“SU SALVINI NON SONO EMERSI ELEMENTI CONCRETI” – LA PROCURA DI MILANO È COSTRETTA A CHIEDERE L’ARCHIVIAZIONE SUI FONDI RUSSI ALLA LEGA – DOPO TRE ANNI E MEZZO DI INDAGINI, I PM NON HANNO ELEMENTI PER ANDARE AVANTI “NON ESSENDOSI PERFEZIONATA L’OPERAZIONE DI COMPRAVENDITA” SULLA PARTITA DI PETROLIO TRAMITE CUI SAREBBE ARRIVATO IL FINANZIAMENTO ILLEGALE AL CARROCCIO. PER DIMOSTRARE IL PASSAGGIO DI DENARO SERVIVA UNA ROGATORIA, CHE MOSCA HA SEMPRE NEGATO AGLI INQUIRENTI ITALIANI – ARCHIVIATI TUTTI GLI INDAGATI, DA GIANLUCA SAVOINI A MERANDA E VANNUCCI...

-

Condividi questo articolo


matteo salvini con maglietta no sanzioni alla russia (e dietro savoini) matteo salvini con maglietta no sanzioni alla russia (e dietro savoini)

1. FONDI RUSSI: PM MILANO, SU SALVINI NESSUN ELEMENTO CONCRETO

(ANSA) - A prescindere "da ogni valutazione circa il fatto che il segretario della Lega Matteo Salvini", mai indagato nell'inchiesta, "fosse eventualmente a conoscenza delle trattative portate avanti da Savoini, Meranda e Vannucci, volte ad assicurare importanti flussi finanziari al partito" bisogna "evidenziare che non sono emersi elementi concreti circa il fatto che il medesimo abbia personalmente partecipato alla trattativa o comunque abbia fornito un contributo causale alla stessa".

 

Lo scrive il procuratore di Milano Marcello Viola in un comunicato, pronto da ieri e diffuso solo oggi, sulla richiesta di archiviazione del caso Metropol.

marcello viola si insedia come procuratore di milano 5 marcello viola si insedia come procuratore di milano 5

 

Nelle sei pagine di comunicato, che avrebbe dovuto essere diffuso ieri dopo che è stata firmata e vistata la richiesta di archiviazione per Savoini e gli altri due indagati (richiesta inoltrata oggi all'ufficio gip), "non è stato acquisito alcun elemento indicativo del fatto" che Salvini "fosse stato eventualmente messo al corrente del proposito di destinare una quota parte della somma ricavata dalla transazione ai mediatori russi perché remunerassero pubblici ufficiali russi".

SALVINI SAVOINI SALVINI SAVOINI

 

Non si è proceduto "ad iscrizione a suo carico di notizia di reato e nessuna attività d'indagine è stata svolta nei suoi confronti". Il comunicato ripercorre gli elementi della richiesta di archiviazione anticipata, anche nei contenuti, stamani dal quotidiano 'la Verità'. Richiesta non ancora depositata ai legali degli indagati.

 

SAVOINI DUGIN SAVOINI DUGIN

"Non essendosi perfezionata l'operazione di compravendita" sulla partita di petrolio, scrive la Procura, "neppure a livello di scambio di documenti contrattuali, non appare possibile affermare, con adeguata certezza, se proprio Ets", società del gruppo Eni, "o altra diversa entità, avrebbe in concreto sopportato l'esborso necessario a consentire la formazione di un margine destinato al finanziamento illegale del partito della Lega".

 

salvini savoini eni salvini savoini eni

In assenza "di elementi concludenti in ordine all'identità dei destinatari delle somme - spiega la Procura - rinvenienti dalla transazione petrolifera, e al ruolo pubblico dei beneficiari, la contestazione" di corruzione internazionale "non pare in concreto configurabile". Rimane da osservare, si legge ancora, "in ordine alla residua possibilità di contestare al partito della Lega l'ipotesi di tentato finanziamento illecito (art. 7 L. 195/1974), che le condotte emerse non hanno raggiunto connotati di concretezza ed effettività idonei a raggiungere, almeno potenzialmente, lo scopo"

 

HOTEL METROPOL MOSCA HOTEL METROPOL MOSCA

2. RUBLI ALLA LEGA, ERA TUTTA FUFFA

Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “La Verità”

 

Lo strombazzatissimo caso Metropol ha partorito il nulla. La presunta cricca di sei persone, tre italiani e tre russi, che a un tavolino dell'hotel moscovita, il 18 ottobre del 2018, avrebbe trattato un gigantesco affare petrolifero per finanziare illegalmente la Lega di Matteo Salvini con ogni probabilità non sarà processata. Infatti ieri la Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione dell'accusa di corruzione internazionale per tutti. Nel 2019 i media di mezzo mondo avevano pensato di avere in mano l'arma decisiva per affossare Salvini, appena uscito trionfatore dalle elezioni europee di maggio.

l ipotesi di passaggio dei soldi dalla russia alla lega attraverso eni l ipotesi di passaggio dei soldi dalla russia alla lega attraverso eni

 

La valanga aveva iniziato a montare a febbraio con i primi pezzi e l'uscita del Libro nero della Lega, ma lo smottamento divenne vera slavina quando siti internazionali iniziarono a diffondere l'audio consegnato ai giornalisti dell'Espresso con ogni probabilità, come ricostruisce adesso la Procura di Milano, dall'avvocato massone Gianluca Meranda.

 

Ora i magistrati di Milano, guidati dall'aggiunto Fabio De Pasquale, dopo tre anni e mezzo di infruttuose indagini sono stati costretti a chiedere l'archiviazione per tutti gli indagati a partire da Gianluca Savoini, il discusso lobbista che avrebbe preso parte all'incontro del Metropol.

 

savoini salvini savoini salvini

Il procedimento per cui è stata chiesta l'archiviazione coinvolge anche Meranda e l'ex sindacalista e collaboratore dell'avvocato calabrese Francesco Vannucci. Il reato di corruzione internazionale sarebbe stato commesso tra Roma, Milano e Mosca tra il 10 marzo 2018 e il 29 ottobre dello stesso anno.

 

[…] Secondo l'accusa il gruppo si sarebbe attivato, in particolare nella seconda metà del 2018, per concludere accordi commerciali riguardanti il petrolio con fornitori russi al fine di stornare dalle transazioni ingenti somme di denaro da destinare al finanziamento della Lega, in vista delle elezioni del 2019, ma anche per il personale tornaconto dei partecipanti all'accordo.

 

SALVINI PUTIN SALVINI PUTIN

Gli investigatori della Guardia di finanza hanno quantificato, solo per una delle due forniture richieste, in 110 milioni di dollari il profitto che sarebbe stato così suddiviso: due terzi per i mediatori italiani e un terzo per quelli russi. Una parte sarebbe andata come commissione all'unica intermediaria in chiaro, la banca Euro IB.

 

Però gli elementi acquisiti dalla Procura hanno consentito di accertare che l'operazione non si è conclusa, probabilmente a causa del niet arrivato dall'amministratore delegato della russa Rosneft, Igor Sechin, il quale non avrebbe concesso il proprio assenso a causa dell'eccessiva entità dello sconto, richiesto dalla banca Euro IB sulla base degli accordi tra negoziatori italiani e russi.

 

MATTEO SALVINI - SERGEY RAZOV - GIANLUCA SAVOINI MATTEO SALVINI - SERGEY RAZOV - GIANLUCA SAVOINI

Difficile immaginare, quindi, che il governo russo e i suoi principali esponenti fossero della partita. Secondo gli inquirenti che hanno chiesto l'archiviazione, però, le registrazioni audio e «altri elementi» porterebbero a ritenere che Salvini fosse a conoscenza delle trattative.

 

Tuttavia, non sarebbero mai emersi elementi concreti di una partecipazione del segretario della Lega alla negoziazione o del fatto che il vicepremier abbia fornito un contributo al suo successo. Inoltre non esiste prova che Salvini sia mai stato messo al corrente dell'intenzione da parte dei mediatori russi di remunerare i pubblici ufficiali di Mosca, ipotesi che aveva portato alla contestazione della corruzione internazionale.

 

savoini ascolta salvini a mosca savoini ascolta salvini a mosca

Per questo il ministro delle Infrastrutture non è mai stato iscritto sul registro degli indagati, né sono state effettuate investigazioni nei suoi confronti. Ma perché è stata chiesta l'archiviazione di tutte le accuse? Perché l'indagine non ha individuato i soggetti russi che avrebbero dovuto essere «oliati» per portare a casa la commissione monstre, ovvero «la percentuale di sconto eccedente il 4%». «Whatever is above 4, we can return it» ha detto ai russi Meranda mentre appuntava sulla propria agenda «come concordato, lo sconto minimo corrisponde al 4%, mentre qualunque tasso di sconto superiore al 4% sarà restituito a (parola incomprensibile, ndr)».

l ipotesi di passaggio dei soldi dalla russia alla lega attraverso eni. l ipotesi di passaggio dei soldi dalla russia alla lega attraverso eni.

 

I magistrati sanno che per procedere nell'inchiesta era indispensabile l'identificazione dei presunti destinatari delle mazzette, oltre a Dugin, Kharchenko e Yakunin, tutti e tre soggetti che non sembra abbiano rivestito funzioni pubbliche in questa trattativa. E a impedire ai magistrati di scoprire i presunti referenti dentro alle aziende di Stato russe della cricca sarebbe stata la mancata risposta di Mosca alla rogatoria inoltrata dagli inquirenti meneghini il 15 luglio 2021 e sollecitata il 22 febbraio 2022.

salvini savoini salvini savoini

 

Dunque la Procura, già scottata dal precedente del processo Eni-Nigeria, ha dovuto concludere che le contestazioni penali non avrebbero retto in alcun modo in un processo. […]

HOTEL METROPOL MOSCA 1 HOTEL METROPOL MOSCA 1 PUTIN E L'ITALIA PUTIN E L'ITALIA salvini savoini salvini savoini salvini savoini no sanzioni salvini savoini no sanzioni Matteo Salvini - Sergei Zhelezniak - firma dell accordo tra la lega e russia unita Matteo Salvini - Sergei Zhelezniak - firma dell accordo tra la lega e russia unita matteo salvini a mosca confindustria russia matteo salvini a mosca confindustria russia

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…