antonio marotta

“L’HANNO UCCISO COME GEORGE FLOYD” – UN 63ENNE DI SALERNO È MORTO DURANTE UN CONTROLLO DELLA POLIZIA STRADALE A FIDENZA, NEL PARMENSE: L’UOMO ERA SENZA CINTURA E, QUANDO HA SCOPERTO CHE VOLEVANO RITIRARGLI LA PATENTE, È SCESO DALLA MACCHINA E PARE ABBIA TIRATO UNO SCHIAFFO A UN POLIZIOTTO – GLI AGENTI LO HANNO IMMOBILIZZATO E AMMANETTATO, MA DURANTE LA COLLUTTAZIONE L’UOMO CHE…

Franco Giubilei per “la Stampa”

 

antonio marotta 1

Un normale controllo della polizia stradale in una zona semiperiferica di Fidenza, nel Parmense, tardo pomeriggio di domenica: la paletta che si alza perché il guidatore non ha la cintura di sicurezza, l' auto che si accosta, la scoperta dei due agenti che la stessa infrazione è già stata commessa in passato e che dunque la patente va ritirata. A questo punto la situazione si complica.

 

L' uomo, un 63enne originario di Salerno residente nella città emiliana da parecchio tempo, scende dalla macchina e comincia a discutere sempre più animatamente finché, secondo le prime ricostruzioni, tira uno schiaffo a un poliziotto facendogli volar via gli occhiali.

 

il luogo del controllo dove e' morto antonio marotta

Allora gli agenti lo immobilizzano e lo ammanettano, ma nella colluttazione avviene l' irreparabile: Antonio Marotta, che soffre di varie patologie fra cui una cardiopatia, ha un malore e di lì a poco muore sull' asfalto. Vani i tentativi degli stessi agenti di rianimarlo col massaggio cardiaco, e inutili anche i soccorsi dell' ambulanza che arriva di lì a pochissimo, chiamata sul posto dai poliziotti.

 

Cominciano gli accertamenti, affidati alla sezione giudiziaria della stessa polstrada, e la procura di Parma assume tutte le informazioni sulla vicenda in vista dell' apertura del fascicolo che già ieri era data per certa. L' autopsia sarà il passo successivo necessario per fare chiarezza sulla causa della morte del conducente, visto che oltre tutto, in quel tratto di viale Martiri della Libertà, non ci sono impianti di videosorveglianza che possano aver ripreso la scena.

antonio marotta

 

I familiari di Marotta, intanto, lanciano accuse neanche tanto velate e si affidano a un legale: "Penso si sia trattato di un abuso di potere - dice il genero della vittima, Angelo Pinto -. Mio suocero soffriva di cardiopatia, di enfisema polmonare ed era diabetico, credo che se una persona in quelle condizioni viene ammanettata e buttata a terra, con quei problemi, ci sia un abuso vero".

 

Poi riferisce altri dettagli che ha osservato di persona sul luogo del controllo e sul cadavere della vittima, al momento del riconoscimento: "Sul corpo c' era sangue ai polsi, e sangue c' era anche sul suo orologio che ho raccolto, oltre alle macchie sul terreno.

controlli polizia

Non penso sia stato picchiato, ma posso ipotizzare che sia stato buttato con la faccia a terra. Sicuramente ci sarà stata una discussione, ma da qui a morire durante un controllo delle forze dell' ordine ce ne passa. Per questo motivo l' abuso mi ricorda quello che ha subito Floyd, il povero americano ucciso".

 

Antonio Marotta riceveva una pensione da invalido civile per le malattie di cui si diceva, in passato ha lavorato come agricoltore e aveva anche precedenti per truffa e ricettazione. Il legale nominato dalla figlia della vittima, Carlo Ambrosini, per il momento non fa commenti ma è stato messo al corrente dell' esistenza di un testimone che avrebbe assistito al contatto fra agenti e guidatore e che "potrebbe dire cose interessanti".

polizia stradale

 

La figlia di Marotta, da parte sua, ha scritto su un social: "Ho bisogno, insieme a chi è deputato a farlo, di capire tante cose sugli ultimi istanti della sua grande vita". Le indagini saranno presto affidate alla squadra mobile di Parma ed è verosimile che i due agenti, poliziotti di esperienza, nei prossimi giorni siano sentiti dai magistrati. Per ora, in attesa che il testimone evocato dalla famiglia della vittima si faccia vivo e racconti quel che ha visto, negli ambienti investigativi e in procura si continua a indagare in silenzio.

polizia stradale 2polizia stradale

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…