dalia aly

“QUEL VIDEO HARD HA RESO LA MIA VITA A SCUOLA UN INFERNO” – IL CORAGGIO DI DALIA ALY, 20ENNE DI COSENZA, VITTIMA DI REVENGE PORN: IL FIDANZATO HA PUBBLICATO IL LORO VIDEO INTIMO E LEI È FINITA SUI CELLULARI DEI SUOI COMPAGNI CHE L’HANNO BULLIZZATA – MA LA RAGAZZA NON SI È LASCIATA TRAVOLGERE: HA DENUNCIATO ANCHE SE NON HA POTUTO USUFRUIRE DEL “CODICE ROSSO” E OGGI HA LANCIATO UN PODCAST SU SPOTIFY PER DARE VOCE AD ALTRE VITTIME…

Lorenzo Rotella per "la Stampa"

 

Dalia Aly 2

«Quattro anni fa il mio ex partner ha divulgato un mio video intimo tra i suoi amici. È finito sui canali Telegram e ha reso la mia vita a scuola un inferno». Dalia Aly ha 20 anni, studia Fashion Design al Politecnico di Milano e viene da Cosenza. Migliaia di persone hanno visto il suo corpo nudo scorrendo le notifiche sul telefono. Quel filmato circola ancora in rete. E Dalia ne parla con la voce piena di rabbia e dolore. «Nel maggio del 2017 ho avuto un rapporto con il mio allora fidanzato», racconta a fatica, ma con lucidità. «Abbiamo deciso di riprenderci in un video che sarebbe rimasto un nostro ricordo. Non immaginavo che sarebbe stato condiviso su larga scala. Mi fidavo di lui».

 

revenge porn 3

Nel novembre del 2018 l'incubo si ripresenta. Al liceo scientifico Valentini di Cosenza, dove Dalia studiava prima di approdare a Milano, il filmato circola e lo vedono tutti. «I compagni se la ridevano chiedendo ai professori quando un video potesse diventare virale, riferendosi ovviamente al mio. Durante le elezioni per i rappresentanti d'istituto, in cui ero candidata, il mio avversario ha usato quel materiale contro di me per screditarmi. E gran parte della dirigenza scolastica si è rivolta a me in toni aspri, chiedendosi per esempio cos' avrebbero pensato alcuni miei parenti morti se fossero stati ancora vivi».

 

Dalia Aly

Nel dicembre dello stesso anno, Dalia alza la testa e denuncia. Ma lo fa senza poter usufruire del «Codice Rosso», entrato in vigore nel luglio del 2019. Si tratta di una legge a tutela di donne e soggetti deboli che subiscono violenze, atti persecutori e maltrattamenti e accelera i tempi delle indagini per reati quali stalking e lesioni. Introduce anche quello di revenge porn, che nel codice penale viene inteso come diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. La pena va da uno a sei anni di reclusione, mentre la multa oscilla tra i 5 e i 15 mila euro. «Il mio è proprio un caso di condivisione non consensuale di materiale intimo», spiega. «Ma ho potuto solo denunciare contro ignoti, esponendo i fatti e senza indicare un particolare capo d'accusa».

 

revenge porn 1

In balia di questo buco normativo, Dalia prosegue la sua battaglia legale da tre anni. «Le indagini procedono a rilento, con tanto di pandemia a complicare le cose. Nessuna udienza in vista, nessun aggiornamento importante». In questa lotta però non è sola: «Ho accanto la mia famiglia e mi sono rivolta al centro anti-violenza Roberta Lanzino di Cosenza. Lì sono stata seguita da un'avvocata e da una psicologa». Quattro anni dopo tutto questo, Dalia è una persona nuova.

revenge porn 2

 

Non lascia che quel male vinca su di lei e a Milano cerca di superare il dolore dando voce a chi ha subito situazioni simili. Lo scorso novembre ha infatti lanciato un podcast su Spotify. «È il mese della Giornata contro la violenza sulle donne». Nelle cinque puntate finora registrate, con ascolti complessivi che superano il migliaio di utenti, affronta temi legati al mondo della donna e del revenge porn. Nella prima si parla di aborto con Federica Di Martino, psicologa e fondatrice della pagina «Ho abortito e sto benissimo», e Alice Merlo, che ha abortito con la terapia farmacologica e lanciato la campagna «Una conquista da difendere».

revenge porn 4

 

Nella seconda, ripercorre la storia del movimento femminista, dalle origini ai giorni nostri. La terza è interamente dedicata alla storia di Dalia. Nella quarta si discute invece di condivisione non consensuale di materiale intimo con Andrea Giorgini, romano di 23 anni che ha subito un'estorsione. «Qualcuno ha fatto girare sue fotografie riprese in una videochiamata», spiega la ragazza, «e ha cercato di chiedergli denaro in cambio della cancellazione».

 

revenge porn 1

Il podcast si intitola «Fai la signorina»: «Me lo ripeteva mia nonna quando da piccola facevo il maschiaccio. Dovevo stare composta, vestirmi con la gonna, parlare a modo. I maschi invece potevano fare tutto quello che volevano. Così ho deciso di abbattere quel pregiudizio patriarcale e fare attivismo con la satira e un microfono». 

FOTO INTIME IN CHATREVENGE PORNrevenge porn 5REVENGE PORN BARISTA FELTRErevenge porn 6revenge porn 1revenge porn 3

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL COLLE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI, E A FRANCESCO GAROFANI C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA) - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? FORSE NON ESISTE. D'ALTRONDE SE CI FOSSE, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA?

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…