1 - DAGONOTA
giornali iraniani dopo l attentato a salman rushdie
Il regime iraniano ha reagito come prevedibile all’attentato contro Salman Rushdie: celebrando come un eroe l’assalitore, Hadi Matar! I media di Stato iraniani hanno celebrato il ferimento di Rushdie, definendolo "scrittore eretico depravato" e "autore apostata che ha insultato il Profeta". Apostata è il termine con cui si indica chi volontariamente si allontana dal suo credo religioso, un comportamento che nella teologia islamica è punibile con la morte.
IL MOMENTO IN CUI HADI MATAR VIENE BLOCCATO DALLA FOLLA
Il quotidiano iraniano ultraconservatore Kayhan, il cui capo Hossein Shariatmadari è uno stretto confidente dell'attuale Guida Suprema, Ali Khamenei, ha elogiato il presunto attentatore di Rushdie, Hadi Matar, che secondo gli inquirenti sarebbe un simpatizzante del regime iraniano e della Guardia Rivoluzionaria Islamica.
hadi matar l uomo che ha accoltellato salman rushdie
In un editoriale, Shariatmadari ha scritto: "Bravo a quest'uomo coraggioso e consapevole del proprio dovere che ha attaccato l'apostata e depravato Salman Rushdie a New York. Baciamo le mani di colui che ha strappato il collo del nemico di Dio con un coltello".
Il regime iraniano ha a lungo sostenuto e ribadito la fatwa, pronunciata nel 1989 da Khomeini: nel 2019 Khamenei ha twittato che "è basata sui versetti divini e, proprio come i versetti divini, è solida e irrevocabile".
2 - RUSHDIE: AGENZIA IRAN, 'AUTORE SATANICO TIRI LE CUOIA'
(ANSA) - In assenza per ora di reazioni ufficiali dalle autorità iraniane, l'agenzia Fars pubblica un editoriale sul ferimento di Salman Rushdie, augurandosi che "tiri le cuoia". "Anche se finora non c'è nessuna notizia sulla sua morte - si legge nel commento - auguriamo che tiri le cuoia e con la morte di questo autore satanico il cuore ferito dei musulmani possa guarire dopo tutti questi anni".
3 - MOÏSI: «LA FATWA È UN VERDETTO ETERNO PER L'ISLAM RADICALE»
Alessandra Muglia per il “Corriere della Sera”
La fatwa emessa dall'ayatollah Khomeini contro Salman Rushdie nel 1989 vale ancora oggi, 33 anni dopo?
«C'è stato un momento di apertura e moderazione in cui le autorità iraniane volevano sospenderla, ma c'erano divisioni tra gli ayatollah e alla fine ha prevalso l'ala più conservatrice - considera il politologo francese Dominique Moïsi, alle prese con la stesura del secondo volume della sua Geopolitica delle emozioni , atteso per la prossima estate -.
Nel 1998 il governo iraniano dichiarò che non avrebbe mai appoggiato un tentativo di assassinio verso Rushdie, ma la fatwa non venne comunque ritirata. Per gli islamisti radicali la fatwa vale per sempre, a meno che non venga ritirata dall'autorità religiosa che l'ha emessa. In questo caso quindi solo Khomeini avrebbe potuto abrogarla.
Con la sua morte nel 1989, l'editto è stato reso immutabile. Ancora nel 2019 la stessa guida suprema, l'ayatollah Khamenei ha definito "irrevocabile" il verdetto di Khomeini perché si basa su "versi divini"».
Del resto nel 2015 l'Iran ha boicottato la fiera di Francoforte perché gli organizzatori avevano invitato Rushdie, definito «una persona odiata nel mondo islamico». E nel 2016 una nuova ricompensa era stata messa a disposizione per chiunque lo uccidesse.
salman rushdie versetti satanici
A cosa ha pensato quando ha appreso dell'attacco all'autore dei Versetti satanici ?
«Non sappiamo ancora molto dell'aggressore, quindi la cautela è d'obbligo. La mia impressione è che non si tratti comunque del gesto isolato di un folle, per "bucare" le misure di sicurezza a New York ci vuole un professionista».
Se fosse l'esecuzione di una condanna a morte, perché 33 anni dopo, perché ora?
IL MOMENTO IN CUI HADI MATAR VIENE BLOCCATO DALLA FOLLA
«Potrebbe essere la risposta degli islamisti alle parole pronunciate da Biden dopo l'uccisione del numero uno di al Qaeda, al Zawahiri. Il presidente Usa ha scandito "giustizia è fatta, era uno dei responsabili dell'11 Settembre, ha seminato una scia di sangue americano". Potrebbe avere una portata simbolica questo attacco, per lanciare il messaggio che "anche noi possiamo aspettare molto tempo ma prima o poi giustizia è fatta". Non è certo l'unica ipotesi».
A che cosa sta pensando?
«Ai recenti attacchi israeliani contro gli islamisti della Jihad islamica, storica alleata di Teheran. Ma anche all'iraniano accusato negli Usa del complotto per uccidere l'ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton.
Potrebbe essere che l'Iran vuole mandare un segnale forte in pieno negoziato sul nucleare, ripreso dopo una lunga fase di stallo».
Chi può trarre vantaggi da questo attacco?
«A un anno dalla salita al potere a Teheran del presidente ultraconservatore Ebrahim Raisi, la situazione economica è catastrofica per effetto soprattutto della pesante politica sanzionatoria inaugurata da Washington nel 2018 dopo l'abbandono dell'accordo sul nucleare; le opposizioni sono più forti, e per quanto insidiato da più parti il regime si può giocare la carta dell'estremismo per mostrare invece che riesce a essere efficace».
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