO DRAGHI

“A me sembra una strategia più rischiosa che realistica. Nei confronti di Mosca, Washington e Londra sembra stiano seguendo lo stesso copione stilato da Roosevelt e Churchill nel gennaio 1941 con la sottoscrizione della Carta Atlantica, la quale, nei confronti della Germania nazista, contemplava solo una resa incondizionata.

 

La differenza rispetto ad allora è la presenza delle armi nucleari. Registro con inquietudine dichiarazioni russe sul rischio di uso di queste armi e con altrettanta inquietudine “analisi occidentali” che, vista la posta in palio, giudicano tutto sommato gestibile e giustificato un confronto nucleare. Quanto alla Polonia, l’odio atavico che nutre verso la Russia – in larga parte giustificato – la rende un attore poco lucido”.

 

PUTIN BIDEN

La via della diplomazia, in questo contesto, sembra frenata. Come giudica i tentativi di apertura avvenuta finora? Come mai sono tramontate le mediazioni di Israele e Turchia?

“La reciproca demonizzazione dei contendenti non aiuta la diplomazia. Siamo in una situazione a dir poco paradossale dove l’Europa – salvo Macron – sembra essersi chiamata fuori dai tentativi negoziali per risolvere una crisi in cui in gioco c’è anche il suo destino. Un membro della NATO, la Turchia, che tenta di mediare con la Russia. Quanto ad Israele, dopo le scuse di Putin, è ancora presto per giudicare se i rapporti tra Mosca e Gerusalemme si rimetteranno sulla carreggiata giusta. Il negoziato non si profila perché probabilmente i due contendenti non sono ancora esausti…purtroppo”.

mario draghi ursula von der leyen

 

Il Papa ha messo in campo un grande sforzo diplomatico, non risparmiando critiche alla NATO. Può un suo intervento smuovere le acque?

“Me lo auguro sinceramente. Il Santo Padre non ha fatto altro che asserire quanto autorevoli studiosi di relazioni internazionali e figure politiche di primo piano, anche occidentali, hanno sostenuto, inascoltati, per anni. Mi auguro inoltre che non finisca anche lui nelle liste di proscrizione sommarie frutto di un pensiero binario che stanno spopolando da queste parti. Rilevo tuttavia, con amarezza, che al giorno d’oggi i rapporti di forza continuano ad avere la meglio sulle grandi esortazioni morali”.

PAPA BERGOGLIO E VLADIMIR PUTIN

 

Veniamo ora all’Europa. Il Vecchio Continente è in crisi: non sa se vuole la pace o la guerra. Tra intervento pro-Ucraina e sanzioni incomplete, possiamo parlare di una strategia incompleta al traino di Washington?

“L’Europa non sa cosa vuole, punto e denota carenza di leadership al suo vertice. Invece di proporre una mediazione si è subito appiattita sulle posizioni di Washington e Londra anche se su embargo del petrolio e del gas si profilano le prime crepe. A Bruxelles ritengono che Europeismo ed Atlantismo siano due termini sinonimi, ma non è così, è sufficiente ripercorrere decenni di relazioni transatlantiche per rendersene conto”.

 

putin zelensky biden

C’è il rischio che, in fin dei conti, l’Europa stia con la sua economia facendo da prima linea alla guerra di sanzioni e invio di armi condotta da Washington alla Russia?

“Sia Stati Uniti che Russia hanno un interesse affinché il conflitto si prolunghi. I primi perché ritengono che per avere efficacia le sanzioni verso Mosca necessitino di più tempo, mentre la Russia spera che il perdurante effetto dirompente delle sanzioni finisca per mettere in ginocchio prima le economie occidentali rispetto alla propria, che è assai più autarchica. Indovinate un po’ chi rischia maggiormente di finire stritolato in questo meccanismo infernale”.

 

Come giudica la condotta del governo italiano? Quali strategie possiamo implementare nello scenario ucraino?

DRAGHI PUTIN GAS

“Una condotta coerente con l’appartenenza dell’Italia alla NATO e con la tesi che tra Europeismo ed Atlantismo non vi sia differenza. Mi auguro solo che il Governo predisponga tutte le misure necessarie per attenuare l’impatto negativo sulla nostra economia già gravata da due anni di pandemia. Sono certo che il Presidente Draghi sia convinto che gli interessi degli italiani vengano prima di ogni altra considerazione”.

 

Come sarà il mondo dopo la guerra russo-ucraina? Andiamo verso un nuovo bipolarismo capace di mettere all’angolo l’Europa?

PUTIN E BIDEN

“Difficile fare previsioni, dipenderà molto dall’esito del conflitto. Negli ultimi anni l’Europa ha avuto l’occasione per promuovere gli assetti internazionali verso una formula tripolare. Un irrinunciabile forte legame con gli Stati Uniti basato su valori condivisi da una parte, e un corretto rapporto economico e commerciale con il blocco euroasiatico che si va delineando intorno a Cina, Russia gli altri BRICS e molti altri paesi del cosiddetto Global South dall’altra. Mediando su queste due direttrici avrebbe ulteriormente valorizzato il suo ruolo e, forse, prevenuto e attenuato le intemerate da ambo le parti. Ha scelto con il cuore, non con la testa, un rapporto appiattito sugli Stati Uniti. Spero che la storia le darà ragione”.

xi jinping 2xi jinping 4

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…