carlo alberto e rita dalla chiesa

“QUANDO DOPO LA SUA UCCISIONE APRIMMO LA CASSAFORTE DI PAPA', CI TROVAMMO UNA SCATOLA VUOTA” – RITA DALLA CHIESA AI “LUNATICI”:  “RICORDO LA NOSTRA ULTIMA TELEFONATA. CI SIAMO DETTI CHE CI SAREMMO RISENTITI IL GIORNO DOPO E INVECE LA SERA LO HANNO AMMAZZATO. NON ODIO I MAFIOSI, MI FANNO PENA. MA NON LI PERDONO” – “MIO PADRE ERA MOLTO GELOSO, QUALUNQUE CORTEGGIATORE ARRIVASSE DICEVA CHE…”

Da "I Lunatici Radio2"

carlo alberto dalla chiesa

 

Rita Dalla Chiesa è intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle sei.

 

Rita Dalla Chiesa ha parlato del centenario della nascita del papà, Carlo Alberto Dalla Chiesa, e del libro 'Il mio valzer con papà', edito da Rai Libri: "L'ho scritto perché mi sono meravigliata a pensare che papà avrebbe compiuto cento anni e perché la Rai mi ha chiesto di parlare di mio papà, più che del Generale. I proventi andranno tutti agli orfani dei carabinieri che sono morti in servizio.

rita e carlo alberto dalla chiesa

 

Mio padre era molto geloso, la gelosia è di famiglia. Io ero gelosa di lui e lui era geloso di me. Mi teneva lontane le persone che tentavano di avvicinarsi, qualunque corteggiatore arrivasse papà diceva sempre che non era quello giusto per me. Da ragazza uno vorrebbe vivere come vedeva vivere gli altri, io mi rendevo conto che trascorrevo una vita diversa. Vivere in caserma era bellissimo, era sempre aperto, non c'era bisogno di chiavi o di allarmi. Alle volte però mi ribellavo, perché tante cose che una ragazza vorrebbe fare non erano possibili.

rita dalla chiesa

 

Quando ho deciso di fare la giornalista, però, mio padre è stato contento. Condivideva il tipo di vita che avevo cercato intraprendere. Da quando ero piccola ho amato scrivere. Scrivevo con mio fratello il giornalino della caserma, su un foglio di carta, una cosa che era soltanto nostra. Ho sempre avuto voglia di raccontare. I compleanni? Papà è sempre stato un Generale impegnatissimo ma anche un padre che era sempre presente. A modo suo, rubando i minuti, ma c'è sempre stato.

riina con carlo alberto dalla chiesa

 

Ricordo i primi fiori, delle roselline rosa, ricevuti da piccolissima.Me li regalò lui. Abbiamo fatto una vita particolare, mai la stessa casa per più di due anni, non invidio mai nulla ad esempio, ma invidio le persone che sono riuscite a portarsi una amicizia dai banchi di scuola. Io invece dovevo ricominciare sempre tutto dall'inizio. La cosa bella dei continui trasferimenti, invece, è che ho visto tutta l'Italia".

 

Ancora Rita Dalla Chiesa: "Ho lasciato il cuore a Milano, mi è piaciuta tantissimo Ancona, avevamo una casa in collina e mi ricordo che tutte le sere mi affacciavo a guardare il mare e passavano sempre i treni diretti verso la Puglia. Adoro il treno, il suo rumore non mi dà fastidio, anzi. Mi piacerebbe ancora abitare vicino a una ferrovia. Il fatto di aver cambiato continuamente città ti dà la sensazione di appartenere a tutte le città. Io cambierei casa continuamente".

 

rita dalla chiesa

Sul tre settembre del 1982: "C'è un dolore sordo che è dentro e non se ne va. Inizio a star male prima del tre settembre, divento nervosa, mi chiudo a riccio, non voglio vedere nessuno. Il 31 agosto è il giorno del mio compleanno e ricevevo sempre la telefonata di mio papà, che però quell'anno non è arrivata, perché c'era rimasto male perché non avevo mandato mia figlia Giulia a Palermo. Non l'avevo mandata perché da madre sentito che non dovevo mandarla. Purtroppo avevo ragione io.

OMICIDIO DI CARLO ALBERTO DALLA CHIESA

 

Mio padre mi ha chiamato il 3 settembre mattina, mi aveva raccontato che il Ministro Formica era stato a Palermo, avevamo parlato abbastanza. Ci siamo salutati dicendoci che ci saremmo risentiti domani e invece no, perché la sera lo hanno ammazzato. Vivere una dimensione pubblica del dolore certamente fortifica. Quando siamo andati a Palermo dopo che papà era stato già sepolto, per togliere tutti gli affetti personali di papà, abbiamo trovato un muro di fotografi.

rita dalla chiesa cover

 

Avevo capito che la mia vita non sarebbe più stata la stessa. Mio padre era molto amato in tutta Italia. E' stato l'unico non siciliano ad essere stato ucciso in Sicilia, per la Sicilia. Era di Parma, si è trovato a combattere la mafia in Sicilia. Purtroppo il cancro della mafia esiste ancora, ora si è diffuso in tutta Italia, non è più un fenomeno solo siciliano".

 

CARLO ALBERTO DALLA CHIESA

Rita Dalla Chiesa ha aggiunto: "Ho vissuto un pezzo della storia italiana molto importante e pesante. Ho vissuto gli anni di piombo, la mafia, i grandi uomini con i quali mio padre è venuto a contatto, che sono poi stati uccisi. Falcone, Borsellino, Chinnici. L'altro giorno sono stato al matrimonio del nipote di Chinnici, che si è sposato e che ora indossa la divisa dei carabinieri in onore di mio padre. Quando me l'ha raccontato mi sono messo a piangere. C'è un filo che ci lega ai Falcone, Borsellino, Chinnici, Mattarella. Ne ho conosciute tante di queste persone, sono passata attraverso tutti questi dolori. Ho vissuto cento vite in una vita sola".

rita dalla chiesa

 

Ancora sulla fine del Generale Dalla Chiesa: "Non ha fatto in tempo a fare arrivare i suoi uomini a Palermo. E' arrivato a luglio ed è stato ucciso il tre settembre. All'epoca era tutto molto rallentato, avrebbe voluto i suoi uomini a Palermo, gli aveva mandato la richiesta, chi aveva risposto di sì non ha fatto in tempo ad arrivare. Quando aprimmo la cassaforte di papà, dopo la sua uccisione, trovammo una scatola vuota.

 

carlo alberto dalla chiesa Emanuela Setti Carraro

Volevano metterla a tacere questa cosa. Ci sono intercettazioni di Riina dove lui dice che lo facevo ridere. Abbiamo dovuto convivere con una società che da un lato ci era vicina e ci aiutava, ma dall'altro abbiamo dovuto anche con la malavita, con dei mafiosi che continuavano e continuano a sbeffeggiare e delegittimare mio padre. E' stata una battaglia continua. Mio fratello ha dedicato tutta la sua vita a scoprire cosa fosse davvero successo".

 

nando dalla chiesa con rita

Sui suoi sentimenti: "I mafiosi mi fanno pena, sono dei poveracci. Non hanno neuroni. Non li odio. L'odio non fa parte della mia mentalità. Però non perdono. Ricordo tutto e tutti. Non perdono, ma è una cosa diversa dall'odiare".

carlo alberto dalla chiesa Emanuela Setti Carraro rita dalla chiesa foto di baccorita dalla chiesarita dalla chiesa foto di bacconando dalla chiesa con rita e fabrizio nel 1984rita dalla chiesa amicirita dalla chiesa da ragazzacarlo alberto dalla chiesa

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO